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NEMI – GENZANO: TUTTE LE “CYNTHIA” PAZZE PER GIOVANNI LIBANORI

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Tempo di lettura 6 minuti Dunque, la Diana Cynthia paga e le altre ASD si fanno belle con i dindi degli altri?

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di Chiara Rai

Nemi / Genzano (RM) – E’ polemica sulla gestione dello stadio Luciano Iorio di Nemi strappato ai nemesi doc. Venire a capo delle vicende delle varie ASD non è semplice specialmente se c’è confusione tra nomi simili e denominazioni di società facilmente confondibili. Certo partendo da un semplice comunicato stampa, noi de L’osservatore d’Italia abbiamo ravvisato delle singolarità. Che vedremo e affronteremo con dovizia di particolari dopo aver raccontato il fatto scatenante che ci ha fatto appassionare alle vicende dello stadio Luciano Iorio di Nemi.

Tutto è iniziato nella vicina Genzano. Qui gira un volantino pubblicato anche sul sito ufficiale della ASD Cynthia 1920. Il volantino più che di carattere sportivo è palesemente di stampo politico. Si tratta di un attacco all’amministrazione Gabbarini per la gestione degli impianti sportivi genzanesi utilizzati dalla storica Associazione Dilettantistica Sportiva Cynthia 1920.

L’accusa agli amministratori è di non aver mantenuto le promesse fatte e quindi di non aver sufficientemente investito nelle strutture lasciando tutti gli oneri di manutenzione a carico della società sportiva Cynthia 1920. A firma del consigliere di maggioranza del Comune di Nemi Giovanni Libanori, il quale sul sito ufficiale risponde alla voce di Vicepresidente della Cynthia 1920, c’è un comunicato stampa che riporta testualmente: "Abbiamo risollevato la societa' genzanese e abbiamo eseguito importanti interventi di ristrutturazione, sia dei campi che degli spalti, offrendo maggiori spazi grazie all'utilizzo del "Luciano Iorio" di Nemi. Ora rischiamo di non poter svolgere gare ufficiali sui nostri campi e di dover dirottare le squadre altrove perche' sono scaduti i termini per il rinnovo delle autorizzazioni. Purtroppo il sostegno che l'Amministrazione ci aveva annunciato e le tante promesse fatte in realta' non sono state rispettate e a rimetterci saranno i calciatori genzanesi di tutte le categorie".

Sia il volantino che il comunicato fanno riferimento, tra l’altro, allo stadio di Nemi.

Rispetto al volantino pubblicato sul sito ufficiale Cynthia 1920, lo stesso presidente della ASD Cynthia 1920 Sandro Baldazzi si dissocia dalle parole scritte: “Mi dissocio dal volantino – dice Baldazzi – quelle sono parole che hanno un chiaro contenuto politico. Io non voglio assolutamente avere a che fare con la politica, la finalità della ASD Cynthia 1920 è sportiva. Fare questo manifesto è stato un errore. Ma comunque, circa 15 giorni fa si è dimesso da vicepresidente della ASD Cynthia 1920 Giovanni Libanori”.

L’assessore allo Sport del Comune di Genzano Patrizia Mancini direttamente colpita assieme al sindaco di Genzano Flavio Gabbarini da questo volantino firmato “Cynthia Calcio” ribadisce che si tratta di una mera strumentalizzazione politica: “Il presidente si è dissociato da questo volantino – dice Mancini – spiegherò nell’ambito di una conferenza stampa tutti i dettagli su quanto abbiamo investito a partire da 24 mila euro per fare il muro di recinzione al campo in questione a 5 mila euro per ripulire i bagni e via dicendo. Non confondiamo lo Sport con la politica e ai miei competitori politici dico di lasciar perdere i colpi bassi”.

Il continuo riferimento allo stadio di Nemi ci ha portato a fare delle serie riflessioni.

Giovanni Libanori nella sua nota parla di “utilizzo” e il volantino riporta “In questi mesi la nuova dirigenza, a proprie spese, ha: Dotato la società di un altro impianto sportivo (stadio Comunale di Nemi)”. Giovanni Libanori come da visura camerale della società di capitali Cynthia 1920 Srl aggiornata al 4 febbraio 2014 risulta essere tra gli amministratori con la carica di vicepresidente. Ma allora si è dimesso o no? Perché ad oggi agli atti ufficiali queste dimissioni non risultano.

Non vi è dubbio alcuno, quindi, sul fatto che la Asd Cynthia 1920 utilizzi e si pregii di essersi dotata dello stadio di Nemi.

