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di Chiara Rai
Nemi (RM) – Sarà che dopo tutti questi anni di continuo contrasto alla volontà di mettermi il bavaglio mi sento libera, sempre più libera di dire la mia. Sarà che prima di dire ciò che penso mi scuserò con tutti quelli che non la pensano come me e che rispetto profondamente a partire da Partecipazione Democratica, Pd, Prc, Sel, Fi, M5s…. troppe sigle di cui in realtà non mi importa nulla ma sono le persone quelle che contano veramente.
Cittadini che combattono la corruzione in primis, che pensano e credono fermamente che le loro idee, le mie idee, le nostre idee siano universali. Hanno parlato tutti di Magdi Allam e adesso vorrei dire la mia nel massimo rispetto di tutte le opinioni concordi o controverse che siano. Il nocciolo è proprio questo. C’è chi è scivolato su una banale buccia di banana. Chi vorrebbe fare delle crociate mediatiche laddove crociata non andrebbe fatta.
Magdi Allam è una persona come tante, che ha le sue convinzioni, giuste o sbagliate che siano. Essere un paese accogliente non significa rinfacciare alla prima occasione buona che si è banchettato insieme agli amici musulmani e per questo si è di esempio. Stringersi la mano tra culture differenti e convivere insieme non è un trofeo del bravo scout da spolverare al momento giusto. Convivere, essere una comunità, aiutarsi è un legame talmente forte e invisibile che non va certo ostentato alla prima “minaccia” che si affaccia. I fratelli musulmani si vergognano delle frange estremiste come noi ci vergogniamo della mafia, questo è ciò che penso. Ma ancor di più penso che manifestare il proprio pensiero, giusto o sbagliato che sia, è sintomo che ancora la dittatura e il bavaglio non ci hanno sottomessi, placcati, atterriti, distesi o come si dice adesso asfaltati.
Siamo in un paese libero dove ognuno è libero di manifestare il proprio pensiero, le proprie tesi. E noi, per sfatare degli stilemi inculcatici da dei “credo” retrò, dovremmo dibattere, dire no, opporci, parlare, manifestare il nostro dissenso o condividere qualche concetto sviscerato grazie alla volontà di chi non si nasconde dietro un dito. Dietro l’ipocrisia del silenzio, costretto a dipingere un arcobaleno sbiadito e reso sudicio dalle mani insanguinate dei terroristi che ci propinano video di decapitazioni live, tanto per farci sentire il brivido del terrore. Io personalmente dico no a qualsiasi forma di bavaglio.
Ascoltiamo, parliamo, condividiamo, diciamo no, urliamo no, ma difendiamo gli altrui pensieri anche se non ci piacciono. Se mi piace Magdi Allam? Voltaire docet: "Non condivido la tua idea ma combatterò perchè tu la possa esprimere". E allora dico a coloro a cui piace tenere banco sui social network, a chi punta il dito e a chi giudica, di giudicare e manifestare il proprio dissenso all’interno di un contesto che predilige il confronto.
Magdi Allam non punterà il dito da un balcone per condannare a morte gli amici musulmani. Almeno mi aspetto che non lo faccia. Ci siamo chiesti come la pensano proprio i diretti interessati in tema di terrorismo ed estremismo islamico? Qualcuno, anzi tanti, come me lo hanno fatto. Siamo tutti mafiosi allora, al bando mafia, ‘ndrangheta e camorra. Al bando la “terra dei cachi” e mafia capitale. Al bando parentopoli e i rimborsi facili. Se i panni sporchi continuano ad essere lavati in famiglia, rimarremo tutti dei piccoli ma piccoli esseri in cerca d’autore.
Tanto dovevo per manifestare ancora una volta il mio più totale dissenso verso qualsiasi forma di ostruzionismo. Perché è questo quello che a me interessa realmente, Allam o non Allam.
La storia forse non ci è servita da lezione se ancora stiamo qui a censurare e scandalizzarci se qualcuno vede grigio ciò che noi vediamo bianco. E che mai succederà? Ascolteremo questo confronto con la mente scevra da qualsiasi preconcetto politico: fischieremo, applaudiremo, mostreremo tutto il nostro sdegno. Evviva la libertà di esprimere le nostre opinioni, sempre e comunque vada, fino in fondo!
Freniamo i rossori dunque, teniamo a briglie strette lo sdegno e manifestiamolo laddove realmente andrebbe canalizzato. Più che di una locandina io mi spaventerei della società che siamo diventati: un mondo alla rovescia dove a brindare sono i corrotti e a pagare il conto sono i poveracci.
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