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Roma

NEMI, FIUME DI REAZIONI DOPO IL SUCCESSO DELLA PROIEZIONE "FREE CHINA"

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Tempo di lettura 2 minutiL'evento promosso da Insieme per Nemi continua a sucitare riflessioni

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A.P.

Nemi (RM) – Un fiume di reazioni a seguito della enorme partecipazione in occasione della proiezione di "Free China" promossa da Insieme per Nemi.

E' la volta di Francesca Rotondi, la quale ancora entusiasta del successo ottenuto, ha voluto parlarci della pratica Falun Dafa: "Quando ho iniziato a praticare la Falun Dafa sono venuta a conoscenza della crudele persecuzione ancora in atto da parte del regime cinese verso il Falun Gong – racconta Francesca –  e per me è stato davvero scioccante. Spesso mi viene chiesto "Va bene, ma anche in altre parti del mondo ci sono situazioni critiche e persecutorie, perchè dovremmo interessarci della Cina?" Le persone non sono sempre consapevoli fino a che punto sono coinvolte. La Cina, come riferito anche in Free China, è la seconda potenza economica mondiale dopo l'America. Fermiamoci un attimo a riflettere: ogni volta che andiamo semplicemente ad acquistare capi di abbigliamento, calzature, giocattoli a basso costo, basta prestare un minimo di attenzione in più per leggere le etichette dove viene riportata la provenienza. A volte dietro il nostro acquisto si può nascondere il lavoro forzato nei centri di detenzione cinesi, dove vengono sfruttati bambini, donne e uomini innocenti, molto spesso praticanti della Falun Dafa.

Non andiamo in questo modo a ricompensare pure i responsabili di queste disumane violazioni dei diritti umani? Considerando anche il macabro mercato dei trapianti di organi – prosegue Rotondi – dove le vittime non sono consenzienti, e alle quali viene effettuato l'espianto degli organi da vive per mantenere l'organo più sano possibile per il trapianto, come possiamo restare indifferenti? Ci sono persone coraggiose in Cina che continuano a lottare per la libertà di credere. In occidente non possiamo ignorare questo diritto e questa dignità universali. Il coraggio di credere. Cosa possiamo fare? Già solo utilizzando i nostri account dei social media (Facebook, Twitter, ecc.) per diffondere la verità è già prendere una posizione e non essere complici silenziosi di questa atroce crudeltà."

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