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Roma

NEMI, IL CENTROSINSTRA TORNA SUL CASO IL CESA: E' STATO GIUSTO O NO FERMARE LA CEMENTIFICAZIONE PREVISTA DAL PIANO REGOLATORE DEGLI ANNI '70?

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Tempo di lettura 6 minuti nelle casse del Comune sono da tempo già stati accantonate somme ampiamente sufficienti (avanzo economico già accantonato circa 500.000 Euro) senza dover intaccare i servizi ai cittadini.

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Carlo Testana – Coalizione di centrosinistra di Nemi

Nemi (RM) – Nemi affascinante e particolare territorio,  meta preferita dai turisti italiani e stranieri che visitano Roma e i siti  più importanti e suggestivi della provincia romana. Scelgono  Nemi poiché,  nel tempo, ha, con caparbia fatica, mantenuto quasi inalterate le bellezze del suo territorio, diventando il fiore all’occhiello dei Castelli Romani.

 E non è stato facile, perché anche nel piccolo  territorio nemese, dagli anni “70 la spinta alla speculazione edilizia, all’equazione stolta- sviluppo=cemento- è stata fortissima come su tutti i Castelli Romani. 

Complice una classe di politici e amministratori locali incapace di resistere a quelle spinte, vuoi per mancanza di sensibilità e cultura dell’ambiente, vuoi perché  collusa con i costruttori, il territorio degli altri paesi Castellani è stato, nell’ultimo trentennio, devastato e degradato,  compromettendo irreparabilmente le risorse tipiche dell’intera area ricca invece di storia, cultura, folklore e non ultime tipicità agro-alimentari. Anche a  Nemi,  agli inizi degli anni ’70, le amministrazioni democristiane  approvarono  un  Piano Regolatore Generale (PRG) che da un numero di abitanti, da sempre stabile fra i 1600/1800 , prevedeva tante nuove abitazioni sparse ovunque,con un incremento abitativo che avrebbe  portato il totale a  15000/16000 abitanti.

Uno scempio.

In pratica ogni pezzo di territorio, dalle Vallette a Pontecchio sarebbe potuto essere  coperto da una colata di cemento, con pesanti ripercussioni in termini di degrado ,  consumo di territorio  e risorse naturali, in primis l’acqua. Se oggi Nemi è rimasto un luogo di una bellezza estrema, come lo definì Byron, è perché quello scempio si è riusciti con fermezza a bloccarlo. Certo che cancellare previsioni di PRG pesantemente espansive e che avevano attirato su Nemi le mire di molti “palazzinari” castellani non è stato semplice e ancora adesso vi sono strascichi giudiziari con chi non avendo potuto speculare cerca “indennizzi”. Oggi, prima di qualunque disquisizione sull’argomento, prima di lanciare accusare e  “linciare” pubblicamente ex amministratori, prima di nascondere proprie presenti e future  incapacità dietro al risarcimento ILCESA, per correttezza le forze politiche nemesi  dovrebbero esprimersi pubblicamente  su di   un punto fondamentale: è stato giusto fermare quanto previsto da quel PRG? Noi siamo fermamente convinti che è stato giusto. Che  quelle previsioni urbanistiche, se attuate,  avrebbero aperto scenari disastrosi  con possibili effetti devastanti per la nostra comunità. Non solo. Siamo fermamente decisi a contrastare chiunque, in futuro,  abbia in mente qualcosa del genere.

 Le altre parti in campo, che nell’ultimo periodo, hanno detto di tutto  attraverso  l’etere o in sedute di consiglio comunale  contro quella strategia di tutela del territorio come la pensano? Chiariscano, una volta per tutte,  questo punto. Escano da un equivoca posizione che li ha visti in questi anni porsi solo come amministratori “vittime” di una situazione da altri creata e costretti a ripararne i guasti, continuando ad alimentare stucchevoli polemiche sull’argomento, dando l’impressione che alle amministrazioni di sinistra, che hanno cancellato quelle previsioni di insensato sviluppo edilizio,  rimproverassero il fatto di  aver avuto l’ardire di mettersi contro  il potere dei costruttori castellani. Bertucci/Libanori – Biaggi/Cocchi e gli  altri dell’ultima ora, prima di lanciare accuse chiariscano ai cittadini prima di tutto questo importante punto: 

È  stato giusto fermare lo scempio previsto da quel piano regolatore? 

