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di Chiara Rai
Nemi (RM) – Un episodio degno di essere raccontato perché mostra la totale mancanza di sensibilità nei confronti della comunità dei magrebini che vive da oltre 30 anni a Nemi. Il protagonista di questa inaccettabile vicenda è Hassan e la sua famiglia, ormai cittadino italiano investito, anni fa, addirittura della carica di cittadino onorario di Nemi. Domenica 10 maggio 2015 Nemi è tutta in festa per la lodevole iniziativa BorgoDivino che ha portato nella piccola cittadina delle fragole visitatori incuriositi dagli altri paesi limitrofi e dall’intera provincia romana.
Hassan ha allestito, come sempre fa da tempo immemore durante i fine settimana, il suo piccolo bazar ambulante in piazza Roma a Nemi: un piccolo spazio che non ha mai dato fastidio a nessuno e che ormai è diventato una consuetudine consolidata negli anni. Hassan non ha invaso il corso di Nemi, non ha intralciato affatto gli stand di Borgo Divino ma si è posizionato, come sempre, in un piccolo angolo nella grande area terrazzata antistante piazza Roma, proprio sopra la scuola di Nemi.
Come lui c’è anche il venditore di leccornie che a differenza di Hassan si trova però sul corso principale: frutta secca, rabarbaro e caramelle. Ma chi ha dovuto smontare in fretta e furia il suo piccolo stand è stato proprio Hassan dopo che la mattina di domenica 10 maggio 2015 il sindaco di Nemi Alberto Bertucci si è presentato da lui e gli ha detto di sgomberare l’area. Hassan ha le lacrime agli occhi, si è sentito profondamente offeso perché è stato l’unico a dover “levare le tende” e andarsene in una giornata di sole, una domenica come tante solo con in calendario una iniziativa dedicata al vino.
A raccontarci questo episodio è Vairo Canterani, storico leader della sinistra nemese e della lista civica “Nemi per Sempre” nonché ex sindaco di Nemi: “E’ un’azione ignobile e di denigrazione verso i nostri amici macrebini ma ormai italiani a tutti gli effetti perché risiedono da almeno 40 anni a Nemi – dice Canterani – eppure il primo cittadino – Alberto Bertucci – in persona ha cacciato Hassan con modalità non certo degne delle “sacre famiglie” che vanno in chiesa a battersi sul petto la domenica. Hassan non ha mai dato fastidio a nessuno, stava, come sempre, insieme alla sua famiglia con il suo piccolo bazar e non dava fastidio a nessuno”.
Vairo Canterani incalza apostrofando questo gesto come d’ “intolleranza” nei confronti di “fratelli” che Nemi ha da subito accolto come parte integrante della comunità: “l’unico che ha dovuto andarsene è stato Hassan – incalza Vairo Canterani – mi ripeto: meraviglia davvero come questo gesto sia stato perpetrato da chi non salta neppure una messa la domenica e dovrebbe agire da buon padre di famiglia, senza fomentare, soprattutto in un periodo delicato come questo dove si deve mostrare più che mai accoglienza e solidarietà, rabbia attraverso comportamenti che possono essere anche interpretati come discriminazioni vere e proprie”.
Non sappiamo quali motivi ci siano dietro la “cacciata” di Hassan: qualsiasi motivo sia certamente non giustifica le modalità del gesto e i toni che hanno fortemente offeso il cittadino onorario. Vairo Canterani ha preso le sue difese e ha deciso di parlare.
Di episodi di questo genere purtroppo ce ne sono stati altri in passato: basti pensare all’aggressione verbale verso una dipendente comunale da parte del sindaco di Nemi Alberto Bertucci. O ancora i fatti che hanno interessato il vigile Filippo Merlonghi che da persona stimata dal sindaco è letteralmente scomparso dai ricordi di tutti, affogato da precetti.
Solidarietà ad Hassan da tutta la redazione de L'Osservatore d'Italia.
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