Roma
NEMI: ECCO TUTTO QUELLO CHE BISOGNA SAPERE SU PALAZZO RUSPOLI
Tempo di lettura 8 minutiLa Regione Lazio approva dopo 11 anni il progetto di recupero del castello. L’Osservatore d’Italia interpella la Poligest S.p.A., società proprietaria dell’immobile.
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9 anni faon
di Ivan Galea
Nemi (RM) – Arriva dopo ben 11 anni l'approvazione da parte della Regione Lazio della proposta di accordo di programma per la realizzazione dell'intervento relativo il recupero di Palazzo Ruspoli a Nemi, in variante al P.R.G.
La proposta di accordo della Poligest S.p.A, società proprietaria del castello, all'epoca disponibile ad un notevole investimento per il Palazzo e per Nemi, fu discussa nel consiglio comunale di Nemi del 14 febbraio 2004 dove sotto l'allora giunta guidata dal sindaco Alessandro Biaggi venne approvato il progetto e adottata la conseguente variante urbanistica. Il 25 maggio 2004, si tenne un nuovo consiglio comunale finalizzato a verificare eventuali osservazioni e opposizioni riguardo l'approvazione del progetto di restauro di palazzo Ruspoli precedentemente deliberata nella seduta del 2 marzo 2004. Si tenne quindi, il 2 marzo 2005, la conferenza di servizi tra le parti interessate – Poligest S.p.A., Comune di Nemi, Provincia di Roma, Agenzia Sviluppo Provincia (ASP), Regione Lazio – per discutere la fattibilità del progetto relativo il recupero dell'antico maniero che sovrasta piazza Umberto I a Nemi.
Un silenzio lungo 8 anni A questo punto, la pratica passa all'Agenzia Sviluppo Provincia (ASP) ed alla Regione Lazio, ma su essa cala il sipario e la scena rimane deserta: scatta un silenzio sull'intero progetto che dura ben 8 anni, fino a quando il 2 ottobre 2013 e poi il 15 gennaio 2014, con l'ASP ormai in liquidazione, si tengono ulteriori due conferenze di servizi.
L’approvazione del progetto E così si arriva alla fatidica data del 20 gennaio 2015, ben dopo 11 anni, con l'approvazione regionale dell'accordo di programma per il restauro di palazzo Ruspoli.
Il cambio di destinazione d’uso Il progetto, così come descritto nell'approvazione regionale, non riguarda solo il recupero del palazzo, ma anche il cambio di destinazione d'uso che passa da “Misto – Residenziale, servizi pubblici o privati” a “zona F – attrezzature di servizio e norma speciale per il Castello”. Si parla quindi di una struttura turistico ricettiva soggetta alla disciplina delle Strutture Ricettive Alberghiere. Prescrizioni per il soppalco dell’ambiente destinato a reception, così come la scala della torre saracena che dovranno essere oggetto di progettazione di dettaglio; La Regione Lazio infine subordina il rilascio del permesso di costruire del Comune di Nemi alla sottoscrizione da parte dell’operatore privato – Poligest S.p.A. – di atto d’obbligo finalizzato al mantenimento della destinazione d’uso degli immobili per un congruo tempo (15 anni), al termine del quale la destinazione d’uso potrà essere modificata solo a seguito di regolare procedura di variante urbanistica, nonché all'obbligo di mantenere il livello occupazionale previsto di 29 addetti. Un intervento quindi che si presenta salutare e di sviluppo per Nemi.
La Poligest S.p.A. Al riguardo abbiamo chiesto, prima telefonicamente e poi inviando formale richiesta, come indicatoci dalla segreteria Poligest S.p.A., due email ai responsabili della società proprietaria del castello – Poligest S.p.A. per sapere se oggi, dopo 11 anni, esiste ancora un interesse a realizzare la proposta di progetto approvata dalla Regione lo scorso 20 gennaio 2015, ma nessuno ci ha risposto. Almeno per il momento. Pertanto non si può certamente affermare che la Poligest S.p.A. darà corso al progetto di recupero di Palazzo Ruspoli a Nemi in variante al P.R.G.. Si rimane tra color che son sospesi come il paesaggio che ci circonda: un palazzo in disuso sovrasta tutto, persino una burocrazia che si preferisce ignorare.