Fermare quel PRG è stato un pericolo scampato per Nemi oppure una opportunità mancata?

All’inizio degli anni ’80 ad un’ amministrazione della democrazia cristiana ne subentrò una del  partito comunista, giovane e con grande sensibilità per la tutela ambientale, che ereditato quel PRG, lo modificò e ridusse, una prima volta nel 1985 da circa 16000 abitanti a 7000/8000, affrontando già allora cause e battaglie contro i “palazzinari”, per salvare in particolare, l’area pregiatissima di Pontecchio.

Nel frattempo  il partito della cementificazione castellano ( allora molto forte con padrini trasversali sia a destra che a sinistra ) si era messo  in moto,  acquistando i terreni interessati dal PRG. Numerose  società di costruzioni erano scese in campo “fiutando” l’affare Nemi. Quindi,  qualunque intervento riduttivo dei mc previsti da quel  piano, sarebbe andato a  colpire gli  interessi particolari di queste.   Nel 1992 con  una variante al PRG  di salvaguardia, si ridussero  ancor più drasticamente i  mc di cemento. Si avviò così  un’altra guerra dei ricorsi  dei costruttori fra Tar e Consiglio di Stato.  Nel ’95 la sentenza del Consiglio di Stato lo annulla con la motivazione che si erano ridotte le cubature solo all’edilizia privata mentre si erano lasciate intatte quelle di edilizia popolare. L’amministrazione reiterò il PRG di salvaguardia con modifiche di recepimento della sentenza, cancellando alcune cubature destinate a zone  167. Nel frattempo intervenne la perimetrazione del Parco dei Castelli Romani che includeva tutto il territorio comunale. Contestualmente l’amministrazione di sinistra agevolò l’ edilizia privata legata ai restauri ed al riuso di manufatti abbandonati o fatiscenti del centro storico ed urbano per non sacrificare ulteriormente quegli operatori privati che volevano investire in modo alternativo e sostenibile  in linea con la vocazione turistica e  di salvaguardia del territorio nemese.  Soluzione  intollerabile  per  dei costruttori che  avevano  come unico interesse quello di  costruire e far fruttare al massimo  i loro terreni e che perciò fecero altri ricorsi.  

Nel ’99 cambio di colore amministrativo. A Canterani (sinistra)  subentrò Biaggi(destra). Nel 2001 l’amministrazione comunale,  della quale erano parte attiva anche alcuni degli attuali amministratori, sindaco compreso, produsse un  nuovo PRG, attraverso  il quale  venivano  ripristinate alcune zone  abitative, precedentemente cancellate, destinandole all’edilizia pubblica.

Considerazione:  la strategia messa in atto dalle precedenti amministrazioni, al di là se condivisa in toto o  meno, mirava comunque  a  fermare un  progetto che, potenzialmente,  poteva avere effetti disastrosi per l’intera comunità nemese. E, poi,  c’erano le azioni giudiziarie in atto   dei costruttori contro il Comune. Sarebbe stato logico, quindi,  che i nuovi inquilini dell’Ente proseguissero nel solco tracciato dai predecessori  continuando  a sostenerne i provvedimenti. Eventuali ripensamenti avrebbero, infatti,  esposto l’Ente al pericolo di  soccombere  nei    ricorsi in atto.  Con il nuovo PRG invece si scelse di cambiare. Una evidente sconfessione dell’impostazione precedente e soprattutto un grave errore tattico. Vediamo perché.

