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Roma

NEMI, INCHIESTA NCC: TRA ELEFANTI, SCUOLA E GIOCO DI SOCIETA’ ARRIVANO LE OSSERVAZIONI DELL’AVVOCATO SPIRA: “MA IN QUESTO COMUNE NON ESISTE UN GRUPPO DI MINORANZA?”

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Tempo di lettura 5 minuti Spira: "La determina di variazione a firma del sig. Vincenzo Galluccio, prima facie, appare lacunosa nella forma di competenza".

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Redazione

Nemi (RM) – Dopo la pubblicazione degli tabella relativi il rilascio e/o volture di alcune licenze Ncc nel Comune di Nemi, ha scritto alla nostra redazione l'Avvocato Gerardo Spira intervenendo sull'argomento.

Gli tabella trattati sono:

 04/08/2013 NEMI, INCHIESTA NCC: PASSAGGIO DI LICENZA O GIOCO DI SOCIETA’?

 25/07/2013 NEMI, INCHIESTA NCC: DITTA INDIVIDUALE CON SEDE LEGALE IN UNA SCUOLA PUBBLICA?

 13/07/2013 NEMI, INCHIESTA AUTO NCC: I TENTATIVI DELL'ELEFANTE E LA SIESTA SUL PARCHEGGIO DISABILI

 04/07/2013 NEMI, L'INCHIESTA SULLE AUTO NCC: PUO' UN ELEFANTE ENTRARE NELLA TANA DI UN TOPO?

 

Gerardo Spira

Ma in questo Comune non esiste un gruppo di minoranza ?

Il problema è abbastanza semplice! Esiste una legge nazionale che ha disciplinato la materia e che tutt'ora è vigente, con le sue modificazioni la n. 21/92.

Regioni e province hanno delega specifica  per fissare criteri, modalità e limiti. Resta fermo l'impianto su alcune condizioni: Soggetti titolari, requisiti e bando pubblico.

Le licenze ,secondo una pregevole indagine della provincia di Roma del 2008, vengono assegnate in ragione della popolazione e del movimento turistico  e quindi limitate nel numero.

La determina di variazione a firma del sig. Vincenzo Galluccio, prima facie, appare lacunosa nella forma di competenza. Manca infatti il riferimento normativo o regolamentare che gli attribuisce il potere, il richiamo della norma regolamentare che gli consente  di determinare la variazione, per atto tra vivi e tra società o persone diverse da quelle previste e individuate dalla legge.

Con l'approvazione del Regolamento(art.5 legge) i Comuni stabiliscono: numero e tipo di veicolo; modalità di svolgimento; criteri per determinare le tariffe; requisiti e le condizioni per il rilascio della licenza.

L'art. 6 prevede il ruolo e la capacità di iscrizione del conducente.

L'art 7 disciplina l'ambito di attività delle figure giuridiche e i limiti di trasferimento.

L'art 8 fissa le modalità per il rilascio delle licenze o autorizzazioni.

Il comma 2 dell'art 8 stabilisce che la licenza è riferita ad un singolo veicolo e che  non è ammesso il cumulo  di più licenze per l'esercizio del servizio di taxi ovvero per l'esercizio di noleggio, è invece ammesso il cumulo di più autorizzazioni per l'esercizio del servizio di noleggio con conducente. In tal caso è obbligatoria la disponibilità di una rimessa presso cui i veicoli sostano. Orbene le autorizzazioni ricadono nei limiti delle possibilità consentite  nel Comune. Se nel Comune le autorizzazioni previste sono ad esempio in numero di 10, tutte non possono  superare questo limite. 

L'art. 9 disciplina il trasferimento, i limiti e le condizioni. Appare chiara la volontà del legislatore di porre ordine in un campo esposto alle pretese speculative del mercato. Se le concessioni sono sottoposte alla condizione di preselezione attraverso bando pubblico vuol dire che le licenze non possono essere di numero illimitate e vuol dire anche che il Comune deve rigorosamente controllare i requisiti sia nella fase di selezione che in quella di trasferimento. Ciò allo scopo di evitare  tentativi di accaparramenti e infiltrazioni di soggetti al servizio di Organizzazioni camorristiche.  Le licenze o autorizzazioni sono individuali anche se rilasciate nella qualità di soggetti rappresentanti società. L'art. 6 della legge si riferisce infatti alla persona e alla sua capacità abilitativa. 