Lo stato attuale del castello Possiamo invece sottolineare, come già scritto diverse volte, lo stato di completo abbandono di quella che dovrebbe essere la principale attrazione culturale di Nemi che giorno dopo giorno si sta sgretolando sotto gli occhi di tutti: infissi rotti o assenti, intonaco esterno che perde pezzi ormai da anni, cornicioni a rischio di crollo, tetto rotto in diversi punti e un pericolo costante per l'incolumità dei passanti. Per non parlare degli interni dove gli affreschi hanno ormai intra
preso la via dell'estinzione.
Il cavallo di battaglia sotto elezioni Un palazzo Ruspoli usato per tenere qualche mostra o conferenza ogni tanto e argomento "cavallo di battaglia" durante le svariate campagne elettorali. Gli slogan: "Compriamoci il palazzo", "rilanciamo il castello". E adesso che si presenta la possibilità non ci si dimena affatto. Il tempo passa e arriverà Natale e qualcosa cambierà a Palazzo Ruspoli: ci sarà proprio di fronte l'entrata trionfale una casupola in legno con pochi addobbi e chiusa con un lucchetto, si proprio quella che definiscono la casa di Babbo Natale. Un pugno in un occhio alla storia di un sito che si sgretola con un silenzio assenso di cui adesso abbiamo parlato e ricostruito le fila. A che serve? Come memoria di coscienza per chi poi, in futuro, dovesse essere colto da una spasmodica voglia di salvare il simbolo di Nemi. E noi saremo pronti a dire: perché non è stato fatto quando i tempi erano giusti? Ma sì la soluzione arriverà e ci sentiamo di dire ancora una volta che saranno dei "forestieri" a salvare palazzo Ruspoli come oggi accade con la zecca dello stato che si è colorata di giallo. Qualche "straniero" che prenderà a cuore questo gioiello e, come successo a valle, creerà valore e posti di lavoro in futuro. Farà tornare i visitatori a palazzo. Speriamo sia una idea di un forestiero "made in Italy" ma ci accontentiamo di tutto.
"LA DESTINAZIONE D'USO DEL CASTELLO NON PUÒ ESSERE DIVERSA DA QUELLA CULTURALE" di Vairo Canterani ex sindaco di Nemi
Non si può non essere d'accordo con un intervento di restauro di palazzo Ruspoli. Ripetutamente, con appelli accorti, ho denunciato lo stato di abbandono e di pericolo di crolli di un bene monumentale che è la porzione più consistente e pregevole del centro storico. Tuttavia sono del parere che la destinazione d'uso del castello non possa essere diversa da quella culturale. Sono pertanto contrario a qualsiasi operazione speculativa e commerciale che stravolga il bene ed anche il sito ambientale in cui è inserito. Compreso il parco posto sopra via Giulia ed il bosco contiguo.
"QUALCOSA CHE POTEVA ESSERE E CHE NON È STATO" di Alessandro Biaggi ex sindaco di Nemi
Desidero contribuire al dibattito che si è acceso intorno all’ipotesi progettuale di intervento su Castello Ruspoli in quanto al tempo ricoprivo la carica di Sindaco. Come è stato correttamente riferito ci troviamo oggi a discutere di un’idea che agli inizi degli anni 2000 era brillante e portatrice di positività.
Oggi, dopo tanti anni e dopo l’accumularsi delle macerie provocate dalla crisi economica planetaria, tutto diventa sbiadito e fuori luogo. In quel tempo, infatti, le istituzioni (Regione, Provincia, Comune) coralmente ipotizzavano che la collaborazione tra pubblico e privato potesse costituire l’innesco di un processo virtuoso di sviluppo e di crescita economica. Nascevano infatti i P.R.U.S.S.T., si parlava istituzionalmente di patti territoriali e di “voglia di fare”. Così si pensava allora ed il Comune di Nemi partecipò a questa stagione ispirata all’ottimismo con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale della variante di PRG, riguardante il Castello.