Se ci fosse stata condivisione sul fatto che la posta in gioco  era quella di  un  territorio messo in pericolo da chi ne voleva fare solo un  affare personale,sarebbe stato logico proseguire nel solco tracciato dal predecessore  mantenendo il punto sulla non edificabilità in todo  e   affrontando i ricorsi dei costruttori che puntavano ad evidenziare la disparità dei provvedimenti dell’Ente che favorivano solo l’edilizia pubblica.  Invece si mise  mano ad un nuovo PRG con il quale l’amministrazione Biaggi  aprì ad un  nuovo e  parziale  consumo di territorio,  commettendo, secondo noi, un gravissimo errore  tattico,  destinando questa nuova edificabilità all’edilizia pubblica. Come dire,  a Nemi si poteva   tornare a costruire, però  solo case popolari. Un autogol clamoroso. Era proprio l’accusa che i costruttori sostenevano  nel ricorso contro la giunta Canterani.  Praticamente  andò a rafforzare  quella che era l’accusa dei costruttori nei confronti dell’Ente nei precedenti ricorsi. Infatti nel 2002 i costruttori chiesero  il dolo e quindi che venisse riconosciuto loro un risarcimento. Nel 2010 il TAR da  loro ragione. L’amministrazione  Cocchi/Biaggi/Libanori/Bertucci avrebbe avuto un’altra carta da giocarsi: quella di un ricorso al Consiglio di Stato , evidenziando le ragioni che a suo tempo motivarono l’azione dell’ente: l’interesse pubblico-la tutela dei valori storico-ambientali, archeologici, sociologici, territoriali della comunità nemese, riconosciuti in seguito da enti sovra comunali (regione-provincia-ente parco-sovrintendenza archeologica). Invece, inspiegabilmente,decisero  di non ricorrere al Consiglio di Stato e la  sentenza divenne esecutiva

Recentemente il TAR ha quantificato  il danno ai costruttori a 300.000 euro. Purtroppo Bertucci e la sua giunta hanno deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato contro questa sentenza. Altro errore gravissimo. Nell’interesse della nostra comunità,  il Comune di Nemi avrebbe avuto il dovere di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che condanna l’Ente a risarcire alla società Ilcesa circa 300 mila euro. 

All’azione ricorrente avrebbe dovuto  altresì garantire  adeguato e convinto sostegno inteso ad evidenziare, non solo la ingiusta pretesa di risarcimento a fronte di un già avvenuto sostanzioso guadagno, ma, soprattutto,  i principi che hanno ispirato  le scelte politico-urbanistiche delle amministrazioni di centrosinistra,  riconducibili esclusivamente all’obiettivo di salvaguardare la nostra cittadina  da un attacco speculativo imponente che avrebbe devastato  il  territorio e stravolto  la sua comunità. 

Invece in questo modo , la giunta Bertucci  oltre a sconfessare i principi ispiratori suddetti,  in modo implicito, fa un ulteriore ammissione di colpa  che, in caso di ricorso al Consiglio di Stato della contro parte (ILCESA)  pone  quest’ultima  in una posizione di indubbio vantaggio, ed espone l’Ente a rischi economici ben più elevati.

Da anni, ormai, la questione Ilcesa tiene banco nella quotidiana razione di critiche che investe Nemi.  Una  vicenda  che  oggi viene  evocata anche come spettro di future disgrazie economiche che porterebbero  l’ente al dissesto economico.

“Se in futuro verranno meno i servizi essenziali per la comunità, la colpa è degli ex amministratori (passati e recenti) che con i loro errori hanno  dato origine alla storia” sono più o meno le parole  usate dal sindaco Bertucci in uno degli ultimi Consigli  in cui venivano resi noti alla cittadinanza l’entità del risarcimento, stabilito dalla recente sentenza del TAR, (300 mila euro) che il Comune è chiamato a risarcire alla società Ilcesa.

