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NEMI: IL SEGRETO DEL SENTIERO LE PRATA NASCOSTO TRA DEGRADO E PROVE DI DECORO

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Tempo di lettura 3 minuti Se anche il Parco Regionale dei Castelli Romani s’impegnasse a risistemarlo, insieme al Comune, ne uscirebbe un volano per il turismo senza precedenti

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di Chiara Rai
Nemi (RM) – Non si può certo dire che le pulizie di Pasqua al sentiero Le Prata, a Nemi, non siano state fatte a giudicare dalle decine di sacchetti in plastica neri colmi di fogliame raccolti e accantonati lungo la passeggiata nello splendido scenario di Parco dei Lecci dove si snoda il sentiero naturale che collega la zona residenziale con Nemi centro storico.

Ebbene, tra le tante bellezze che si trovano a Nemi c’è anche questa meraviglia che se si fosse trovata a Nottingham sicuramente sarebbe stata più valorizzata e ben tenuta. Ne avrebbero fatto motivo di vanto e di richiamo turistico. Ma in Italia è diverso anche se a Nemi, ogni tanto, ci si prova a fare le cose per bene, tanto che lo splendido fontanile è stato risistemato ed è tornato agli antichi splendori grazie alla buona volontà di un cittadino “eroe” che tiene a Nemi e all’aiuto dei Vigili della polizia Locale che sotto il comando di Gabriele Di Bella stanno dando vita ad una serie di iniziative di decoro urbano che messe tutte insieme, fin’ora, stanno restituendo a Nemi ordine, pulizia e sicurezza.

Ma il sentiero Le Prata è ancora in “salita” e probabilmente se anche il Parco Regionale dei Castelli Romani s’impegnasse a risistemarlo, insieme al Comune, ne uscirebbe un volano per il turismo senza precedenti.

Cosa potrebbe fare il Parco? Prima di tutto risistemare la cartellonistica del sentiero che praticamente è a pezzi come da risistemare è l’intera passeggiata: dai lampioni rotti che rendono il sito impraticabile la sera (e potrebbe essere un sentiero romantico tutto da visitare che richiamerebbe tante persone), dalle piccole frane dei muri di contenimento alle alberature che sono finite fino in mezzo alla strada percorribile soltanto a piedi. Gli scalini rotti e alcune panchine fuori uso.

Potrebbe essere un gioiellino di cui andarne fieri e invece rimane uno splendido sentiero in degrado ad eccezione del fontanile che dopo decenni è stato finalmente recuperato. E per fortuna che qualcuno ci ha messo mano, qualcuno che sta esportando il "modello Nemi" in Capitale. Ma il Parco ha il dovere diritto di recuperare il sentiero le Prata, patrimonio naturalistico. E ci auguriamo che lo faccia prima della bella stagione, in accordo con il Comune di Nemi facendo sinergia finalizzata a un vero e proprio rilancio.

E come giornale, non ci basterà sentire dal Parco dei Castelli Romani giustificazioni quali “non è nostra competenza” perché non è affatto così. Sul sito internet dello stesso Ente sovra comunale, alla voce obiettivi, c’è testualmente scritto (ne citiamo solo una parte che sintetizza il tutto) “Le finalità che la Regione Lazio persegue attraverso l'istituzione delle aree protette sono dettate all'articolo 2 della L. 29/97: "garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione delle aree protette nonchè il recupero e il restauro ambientale dei siti degradati".

Si proprio così, recupero e restauro ambientale e allora si faccia qualcosa per Le Prata e saremo lieti di dare notizia che oltre al fontanile, l’intero sentiero è stato rimesso completamente a posto.

Ultimo, ma non ultimo, chiediamo a chi vigila il territorio di dare un’occhiata ad un cumolo di calcinacci che si trova quasi all’inizio del sentiero partendo da Parco dei Lecci sulla destra. Qualcuno ha gettato i calcinacci nel cuore del Parco e forse si può risale al responsabile e doverosamente sanzionarlo. Quel gran genio di Einstein diceva che “ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata”. Non dimentichiamo la richezza che abbiamo sotto gli occhi, questo è il vero segreto di Le Prata.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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