Mentre la Cynthia 1920 si vanta di essersi dotata dello stadio nemese c’è chi non appare così di frequente sulle cronache sportive ma bensì paga 36 mila euro l’anno, almeno sulla carta, non si sa per quale intrinseco spirito di sacrificio. Si tratta della nuovissima ASD Diana Cynthia, l’associazione residente a Nemi ma con il presidente di Genzano Erminio Tardioli che sostanzialmente ha interrotto il sogno del gruppo storico di Nemesi di rimettere in piedi la Nuova Diana Nemi che si è costituita il 1 agosto 2013, e la cui presidenza fa capo allo storico allenatore Antonio Fortuna. L’associazione dilettantistica contava di rientrare il prima possibile nell’impianto sportivo e in merito avevano anche ricevuto delle rassicurazioni ma poi nei fatti è successo altro perché, si può facilmente presumere, che le capacità di contribuzione economica per la manutenzione dello stadio da parte della Nuova Diana Nemi non fosse tanto facinorosa quanto la nuovissima ASD Diana Cynthia.

Tutto inizia dai sigilli al campo sportivo che arrivano a luglio del 2012.

A novembre dello stesso anno si viene a sapere che oltre all’ex sindaco Cinzia Cocchi e all’ex sindaco Alessandro Biaggi, sono risultati indagati anche il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”. Alberto Bertucci in veste di amministratore del Comune di Nemi, nell’ordinanza 21 del 26 agosto 2010 “falsamente attestava, riferendosi al campo sportivo Iorio di Nemi” l’idoneità del campo, visto il certificato di agibilità del campo di gioco che consente agli spettatori di accedere alle tribune in muratura e ciò sebbene l’impianto sportivo fosse privo di certificato di agibilità, privo di attestazione di allaccio alla pubblica fognatura, privo di certificazione antincendio e addirittura composto da alcuni manufatti abusivi (tribuna per ospiti, toilette, due magazzini, spogliatoi e club House).

E’ risultato indagato per lo stesso reato anche il consigliere di maggioranza del Comune di Nemi Giovanni Libanori perché addirittura si sarebbe spacciato per il sindaco di Nemi attestando la perfetta idoneità del campo sportivo. Insomma la Procura ha sequestrato tutto e ancora si attendono le conclusioni di queste indagini. A questo punto, l’amministrazione di Alberto Bertucci ha inizato a fare i lavori per poter rimettere in piedi il campo sportivo e ottenere quindi il dissequestro.

Per l’amministrazione di Alberto Bertucci arriva una schiarita di nubi grazie alla delibera di giunta del 19 giugno del 2013 nella quale si ripercorre con molta chiarezza l’escursus del campo sportivo Luciano Iorio. A maggio del 2013 viene concesso il dissequestro con utilizzo per svolgimento di incontri a porte chiuse dopo i lavori di adeguamento effettuati dall’amministrazione di Alberto Bertucci.

Il Comune di Nemi però deve essere in grado di coprire i costi gestione del campo come si legge nella delibera di giunta: “il Comune deve garantire una quota minima di copertura dei costi di gestione pari al 36% dei medesimi e può arrivare fino ad una copertura massima del 100%”. Per coprire i costi di gestione che ammontano storicamente a circa 36 mila euro l’anno l’Ente può ricorrere alle convenzioni. E allora che succede? Per non trovarsi pagamenti sulle spalle il Comune di Nemi ha indetto un bando di gara e, fato ha voluto, che rispondesse al bando un nuovo soggetto, non veterano del settore, disposto a pagare tale somma.

La curiosità ci spinge a chiederci: ma quali sponsor sono così coraggiosi da investire in una nuova ASD addirittura da permettere alla stessa di sostenere tali ingenti costi di gestione? E aggiungiamo che il Comune di Nemi (come da delibera del 19 giugno 2013) si è riservato la facoltà di permettere l’utilizzo anche ad altre ASD del territorio come ad esempio la Cynthia 1920 che si vanta addirittura di essersi dotata di tale impianto, previa richiesta di utilizzo del campo sportivo a mezzo apposito modulo allegato alla delibera 64 del 19 giugno 2013.

Queste ASD possono usufruire del campo a cifre irrisorie rispetto a quanto pagato dalla Diana Cynthia. Si parla di 3 mila euro oppure di 100 euro a seconda della frequenza o meno dell’utilizzo dello stadio nemese.

Dunque, la Diana Cynthia paga e le altre ASD si fanno belle con i dindi degli altri?

Ci sia consentita questa interrogazione. Ecco in conclusione come può essere spiegato il fatto che la Nuova Diana Nemi sia stata messa da parte e quindi non abbia stipulato convenzioni e non sia stata la squadra gestore dello stadio di Nemi: probabilmente non aveva 36 mila euro l’anno da corrispondere al Comune. Chissà se la Diana Cynthia, aldilà delle mere formalità abbia effettivamente versato nelle casse comunali cotanto importo. Ai tecnici l’arduo bilancio.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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