 Agitare questo “fantasma” è pretestuoso. Infatti nelle casse del Comune sono da tempo già stati accantonate somme ampiamente sufficienti (avanzo economico già accantonato circa 500.000 Euro) senza dover intaccare i servizi ai cittadini. Non vorremmo che questo mettere le mani avanti del sindaco  Bertucci sia propedeutico a coprire eventuali mancanze conseguenti   la sua incapacità amministrativa. 

Ultima considerazione: se non avessimo avuto altre opzioni, se non ci fossero state strategie alternative a quelle che hanno portato all’ultima sentenza del TAR ( abbiamo visto che invece c’erano) , comunque crediamo che per la  comunità nemese, questi 300 mila euro sono un danno  infinitamente minore rispetto   allo sfracello ambientale che si prospettava sul suo territorio e i costi che avrebbe dovuto affrontare per servizi come strade-fogne-acqua– e quelli non quantificabili dovuti al fatto che alterare profondamente e irreversibilmente questo territorio ne avrebbe di fatto cancellato la vocazione altamente turistica e di attività legate alla cultura, alla storia e all’ambiente, settori che hanno potenzialità economiche nel tempo durature ed eco-compatibili.

Il consigliere Libanori, in un recente Consiglio Comunale, ha promesso un dibattito pubblico sull’argomento.

Attendiamo fiduciosi !

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Cronaca

Roma, via Mezzoiuso nel degrado: Cittadini in piazza per la legalità

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Il 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00

Il 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00 i cittadini di Via Mezzoiuso manifesteranno per un ritorno alla legalità nel loro quartiere. È una questione che abbiamo seguito durante questa estate mostrando senza filtri il grave stato di illegalità e di insicurezza che questi cittadine e queste cittadine stanno vivendo.

Spazi comunali, a quanto ci dicono gli organizzatori della manifestazione, occupati abusivamente; baracche senza alcun servizio igienico trasformate in abitazioni di fortuna; accumulo seriale di immondizia e materiali pericolosi che hanno generato incendi gravissimi nel territorio.

Una vera e propria “sacca di illegalità” contro la quale i cittadini, riuniti in comitato spontaneo, stanno combattendo non volendo cedere nemmeno di un millimetro dalla loro posizione.

Accompagnammo, alla fine di luglio, l’amministratore di condominio, Monia Lustri, alla riunione della Commissione Sicurezza del VI Municipio richiesta proprio dai cittadini di via Mezzojuso per capire le ragioni di queste “immobilismo” da parte delle Istituzioni.


Anche stavolta abbiamo incontrato l’amministratore Monia Lustri alla quale abbiamo rivolto alcune domande:
Monia ci rincontriamo di nuovo e già ti dico che il 28 settembre come Osservatore d’Italia saremo presenti alla manifestazione proprio per documentare la vostra richiesta di legalità.


Ti faccio la prima domanda: avete deciso di organizzare questa manifestazione, come mi dicevi nelle tante telefonate di questi giorni, che la misura è colma.
Ma le promesse, le aspettative da parte delle Istituzioni, scusami, sono venute meno?

Buongiorno in realtà io non sono di Borghesiana ma rappresento alcune persone, miei condomini, che sono esasperati da una situazione ormai invivibile che non vede luce di essere fermata.
Non si riesce a capire chi abbia la competenza su cosa e perché non venga esercitata.
Come Amministratore del condominio interessato maggiormente dal problema, debbo rilevare l’annosa problematica che tale situazione ci porta, sia per la mole notevole di topi, entrati addirittura dentro gli appartamenti di alcuni condomini al piano terra, devastando tutto ciò che hanno trovato in giardino, sia trovandoli dentro le parti comuni del condominio e al piano 4 ultimo di 5 piani, accessibile con le parti comuni.
Per il pericolo che tale situazione comporta alla sicurezza dei condomini e del fabbricato poiché c’è una rampa privata in cui abbiamo scoperto esserci buttati a terra e accatastati: una ventina di estintori, dei motori di condizionatori, degli split, delle biciclette, dei monopattini, stendino e tanto altro creando il solito mucchio che se va a fuoco mette in serio pericolo tutto il fabbricato con i condomini o terzi, se non pure il vicinato.
Già dal mio esposto del 4/4/24 protocollato a tutti i soggetti interessati del Municipio VI Roma delle Torri e alla Polizia Locale del VI municipio di Roma delle Torri, tutto ciò che è seguito è il numero dei due protocolli: ad oggi ho capito che posso serenamente incorniciarli.