A mio avviso  andava verificata l'esistenza della condizione di variazione a mente della normativa richiamata e comunque, se possibile, andava determinata in favore della persona la quale anche se ha costituito una società, questa ha validità nei confronti dei soci, ma non del Comune a cui risponde la persona che ha chiesto ed ottenuto la licenza in base ai requisiti posseduti. In mancanza  la licenza doveva essere restituita e riposta in concessione con bando pubblico.

Se i passaggi  si affidano alla iniziativa privata, si svuota il principio del controllo pubblico, si toglie dalla competizione del mercato un servizio che è e resta ancora  di esclusiva competenza pubblica.

La determina in conclusione non da atto che l'adozione  è conforme  alla legge  e al  Regolamento e manca infine qualsiasi richiamo alla Commissione che è stata prevista in quasi tutti i Comuni d'Italia, proprio per assicurare il controllo pubblico. In questo Comune non esiste ?. Non è necessario scomodare l'interprete per trarne le conseguenze.  

Cordiali saluti  Gerardo Spira.

 

Nota del direttore de L'osservatore laziale Chiara Rai

Nemi (RM) – Egregio Avvocato, pur non avendo una conoscenza della materia così approfondita sotto il profilo giuridico e anche amministrativo come ha lei, mi trova totalmente d’accordo con le sue argute osservazioni.

Non mi stupisce che l’idea che si percepisce di questo paese del Lazio, Nemi,  è che sia veramente particolare. A mio avviso,  a volte, al livello di amministrazione, manca davvero l’abc. Come ha ben evidenziato, in quasi tutti i Comuni d’Italia esiste una Commissione che garantisce il controllo pubblico. Nei pochi casi in cui è stata richiamata, sembrerebbe non aver assunto il suo compito di controllo.

Un esempio è il famoso “elefante” (Autorizzazione numero 11) che non ha visibilmente la stazza adeguata per entrare nella rimessa. Chi avrebbe dovuto controllare tutto questo?  Forse la commissione?

Ciò che stupisce caro Avvocato Spira, è che a Nemi non si è consumato chissà quale reato, anche perché non è nostro compito decretarne l’esistenza o meno,  è che la maggior parte delle cose sembrano essere state fatte “con i piedi” e, come si dice, tanto per tirare a campare.

In questo fiorente paesino ci sono dei personaggi che paiono essere usciti dal celebre racconto di Collodi, soprattutto sono in voga i due personaggi presunti amici del burattino di legno che sono il gatto e la volpe, c’è anche Lucignolo, Mangiafuoco il tutto ambientato nel Paese dei Balocchi dove a forza di far feste si pensa poco a tutto il resto e si finisce per ragliare tutti quanti.

E intanto, sovente, manca l’acqua nelle case, c’è l'emergenza parcheggi, l’economia locale è in ginocchio, insomma sembra che si prenda sotto gamba l’essenziale per dare lustro a una barca che pare affondare.  

Tornando all’inchiesta Ncc, in poche parole, riguardo l’ultimo articoloNEMI, INCHIESTA NCC: PASSAGGIO DI LICENZA O GIOCO DI SOCIETA’? ] con determinazione firmata da Vincenzo Galluccio, se Il primo soggetto al quale è stata rilasciata la licenza numero 2, l’ avesse restituita  e il Comune fosse andato in gara per l’affidamento della stessa, tutto sarebbe stato normale.

Invece, come ha detto lei, avendo lasciato fare ai privati….è successo che la matassa si è ingarbugliata oltremodo.

Intanto a Nemi non si vede quasi più in giro l’elefante che si era messo a riposare sul parcheggio dei disabili in barba alla legge perché evidentemente non riusciva ad entrare nella sua rimessa.

L’altro (Licenza N. 8) ha la sede legale in piazza Roma numero 1 dove risulta esserci la scuola comunale. NEMI, INCHIESTA NCC: DITTA INDIVIDUALE CON SEDE LEGALE IN UNA SCUOLA PUBBLICA? ] 

Infine ritengo che fare opposizione in un paese piccolo e tanto grazioso come Nemi non sia compito semplice. Ci si conosce tutti, si deve stare attenti a come si parla e se si dicono cose “impopolari” o meno.  Bisogna stare attenti che se si parla troppo si perdono voti, se non si parla allora si è “assenti”, se si critica nascono le vittime che cercano le spalle degli elettori sulle quali consolarsi.

Fortunatamente, il giornale che non cerca  bacini d’elettorato tira dritto con la critica e grazie a persone come lei, attento lettore e professionista del Foro, riusciamo anche ad ottenere dei risultati. 

E’ sempre un piacere leggerla. Grazie e la saluto cordialmente

Chiara Rai 

Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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