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Roma

NEMI: GARA PER ILLUMINAZIONE PERINO ALL’AUTORITA’ ANTICORRUZIONE

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Tempo di lettura 2 minutiIl nostro quotidiano ha chiesto chiarimenti all’Autorità Anticorruzione, la quale ha specifiche competenze della materia

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Redazione

Nemi (RM) – L'ufficio Tecnico del comune di Nemi ha recentemente affidato in via provvisoria un appalto di circa 122 mila euro alla ditta COS.I.T.E. Srl risultata aggiudicataria a seguito delle espletate procedure di gara dello scorso 17 novembre 2014 e che ha vinto con un ribasso del 7% dell’importo a base d’asta.

Con un precedente articolo dello scorso 26 dicembre 2014 [NEMI: NEBBIA SULLA GARA PER L'ILLUMINAZIONE DEL PERINO] questo quotidiano poneva dei quesiti all'attenzione dell'ufficio Tecnico del Comune di Nemi riguardo presunti rapporti di parentela tra i titolari della ditta aggiudicataria – COS.I.T.E. Srl – e un’altra ditta invitata dal Comune la EDIL IMPIANTI SRL, chiedendo quindi pubblicamente all’ufficio Tecnico del Comune di Nemi di voler fare chiarezza sulla questione.

Infatti, a seguito di approfondimenti eseguiti dalla nostra redazione è risultato che il legale rappresentante – amministratore e proprietario del 90 per cento delle quote societarie – della COS.I.T.E. Srl è Borri Emanuela e che il legale rappresentante – amministratore della EDIL IMPIANTI SRL è Borri Gianni. Lo stesso nel 1998 era nella compagine societaria della COS.I.T.E. Srl allora denominata BORRI GIANNI & C. Inoltre, a giustificare la richiesta di chiarimenti al Comune di Nemi su presunti rapporti di parentela tra i due soggetti è il fatto che Borri Gianni e Borri Emanuela li ritroviamo insieme nella società centro sportivo Le Colline, società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata.

E' opportuno segnalare che, nonostante la legge sulla trasparenza sia chiara in proposito, non è possibile visionare dall’albo pretorio del Comune, il relativo verbale inerente le offerte dei vari concorrenti al bando di gara per l’illuminazione del Perino.

Tra l’altro, il Consiglio di Stato in una sentenza, che non riguarda il Comune di Nemi, ha messo in rilievo come un collegamento tra imprese partecipanti sia invero vietato dalla legge e pertanto conferma l’annullamento degli esiti di una gara indetta da una amministrazione locale la quale ha presentato ricorso in appello.

Infatti vi erano stretti legami familiari tra le due società partecipanti. E’ lasciata alla stazione appaltante (o, in suo difetto, al Giudice amministrativo) di valutare anche senza la previa tipizzazione di fatti e situazioni, i vari fenomeni di collegamento suscettibili comunque di intaccare i principi che presiedono allo svolgimento delle gare pubbliche tra i quali la segretezza delle offerte e la par condicio dei concorrenti.

Per il momento i quesiti rimangono ancora in piedi. Data l’evidenza dell’interesse collettivo in questa questione che riguarda i soldi dei cittadini stessi, il nostro quotidiano ha chiesto chiarimenti all’Autorità Anticorruzione, la quale ha specifiche competenze della materia e vigila sulla trasparenza e correttezza degli appalti pubblici.

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