l’incendio avvenuto il 12 luglio 2024 in via Mezzoiuso

Non è servito a prevenire quanto è avvenuto in data 12 luglio 2024 in quanto un bruttissimo incendio in una proprietà, in buona parte privata, e il retro accessibile dal privato e non recintato, del Demanio, che ha bruciato una quantità spaventosa di materiali, baracchette, bombole del gas, scaldabagni o caldaie, e tanti altri che hanno portato un rischio per le stesse persone che ci vivono a tutt’oggi, a un dispendio notevole a tutt’oggi si sa che è stato a carico della collettività per lo spegnimento e la bonifica del luogo.
Non è ancora dato sapere se questi costi sono stati imputati ai proprietari che mettono a vivere in queste baracche prive di fogne e priva di acqua potabile delle persone di colore.
Senza alcun controllo dell’utilizzo che ne viene fatto.
Non risultano interventi di identificazione nonostante il giorno dell’incendio in un video si nota uno degli ospiti in asciugamano arancione accanto al camion dei vigili del fuoco intenti a cercare di spegnere le notevoli fiamme. Operazione durata tantissime ore. Che ha impiegato almeno una ventina di pattuglie della polizia di Stato per chiudere e monitorare per ore tutte le vie di accesso per interdirle. Non risulta alcuna operazione per fermare questo fenomeno.
Nonostante non solo i molti mesi passati dall’esposto ma almeno un anno o due dalle varie segnalazioni bonarie inviate per whatsapp al presidente anche per altre questioni anomale che riguardavano il contesto collegato relativamente all’acqua del condominio, argomento, questo, di notevole importanza di cui si potrà parlare successivamente.
Tale situazione porta accumuli di spazzatura mostruosi abbandonati a terra e attaccati ai nostri secchioni condominiali. Cosa che fa rizzare i capelli agli operatori della stessa Ama che puntualmente se la prendono con i miei condomini che invece, nella maggior parte, la differenziata la fanno bene
Insomma una situazione pesante che viene vissuta malissimo da tutto il vicinato che sinceramente non ne può proprio più.
Esserci rivolti al municipio non ha portato assolutamente ad alcun concreto interesse da parte loro a risolvere il problema.

IL VIDEO ESCLUSIVO DELL’INCENDIO IN VIA MEZZOIUSO DEL 12 LUGLIO 2024

La commissione che è stata convocata su mia richiesta al consigliere Licopodio era generica e non identificava il luogo come privato con persone messe li dai privati, ma veniva identificato come uno dei tanti accampamenti abusivi nati spontaneamente.
Non veniva citato minimamente che si trattasse di un terreno privato che non ha alcuna limitazione ad estendersi sulla parte pubblica del retro baracche.
La recinzione anche con muro e ringhiera da anni per strada e mai sistemata sta solo sul davanti che recinta la proprietà privata.
Nella convocazione si sono scordati di convocarmi nonostante la richiesta partiva da me. Mi diceva Licopodio quando mi ha invitata tramite Messenger di fb che non avevano i miei dati: poteva chiederli visto che ci eravamo sentiti svariate volte.
In effettivamente siamo molto sfiduciati e vediamo molto lontano un serio intervento delle istituzioni.