Si pensava che trasformandone una parte in struttura ricettiva si sarebbe potuto, nell’ottica dell’intervento globale, ristrutturarlo completamente, affrancandolo finalmente dalle ire del tempo. Oltre a ciò si progettava di utilizzarlo a servizi pubblici, mediante una opportuna ed apposita convenzione con la proprietà.L’iniziativa era generalmente condivisa, fatta eccezione, se non ricordo male, del solito e scontato atteggiamento della sinistra più massimalista che allora, come adesso del resto, si illudeva in modo drammatico che la bellezza si può garantire e mantenere nel tempo solo con la contemplazione. L’avvicendarsi delle diverse giunte presso la Regione, in aggiunta alla burocrazia elefantiaca, autoreferenziale e sostanzialmente parassitaria, hanno però distrutto un sogno, riesumandone le ceneri a tempo abbondantemente scaduto.Oggi purtroppo, i tempi non ispirano l’imprenditoria privata ad impegnarsi in investimenti significativi per tutte quelle ragioni che sono ben note all’opinione pubblica e che qui sarebbe inutile tornare ad elencare. Oggi non possiamo che condividere l’amarezza di un qualcosa che poteva essere e che non è stato, immersi nella palude stagnante della attuale realtà amministrativa di Nemi che vive alla giornata, senza spirito e senza cuore.
"L'UNICA SOLUZIONE SOSTENIBILE E ACCETTABILE È L’USO INTELLIGENTE DI UNA CONSISTENTE PARTE PUBBLICA DEL PALAZZO IN UN'OTTICA DI SVILUPPO CULTURALE" di Massimiliano Conte Segretario Pd di Nemi
Sul “caso Palazzo Ruspoli” ritengo che aleggi un tabù, quasi una rimozione collettiva dell'importanza che questa vicenda riveste per le sorti di Nemi. Chi mi conosce sa perfettamente che non amo le luci della ribalta né tanto meno intervenire e far intervenire il PD in maniera pretestuosa su fatti che non abbiano rilevanza per la vita dei nemesi. L'occasione del rinnovato interesse su una questione annosa e complicata mi consente di ricordare ai più distratti che, a fine del 2014, Partecipazione Democratica, di cui il PD di Nemi era ed è componente attiva, presentò una interrogazione al Sindaco Bertucci per chiedergli conto del ruolo da lui svolto e dalla sua Giunta in merito alle novità che si stavano profilando attorno al caso. Da allora, per quanto mi consta, non vi è stata alcuna risposta formale, pronunciamento sull'iter della pratica, e men che meno una proposta pubblica per il rilancio del Palazzo. L'impressione che si ricava, soprattutto dopo l'approvazione del progetto, è che della questione non se ne debba parlare. Sarebbe invece opportuno avere dal Sindaco, funzionario pubblico e amministratore di Nemi, in tutta trasparenza, una sua memoria su come ha affrontato la "buona novella" dello sblocco del progetto, di certo ormai datato, e dei termini esatti sullo stato dei rapporti con la Poligest, società proprietaria del Palazzo, e il Comune di Nemi. È di tutta evidenza che un bene di proprietà privata ma di rilevanza pubblica non debba essere lasciato marcire, abbandonato a se stesso e non privo di profili di rischio (basti pensare allo sfondamento su vari punti del tetto) per gli abitanti e i turisti che attorno ad esso transitano di continuo. Personalmente, penso che un progetto del tutto basato su una riconversione dell'immobile a semplice albergo sia limitativo, soprattutto se l'intenzione è quella di trarre profitto senza attivare un indotto economico a beneficio dei cittadini e degli operatori del turismo nemese. La salvaguardia del parco circostante, l'uso intelligente di una consistente parte pubblica del Palazzo in un'ottica di sviluppo culturale – ma con la C maiuscola – rappresentano l'unica soluzione sostenibile e accettabile. Se il PD fosse oggi amministratore di Nemi avrebbe ricercato immediatamente e alla luce del sole ogni tipo di finanziamento pubblico, o a partecipazione pubblica, per ristrutturare Palazzo Ruspoli e avviare un progetto di recupero che, insisto ancora una volta, è il futuro del nostro borgo. L'idea di un "esproprio" sarebbe un colpo di genio se fosse fondata su solide basi giuridiche, ma purtroppo la realtà ci dice che è una nostalgica divagazione dottrinale; così come la trasformazione a puro Residence – evento più verosimile – costituirebbe un tradimento verso i nemesi, la loro storia, le loro potenzialità di crescita. Per concludere: ho la vaga sensazione che dal modo in cui sarà gestito, a partire da oggi, il “caso Palazzo Ruspoli” dipendano le sorti del
futuro politico del nostro attuale Sindaco. Dimostri, su questioni serissime che non possono essere più eluse, quello che davvero vale.
