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Roma

NEMI: IL PROCESSO BERTUCCI ARRIVA AL SESTO RINVIO. UDIENZA IN PIENA ESTATE

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Tempo di lettura 2 minutiLo scorso 11 Febbraio 2015 il Giudice aveva fissato per il 27 Ottobre 2015 l'ascolto dei testimoni della pubblica accusa

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Redazione

Nemi – Rinviata al 5 Luglio 2016 ore 11.30 la seduta presso l'aula penale del Tribunale di Velletri nel processo che vede imputato il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, insieme ad altri imputati, per turbativa d'Asta e frode nei pubblici incanti per una gara ad evidenza pubblica.

Lo scorso 11 Febbraio 2015 il Giudice aveva fissato per il 27 Ottobre 2015 l'ascolto dei testimoni della pubblica accusa, tra i quali l'ex sindaco di Nemi Cinzia Cocchi e l'ex segretario comunale Vincenzo Galluccio – quest'ultimo presente in aula nell'udienza del 27 Ottobre 2015 – e aveva fissato al 27 novembre 2015 l'ascolto dei testimoni della difesa. 

Ennesimo rinvio quindi per un processo che con tutta probabilità vedrà emettere sentenza in contemporanea, se non addirittura dopo, della prossima tornata elettorale prevista per la primavera del 2017 quando i cittadini di Nemi saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo sindaco.

La vicenda. L’accusa, rappresentata dal Pm Giuseppe Travaglini, ritiene che in concorso tra loro, Miglietta quale responsabile del procedimento e dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi e Alberto Bertucci già vicesindaco del Comune di Nemi, mediante collusioni avrebbero turbato la gara bandita da Miglietta per il Comune e avente ad oggetto l’acquisto di uno scuolabus al fine di far aggiudicare la fornitura alla ditta Car Ind srl di Mauro Cesaretti. Miglietta, dopo aver bandito la gara, avrebbe provveduto a modificarla: Formulava quattro richieste di offerta per la fornitura di uno scuolabus indirizzandole alle quattro ditte che Riccardo Schiaffini, allora titolare della ditta appaltatrice dei trasporti presso il Comune di Nemi, avrebbe indicato ad Alberto Bertucci. Tra queste offerte Miglietta aggiudicava la gara alla ditta di Cesaretti al prezzo di 49 mila 950 euro Iva esclusa, sebbene tale prezzo fosse superiore a quello posto a base d’asta ( 48 mila 126 euro iva inclusa). Dopo l’aggiudicazione, Cesaretti riduceva l’offerta ad euro 40 mila 105 iva esclusa ma consegnava presso il deposito dello Schiaffini un veicolo diverso da quello oggetto della gara perché avente solo 19 posti anziché i 30 indicati nell’atto di aggiudicazione.