Quello che vi preoccupa, oltre alla situazione che state vivendo come cittadini, è la situazione ai limiti della decenza, delle persone che vivono nelle baracche e che sono, a vostro dire, vittime di un “vortice di situazioni” che li porta a vivere nella illegalità.
Ci preoccupa che sembra che alcuni cittadini abbiano carta bianca per far ciò che vogliono ed altri devono rispettare le leggi altrimenti su questi si agisce.
Quindi non riesco a spiegarmi perché non viene applicato lo stesso metodo su tutti.
E ci sono molti altri casi che possono far ciò che vogliono o lo fanno perché puntualmente i controlli li non vanno nemmeno a seguito di precise segnalazioni e questo onestamente è un tema che vorremmo estendere e che ci venga chiarito. Non riguarda solo questo caso.
Beh non saprei se le persone messe lì sono vittime.
Sarei invece interessata a sapere di cosa campano, perché ciò che vediamo accadere quotidianamente apre a molti dubbi ma non siamo noi cittadini a doverli approfondire.
Ci sono situazioni strane che accadono tipo le molte consegne a delle macchine che si fermano lungo la strada, consegne di cosa non è dato sapere.
Si sa solo che da moltissimo tempo, qualche anno, accade ciclicamente ma in orari sempre diversi e giorni diversi.
L’unica persona che risulta fermata a fine luglio di notte era il figlio di una condomina che rientrava dal lavoro. Persona che fa parte del gruppo non piccolo che lamenta e soffre di questa situazione che svaluta notevolmente anche i loro stessi appartamenti oltre la qualità di vita.

una delle “consegne” che avvengono per strada in via Mezzoiuso

Allora l’appuntamento è sabato 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00.
Cosa vi aspettate che succeda?

Il 28 settembre 2024 è previsto un Sit In in cui parteciperanno tutte le persone gravemente colpite da questa incessante situazione vivono ormai nel terrore che possa esplodere qualcosa.
E sinceramente anche io. Parliamo della situazione collegata sotto il palazzo.
Cosa ci aspettiamo? Che chi di competenza non perda più tempo ed intervenga poiché presumo abbiano in tal senso un obbligo giuridico.

È una donna combattiva Monia Lustri ed unisce alla sua la forza che gli viene dalle decine di donne, di mamme che vivono in via Mezzoiuso e chiedono, ormai da troppo tempo, di vivere in un luogo dove regni la legalità ed il rispetto perché ci dice alla fine: … che messaggio stiamo dando alle nuove generazioni?

Seguiremo, come sempre, l’evolversi di questa battaglia di legalità e, come sempre, se volete evidenziare criticità nelle vostre zone basta scrivere alla nostra redazione.
Vorrei aggiungere, ci dice in ultima battuta Monia Lustri, che basta vedere la situazione ai due leoni a San Biagio Platani, situazione molto diversa, per capire che se gli interventi non sono sufficienti le situazioni gravi continuano a sovrastare gli spazi pubblici e privati e si estendono come sta accade di lì.
A fine agosto dovevo incontrarmi con il titolare di una ditta e mi ero scordata che il bar riapriva il 2 settembre ebbi la pessima idea di andarci a piedi. Verso le 14 … arrivato il titolare della ditta mi ha detto che era stato addirittura fermato da dei tizi per sapere dove andasse.
Siamo proprio oltre la soglia.

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Castelli Romani

Velletri si prepara alla 93esima Festa dell’Uva e dei Vini: un weekend di tradizione e cultura

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Il 21 e 22 settembre 2024, il centro storico si trasformerà in un palcoscenico di sapori, musica e folklore

Velletri si appresta a celebrare la sua storica Festa dell’Uva e dei Vini, giunta alla 93esima edizione. L’evento, organizzato dalla Fondazione De Cultura e patrocinato dal Comune di Velletri, dalla Regione Lazio e dal Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, si terrà il 21 e 22 settembre 2024.

Il centro storico della città, da Piazza Garibaldi a Piazza Caduti sul Lavoro, sarà il cuore pulsante della manifestazione. Stand enogastronomici, degustazioni, attività culturali e spettacoli animeranno le vie e le piazze, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nelle tradizioni locali.

