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NEMI, GARA PERINO: QUELLA "LETTERINA" DELLA GALANTI ALL'ANTICORRUZIONE… DOPO L'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

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Tempo di lettura 6 minuti L'ABC delle gare negoziate, istruzioni per l'uso. Commenti ad una difesa senza "tabulas"

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[LETTERA INVIATA DALLA RESPONSABILE DELL'UFFICIO TECNICO DEL COMUNE DI NEMI ROSANNA GALANTI, SUCCESSIVAMENTE ALL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA DEL 26/12/2014, ALL'AUTORITA' ANTICORRUZIONE]

 

di Chiara Rai
Nemi (RM)
– Excusatio non petita, accusatio manifesta (Scusa non richiesta, accusa manifesta), a volte basterebbe ammettere le proprie mancanze e cercare di fare chiarezza su una questione che ha davvero troppi punti oscuri e che riguarda l'affidamento dei lavori d’illuminazione in via del Perino a Nemi che ci costeranno, alla fine dei conti, una cifra stratosferica. Ma questo sarà oggetto di un nostro prossimo dettagliato articolo sull’intero “caso Perino”.

Esimio, Avv. Gianluca Piccinni, ho letto con molta attenzione la rettifica che Lei ha stilato in nome e per conto dell’architetto Rosanna Galanti in merito l’articolo "Nemi, Perino: Bufera sull'ufficio tecnico. Interviene l'anticorruzione". 

Personalmente avrei parlato di diritto di replica (e non di rettifica) perché le dico francamente che non ci sono imprecisioni o “circostanze inveritiere” da evidenziare.  Ma comunque è stato nostro piacere e prima di tutto dovere pubblicare quella che nei fatti si presenta come la personale versione che l’architetto Rosanna Galanti le ha illustrato ai fini di questa sua scritta.

Iniziamo col dire che la nostra attenzione è rivolta all’architetto Rosanna Galanti per il semplice fatto che è lei il responsabile dell’Ufficio Tecnico ed è lei che ha firmato la determinazione N°696 del 22/12/2014. Nella determinazione si fa riferimento ad un verbale allegato alla stessa che però di fatto non è presente sull'Albo Pretorio, in barba alla trasparenza.  Dato che si parla di “circostanze inveritiere” e quindi indirettamente si mette in discussione la mia professionalità e del quotidiano che rappresento mi preme risponderle con ulteriori circostanziati dettagli, rispetto a quelli  già pubblicati nei precedenti tabella. Dettagli  che sono comunque al vaglio della Magistratura e dei quali presumo Lei non sia al corrente

Intanto le premetto che nell’articolo è chiaramente evidenziato che si parla di “rischio” di debito fuori bilancio e tra l’altro è una formulazione interrogativa posta tra virgolette perché ad affermarla, oltretutto, è un terzo soggetto. Ma avremmo potuto formulare anche noi della redazione la stessa interrogazione che è cosa ben diversa da una affermazione.

Ma veniamo al sodo. Non avremmo voluto scendere nei particolari ma è nostro obbligo, a questo punto, spiegarci meglio. Intendiamo smentire le affermazioni contenute nella rettifica non tanto “per tabulas” giusto per citare una locuzione latina e poi non citare atti inerenti il caso del Perino ma “per tabulas” nel senso più proprio del latinismo ovvero mediante prove scritte, documentali che riguardano il caso in questione. Spariamo la cosiddetta “prova regina” come spesso si sente dire nei casi di “nera”.  E’ davvero regina perché si sa che i documenti di un ente pubblico hanno un peso, portano un numero di protocollo e una data impressa.

Il 26 gennaio 2015 il responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti prende carta penna e timbro del comune di Nemi e firma una posta certificata legale niente meno che inviata all’Anticorruzione.

La lettera parte dopo il nostro articolo sul Perino datato 26 dicembre 2014 nel quale parlavamo appunto di presunta parentela tra due titolari di due ditte partecipanti alla gara d’appalto per l’affidamento dei lavori di illuminazione in via del Perino.

Con estrema precisione abbiamo scritto, sempre “per tabulas”, che le ditte invitate dal Comune di Nemi alla procedura negoziata con lettera del 4 novembre sono state le seguenti: COS.I.T.E. SRL, EDIL IMPIANTI SRL, M.PLANT SRL, DE.NE.DA. SRL, PASSARELLI SRL. E abbiamo anche scritto che “Tra i soci della COS.I.T.E. SRL figura Borri Emanuela che detiene il 90% delle quote oltre ad essere l’amministratore unico e dal 23 luglio 2014 anche responsabile tecnico. E’ interessante sapere che la COS.I.T.E. SRL era precedentemente denominata BORRI GIANNI & C. Società in nome Collettivo di cui Borri Gianni era il socio accomandante, carica poi cessata nel 1998. Balza all’occhio che una delle altre ditte invitate dal Comune, a partecipare alla procedura negoziata, è la EDIL IMPIANTI SRL che ha come amministratore unico e direttore tecnico Borri Gianni. Inoltre Borri Gianni e Borri Emanuela li ritroviamo insieme nella società centro sportivo Le Colline società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata”.

