NEMI (RM) – BorgoDiVino ha invaso il piccolo paese delle fragole con deliziose bancarelle. Spicca all’occhio un meraviglioso carretto a vino degli inizi del ‘900. Il presidente del gruppo Folcloristico Equestre dei Castelli Romani lo ha sistemato questa mattina. In tante occasioni ha curato l’esposizione dei carretti a vino. E questo carretto in piazza Umberto I a Nemi ne ha fatti di chilometri.
Dai Castelli alla Capitale
Buona parte del vino prodotto nell’area castellana veniva trasportato a Roma. A notte fonda partivano in gruppi di quattro carretti per farsi compagnia durante il viaggio e all’alba si ritrovavano fermi in lunghe code alle barriere del dazio dove, i più accorti, avevano già fatto sdaziare il prezioso carico da ambulanti che avevano anticipato pagando per loro, dietro un compenso molto modesto.
Com’è fatto il carretto a vino?
I tortori che, infilati al molinello, stringevano forte le funi per impedire ai barili di muoversi, e dello stesso colore a strisce era anche la timonella, una sorta di lungo e robusto bastone forcuto che si trova sul fianco destro del carretto, sia per reggere la stanga che per bilanciare il peso durante le operazioni di scarico. Sotto il carretto, il corno di montone con l’olio per la lubrificazione dei mozzi delle ruote e, un ferro di cavallo aruzzinito contro la jella. Magnifico e degno rappresentante di folklore e tradizione dei Castelli Romani