Tra gli eventi in programma, spiccano i Tour nelle Cantine Vinicole e il Salotto del Vino nelle principali piazze. L’inaugurazione ufficiale, sabato alle 16, vedrà la partecipazione della Banda Città di Velletri Umberto Cavola e il corteo delle associazioni folkloristiche.

Non mancheranno momenti di intrattenimento per tutte le età: dalla Corsa delle Botti alla pigiatura tradizionale, dai concerti agli spettacoli degli Sbandieratori. Per i più piccoli, sono previste attività dedicate nel Camelieto.

La domenica si aprirà con il raduno dei Bersaglieri e proseguirà con una serie di eventi, tra cui la cerimonia di riempimento delle Botti e spettacoli musicali. La serata si concluderà con il gran concerto finale di Greg e the Frigidaires in Piazza Caduti sul Lavoro.

L’edizione 2024 si propone di valorizzare ogni angolo del centro storico, coinvolgendo attività commerciali e monumenti. L’obiettivo è offrire ai cittadini e ai turisti un’esperienza unica, che coniughi tradizione, cultura e divertimento.

La manifestazione è resa possibile grazie al supporto di numerosi sponsor locali e all’impegno degli organizzatori. L’appuntamento è per tutti a Velletri, il 21 e 22 settembre, per due giorni di festa all’insegna della tradizione enogastronomica e culturale del territorio.

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Roma

Aggressione shock a Roma: coppia rincorsa da un uomo con un’ascia sulla via Cassia

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I Carabinieri arrestano un 43enne per tentato omicidio, cittadini sconvolti dall’accaduto

Una tranquilla serata sulla via Cassia si è trasformata in un incubo per una coppia di fidanzati, vittime di una violenta aggressione. Alle ore 19:30 circa, all’altezza del civico 700, i due giovani sono stati attaccati da un uomo in evidente stato di alterazione, presumibilmente dovuta all’assunzione di alcol. Il 43enne, di origine srilankese, li avrebbe prima insultati senza motivo apparente, poi avrebbe afferrato una bottiglia di vetro rotta e, successivamente, un’ascia, minacciandoli con l’urlo agghiacciante: “Ti ammazzo!”

Alcuni testimoni, terrorizzati, hanno immediatamente allertato i Carabinieri, mentre altri si sono precipitati alla Stazione di Roma Tomba di Nerone, a pochi passi dal luogo dell’aggressione. L’intervento rapido delle forze dell’ordine ha evitato il peggio: i militari sono riusciti a disarmare l’uomo e a metterlo in sicurezza. La coppia, fortunatamente, è riuscita a sfuggire all’aggressore senza gravi ferite, ma sotto choc ha raccontato la vicenda.

“È stato terribile, non riuscivamo a credere a quello che stavamo vedendo,” ha dichiarato uno dei residenti che ha assistito alla scena. “Sentire quelle urla e vedere un uomo rincorrere due ragazzi con un’ascia in mano è stato qualcosa che non dimenticherò mai.”

Un altro testimone, ancora visibilmente scosso, ha aggiunto: “Questa è una zona tranquilla, passeggiamo spesso qui, ma ora siamo tutti spaventati. È impensabile che qualcosa del genere possa accadere sotto i nostri occhi.”

Il 43enne è stato arrestato e condotto presso la caserma dei Carabinieri, dove, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Roma, è stato formalmente accusato di tentato omicidio. Attualmente si trova detenuto presso il carcere di Regina Coeli, mentre il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e imposto per lui la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana in caserma.

La comunità locale è sotto shock, chiedendo maggiore sicurezza e più controlli nella zona. “Non ci sentiamo più sicuri,” ha commentato una residente. “Dopo questo episodio, ci chiediamo se sia davvero possibile vivere in pace nelle nostre strade.”

L’aggressione ha riacceso il dibattito sulla sicurezza pubblica a Roma, con molte persone che sollecitano un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine, soprattutto nelle aree residenziali periferiche come quella della Cassia.

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