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di Chiara Rai
Nemi (RM) – “Fatti non foste a viver come bruti ma seguir virtute e canoscenza”. Non ci troviamo nell’ottava bolgia dell'ottavo cerchio dell’inferno dantesco, dove sono puniti i consiglieri di frode ma potremmo imparare da coloro che spinti dalla sete del sapere perseguono questo obiettivo mettendo come priorità la cultura, la conoscenza. A Nemi la scuola sta morendo.
Era il primo luglio 2014 quando pubblicavamo un articolo dal titolo “Nemi, scuola a serio rischio chiusura”.
E’ suonata la campanella anche a Nemi ma senza la prima media e con una quinta elementare che conta a malapena circa 10 bambini. La seconda e la terza media finiranno il ciclo e poi chissà cosa succederà. Scrivevamo che “la cultura è la linfa di ciascuna comunità, tagliata questa risorsa si tornerà al medioevo”.
Giovedì 3 luglio 2014, si tenne un consiglio comunale straordinario sulla scuola. L'opposizione votò a favore della proposta della maggioranza in virtù di una presa di coscienza comune che la scuola era da salvare. Ma dopo questo atto formale è calato un assurdo silenzio.
Nessuno ha più parlato della scuola: quali azioni concrete sono state fatte per salvare la prima media? Tra le cause di questo lento e inesorabile tracollo c’è sicuramente una mancata campagna di sensibilizzazione ma anche il mancato inserimento di Nemi nella Comunità Montana dei Castelli Romani. Un cantiere eterno da oltre vent’anni con un edificio mai completato.
La diminuzione del numero dei bambini è il risultato di una politica sbagliata sulla scuola: probabilmente si pensa più agli eventi di piazza che a cercare iscritti e a migliorare la condizione degli studenti e della struttura per rendere allettante l’offerta formativa.
Il risultato sono le mamme in fuga: anno dopo anno sono aumentate le famiglie residenti a Nemi che hanno preferito spostare i loro figli nella vicina Genzano dove la scuola funziona e i plessi sono accoglienti.
Dispiace per i docenti di Nemi, tutti professionisti di ottimo livello ma questo non è servito a far formare la prima media che ormai non c’è più.
E diversi genitori che hanno due o più figli si ritrovano con la scomodità di avere un figlio alle elementari a Nemi e di dover portare un altro figlio alla prima media a Genzano: ed è il caos perché gli orari d’ingresso coincidono e lo stress si fa già sentire, figuriamoci un intero anno in questa maniera.
Si può ancora fare qualcosa per salvare la scuola di Nemi da questa lenta agonia? Ci auguriamo di sì perché la gioventù è ricchezza in tutti sensi e un paese con i bambini è un paese vivo che punta sul futuro delle nuove generazioni.
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