"TEMO CHE NON SE NE FARÀ PIÙ NULLA, PER MANCANZA DI INTERESSE E DI MEZZI" di Luigi Caporicci ex Assessore di Nemi
La ristrutturazione del palazzo, onerosa ben oltre il sopportabile per l'ente, sarebbe stata attuata dalla proprietà soltanto in presenza di un accordo che gli avrebbe consentito di recuperare in qualche modo l'investimento. Ristrutturarlo per farci fare solo manifestazioni non sarebbe stato possibile neanche prenderlo in considerazione. Si prevedeva una parte del castello da destinare per le manifestazioni ed una parte per l'attività turistica ricettiva e secondo me avrebbe portato tantissima utilità al paese. Nella variante al PRG adottata nel 2001 prevedemmo alcune possibilità di attuare quanto descritto. Nel 2000 furono pubblicati i Prust, cui la proprietà aveva dato disponibiltà ad accedere, ma non se ne fece nulla. Nel 2004 furono pubblicati i patti territoriali per le agevolazioni amministrative relative lo sviluppo turistico ricettivo delle colline romane. Era un momento di forte euforia economica e la Poligest S.p.A. avrebbe investito per realizzare un progetto di sviluppo turistico ricettivo per Nemi. L'assurdo che dovrebbe far meditare è che le cosiddette "agevolazioni amministrative" hanno comportato 11 anni di attività burocratica. Se questo è avvenuto con le agevolazioni, pensate agli anni che sarebbero occorsi senza agevolazioni! È un assurdo! Come si può pensare che un operatore in Italia voglia fare qualcosa sapendo che 11 anni non sono sufficienti? Anche con accordo approvato, ammesso che la proprietà abbia voglia e soprattutto i mezzi per ristrutturare il Castello, a dir poco serviranno altre due tre anni, se tutti remano in positivo. Se qualcuno all'epoca poteva vedere l'operazione come speculativa, non aveva valutato che la Poligest S.p.A. avrebbe investito milioni di euro per risanare tutto il complesso e restituirlo all’antico splendore solo in presenza di almeno una ipotesi di recupero e non solo per il gusto degli occhi dei nemesi. E se anche lo avesse ristrutturato senza alcun fine economico a che sarebbe servito a Nemi? Un complesso che consentisse congressi, riunioni, uso pubblico per manifestazioni ed al tempo stesso potesse ospitare gente di riguardo, poteva portare a Nemi lustro e ricchezza. Sono ancora del parere che la cosa sarebbe molto utile per Nemi. Temo che non se ne farà più nulla, per mancanza di interesse e di mezzi. Purtroppo il ritardo è stato dovuto molto alla proprietà che aveva perso l'interesse a sollecitare e quindi a fare e alla Regione che ha tempi biblici. Oggi si sarà risolta per consunzione: l'Asp ha chiuso ed in questo ultimo anno stanno cercando di chiudere le pratiche in sospeso. In ogni caso se l'intervento si farà sarà positivo per Nemi e questo è quello che conta e saremo soddisfatti di aver gettato quel seme ancor più perché se lo avessimo acquistato, come ipotizzato negli anni 2009/2010, sarebbe stata l'occasione per esaltarne la parte pubblica ricevendo l'aiuto di qualche privato che avrebbe avuto interesse alla parte ricettiva che poi era solo una parte del castello. Concludo con amarezza: In Italia operare è diventato impossibile. É inutile ottenere una cosa dopo undici anni quando il mondo è cambiato.
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