Ebbene l’architetto Galanti dopo il nostro articolo ha scritto in maniera molto astrusa all’Anticorruzione chiedendo:se ci si può trovare in una situazione di controllo di fatto con un’altra impresa e di poter considerare  di aver formulato l’offerta alla gara, a cui è stata invitata a partecipare altra impresa i cui proprietari delle relative quote RISULTANO ESSERE I GENITORI DELLA TITOLARE DELLA QUOTA DI MAGGIORANZA DELLA DITTA OFFERENTE”. In questa breve lettera si chiede all’Anticorruzione una risposta “in tempi brevi considerato che questo Ente (ndr Il Comune) deve procedere in merito all’opera pubblica oggetto del presente quesito e finanziata da un contributo regionale, dove è necessario procedere in tempi brevi”. Ma quando Rosanna Galanti scrive questa missiva all’Anticorruzione la gara del Perino è già bella che partita. Tralasciando la forma e il lessico con cui Rosanna Galanti formula il quesito all’Anticorruzione ci chiediamo se a questo punto può reggere l’arringa di difesa esposta dall’Avvocato Piccinni.

Le carte parlano chiaro e sono tutte allegate all’articolo: Il Comune ha consapevolmente INVITATO 5 ditte a partecipare alla gara (nell’invitarle l’ufficio Tecnico ha verificato QUALI ditte fossero? O Rosanna Galanti non si è interessata di questo cruciale particolare?.
Poi Piccinni asserisce che la gara si è svolta con quattro imprese ma di fatto sono state invitate 5 ditte e due di queste vedono come titolari padre e figlia. Questi rilevanti PARTICOLARI vanno assolutamente verificati prima di dare vita ad una procedura negoziata per l’affidamento di un appalto e non lo diciamo noi lo sancisce la massima Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (ANAC).

Per cui risulta inappropriata l'asserzione di Piccinni quando scrive che: “la Commissione di gara, presieduta dall' Arch. Galanti, nella seduta del 17/11/2014 ha dichiarato irricevibile per tardività l'offerta presentata dalla società Edil Impianti s.r.l. e l'ha esclusa dalla gara” e che “la società Edil Impianti s.r.l. non ha partecipato alla gara e che l'intero plico contenente la documentazione di gara è stato rispedito al mittente senza essere aperto”. In questi termini l’avvocato Piccinni vorrebbe significare che Galanti, dato che non ha aperto neppure il plico, di fatto non ha potuto effettuare le verifiche di accertamento di eventuali collegamenti tra le due imprese.

Ma questo particolare risulta poco rilevante perché l’Anac parla chiaro in proposito: i controlli sulla par condicio vanno fatti nel momento in cui si invitano le ditte alla procedura negoziata. Al punto 2.4 della Determinazione Anac  n. 2 del 6 aprile 2011 concernente le  “Indicazioni operative inerenti la procedura negoziata” si legge che:  "Le due fasi sono distinte: l’indagine di mercato è preordinata esclusivamente a conoscere l’assetto del mercato, quindi i possibili potenziali offerenti ed il tipo di condizioni contrattuali che essi sono disposti a praticare, senza alcun vincolo in ordine alla scelta finale; la gara informale implica, invece, anche una valutazione comparativa delle offerte, comportando per la stazione appaltante, indipendentemente dalle eventuali regole stabilite in via di autolimitazione, l’obbligo dell’osservanza dei principi di "par condicio" e trasparenza nelle lettere di invito.

La norma dispone, poi, che i soggetti selezionati vengano invitati a formulare un’offerta: la relativa lettera di invito deve contenere le informazioni sugli elementi essenziali della prestazione e sul criterio di valutazione dell’offerta. E’, quindi, posto in capo alla stazione appaltante l’obbligo di definire, specificamente e preventivamente, i criteri di selezione ed i livelli minimi di capacità richiesti, nonché di individuare gli operatori cui inviare la lettera di invito a  presentare l’offerta.

Il procedimento può essere  così schematizzato:

    1.  determina a contrarre
    2. ricerca di mercato
    3. selezione degli operatori da invitare
    4. invio lettere d’invito
    5. presentazione delle offerte
    6. scelta del miglior contraente, sulla base dei criteri di valutazione dell’offerta indicati nella lettera di invito"

L'ANAC quindi non lascia nessun dubbio a interpretazioni: il Comune nell’invitare le ditte deve accertarsi che sia garantito il rispetto di par condicio tra esse. Pertanto il principio non risulta essere stato rispettato come del resto rilevato dalla stessa Autorità Garante nel caso del Perino.

Nella determinazione N°696 del 22/12/2014 a firma Rosanna Galanti c’è scritto che sono state invitate le cinque ditte di cui sopra.

Allora la domanda sorge spontanea:  Galanti ha controllato quali ditte ha invitato o ha pescato dal mazzo ad occhi chiusi e poi dopo il nostro articolo di denuncia si è preoccupata di scrivere all’Anac per chiedere conforto? 

Stando alla tesi di difesa della Galanti, dunque, la stessa avrebbe potuto addirittura invitare padre, figlia, cugina e suocera alla stessa gara senza accorgersene tanto non vale chi inviti ma conta chi vince. Ma che discorso assurdo è questo?

Purtroppo per Piccinni che asserisce che “non rileva a nulla” il parere espresso dall’Anac proprio perché Galanti  ha dichiarato irricevibile per tardività l'offerta presentata dalla società Edil Impianti s.r.l. , il fascicolo aperto dall’Anac su questa gara è invece circostanziato e preciso nonché perentorio. 

Ci chiediamo, inoltre, come mai il plico della Edil Impianti srl di Borri Gianni sia stato rispedito al mittente anziché essere messo agli atti comunali come "arrivato in ritardo".

Intanto chiediamo che venga pubblicato sull’ albo pretorio online del Comune di Nemi anche il verbale di gara. Questo per dovere di trasparenza amministrativa. Ma visto l’esposto di Assotutela in magistratura probabilmente il fascicolo inerente il Perino non sarà più nelle disponibilità comunali e quindi aspetteremo con pazienza l’esito di queste indagini.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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