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di Ivan Galea
NEMI (RM) – A Nemi la monnezza approda direttamente al pozzo che serve acqua potabile alla popolazione.
E così dopo quasi un anno che questo giornale denuncia un'area abusiva, distante circa 60 metri dal pozzo di acqua, dove in barba alla legge avviene una gestione rifiuti – carico e scarico della monnezza cittadina – da parte della società incaricata della raccolta, i rifiuti arrivano direttamente all'ingresso del sito dove sono collocati gli impianti idrici del pozzo d'acqua. Eppure, oltre a pubblicare tabella di denuncia fin dallo scorso mese di luglio, con tanto di foto e filmati che comprovano l'attività illecita, abbiamo provveduto a informare tutte le Autorità preposte: Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato, Polizia locale di Nemi, Acea, Arpa Lazio, Procura della Repubblica di Velletri, Garante regionale dell'acqua, Parco Regionale dei Castelli Romani. E in ultimo abbiamo anche provato a sollecitare chi ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini con le parole pronunciate dal Santo Padre in occasione della giornata mondiale dell'acqua.
Ma nulla di fatto. Dopo quasi un anno di denunce il mondezzaio abusivo oltre a non essere stato eliminato sembra ora espandersi per approdare alle porte del sito dove viene prelevata l'acqua che serve la popolazione. L'unica risposta che abbiamo avuto qualche mese fa è stata: "le indagini procedono". Speriamo bene e soprattutto speriamo che quando le indagini si concluderanno non sarà troppo tardi per una falda che oggi appare di tutta evidenza a rischio inquinamento.
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