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Roma

NEMI, MEZZOGIORNO DI FUOCO: “DUE SINDACI” PER UN MALCAPITATO?

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Tempo di lettura 4 minuti Che dice il Sindaco di questi fatti? E’ difficile che venga a darci spiegazioni su fatti e retroscena ma ai cittadini di Nemi , prima o poi dovrà renderne conto.

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di Angelo Parca

Nemi (RM) – Nemi è una piccola comunità e, volenti o nolenti, le cose si vengono sempre a sapere, soprattutto quando avvengono per strada, alla presenza dei cittadini, dei commercianti, dei semplici turisti che passano e… anche davanti ai nostri occhi.

Così la gente osserva, valuta, mormora e soprattutto cerca di capire cosa stia realmente succedendo da qualche tempo a questa parte. L’ultimo caso di cui tutti parlano ultimamente è quello che riguarda le attività commerciali, vero e proprio cuore pulsante della cittadina.

Domenica 6 luglio i commercianti nemesi hanno vissuto un vero e proprio “mezzogiorno di fuoco” con il comandante della Polizia Locale Gabriele di Bella che, alla presenza dello spettatore assessore al Commercio Pietro Pazienza, ordinava perentoriamente al vigile che era al momento in servizio, di controllare uno per uno tutti gli esercizi commerciali del centro di Nemi al fine di sanzionare tutti coloro che non risultassero in regola con l’occupazione del suolo pubblico.

Il  tutto  a voce alta e con gestualità tali da richiamare l’attenzione dei presenti. Un ordine che per il vigile è stato come un fulmine a ciel sereno, ricordiamo che era mezzogiorno di domenica, e al quale il vigile in servizio non poteva certo rifiutarsi di obbedire.
 
Così iniziava il  calvario e, bottega dopo bottega, il vigile ottemperava all’ordine ricevuto, facendo i conti con le innumerevoli lamentele dei controllati che avranno pensato intensamente e non senza polemiche più che a lui, al Comandante e al Sindaco di Nemi Alberto Bertucci, ai quali probabilmente saranno "fischiate le orecchie". Ciò che ha gettato nello sconcerto i commercianti di Nemi è stato il repentino cambio di rotta dell’atteggiamento assunto dall'amministrazione comunale e dallo stesso Gabriele Di Bella fino al giorno prima rispetto agli esercenti con i quali si era instaurata una collaborazione tesa a regolarizzare eventuali posizioni irregolari. Poi, improvvisamente il Comandante ha acceso l’inferno, scatenando il suo sottoposto che ha dovuto operare un bel giro di vite, senza troppi convenevoli. 

Ma c’era davvero la necessità di controllare negozio per negozio, per giunta di domenica? Non sarebbe bastato controllare in ufficio le autorizzazioni rilasciate dal Comune per accertare quali fossero le attività commerciali irregolari e quindi diffidarle?

E il questionario inviato ai commercianti a marzo del 2013 è stato completato? Che fine ha fatto?

Per onor del vero, è che da quando il solerte e stakanovista comandante Gabriele Di Bella ha assunto la carica di Comandante dei Vigili Urbani di Nemi, la sua figura sembra essersi sovrapposta a quella del primo cittadino Alberto Bertucci. Questo probabilmente perché il Di Bella palesa una personalità forte e autoritaria prendendo decisioni nette e rivoluzionarie sebbene, a volte, opinabili.  Il tutto con una autonomia tale da sembrare che non solo il sindaco abbia realmente lasciato carta bianca al comandante venuto dalla Capitale, ma che sia stato addirittura folgorato da questa personalità, tanto che più di qualcuno parla di una cittadina con due Sindaci…

I cittadini di Nemi cominciano a chiedersi se dietro tutta questa “gestualità” e carisma ci sia anche concretezza nel risolvere gli adempimenti d’ufficio e le numerose responsabilità che prevede la carica di comandante della Municipale. Questo in quanto fino ad oggi, in merito alla gestione del Comune e della sicurezza i risultati sembrano davvero scarseggiare. Molti sono curiosi di sapere come si sono conosciuti Alberto Bertucci e Gabriele Di Bella e come abbia fatto il primo cittadino di Nemi a convincere Di Bella a fare il pendolare Roma – Nemi per comandare la Polizia Municipale di un piccolo paesino della provincia romana.

Sotto la forte autorità del comandante si è ritrovato in particolare uno dei suoi sottoposti, il vigile che fin quando non è arrivato Gabriele Di Bella, aveva la massima stima da parte del sindaco e di tutta l’amministrazione e che oggi sembra essere caduto in disgrazia, tanto da ricevere continue lavate di testa con toni poco urbani anche di fronte ai cittadini di Nemi, molti dei quali non sanno spiegarsi il perché di un così repentino ribaltamento di considerazione. Tutto questo è sotto gli occhi della collettività e tanti si chiedono perché il sindaco possa permettere tale cambiamento di rotta senza intervenire in difesa soprattutto della decorosa immagine della propria Polizia Locale. Anche perché certe situazioni non aiutano certo a lavorare meglio e chi paga le conseguenze è Nemi e i suoi cittadini.

Per quanto riguarda il nostro giornale, intendiamo rassicurare i nostri lettori di Nemi che sarà nostro dovere andare fino in fondo ad analizzare singolarmente, anche avvalendoci di avvocati ed esperti della Corte dei Conti, i provvedimenti disciplinari adottati nei confronti del malcapitato agente di Polizia Municipale per capire come possa essere accaduto che in brevissimo tempo possa essere diventato un pessimo esempio di dipendente pubblico. Tra l’altro la commissione disciplinare è composta dal Segretario Comunale, in qualità di presidente, dal Responsabile dell’Area Tecnica Rosanna Galanti e inspiegabilmente dallo stesso Gabriele Di Bella. Comunque,  il beneficio del dubbio e del sospetto sono leciti e quindi vogliamo escludere di pensare che il vigile in questione sia diventato, come dire, “un bersaglio da colpire”. Ma sicuramente non è così, almeno lo speriamo.

Sarà interessante approfondire le motivazioni del contendere, valutare i fatti e le tempistiche  che stanno alla base dei numerosi provvedimenti disciplinari di cui è stato destinatario colui che, ripetiamo, fino a pochi mesi orsono godeva della piena fiducia del Sindaco Alberto Bertucci. 

Che dice il Sindaco di questi fatti? E’ difficile che venga a darci spiegazioni su fatti e retroscena ma ai cittadini di Nemi , prima o poi dovrà renderne conto.

 

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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