NEMI E L'ASSOCIAZIONE CITTA' DEL VINO: IN VINO FALSITAS IN FRAGOLINA VERITAS

di Angelo Parca

Nemi (RM) – Per favore fermiamoci finché siamo in tempo. Sarebbe una imbarazzante scivolata se il Paese delle fragole damblé divenisse “del vino” col piccolo particolare che Nemi non si contraddistingue per le sue distese di vigneti: non ve ne sono ne a monte e ne a valle tranne un paio di eccezioni che non fanno “primavera”.

Vi spieghiamo qual è l’ultima trovata dell’ormai ben nota amministrazione di Alberto Bertucci:
appena abbiamo aperto l’Albo pretorio online ci è balzata all’occhio una delibera del Consiglio Comunale n° 20 del 7 agosto 2015 che recita: Adesione Associazione Nazionale Città del vino. Città del vino?? Forse abbiamo letto male sarà Città delle fragole. E no, cari lettori è proprio la richiesta di adesione all’Associazione Città del Vino.

A questo punto ci siamo chiesti e di conseguenza informati: per aderire all’Associazione Città del Vino è necessario produrre vino, e per produrre vino ci vogliono i vigneti.

Vigneti a Nemi? Dove sono? Boh. Immaginarsi che presa in giro per i visitatori che si aspettano paesaggi come Lanuvio, Frascati, Marino. Insomma si aspettano di ammirare qualche vigneto.

Ma per non saper ne leggere ne scrivere, gambe in spalla, siamo partiti per una ricognizione del territorio comunale, ed effettivamente, scrutando la Valle del lago abbiamo visto alcuni terreni con vigneti.

Ma non ci siamo fermati qui, abbiamo voluto approfondire  l’argomento e, dall’esame dei dati agricoli, è emerso che nel comune di Nemi la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è di 37 ettari pari al 5.05% della superficie comunale a testimonianza del crollo dell’agricoltura che in passato era il motore dell’economia del paese.

Ancora più tragico appare il dato viticolo: i due produttori possono contare su circa 3 ettari di vigneto che rappresentano lo 0,03% della superficie vitata provinciale, lo 0,01% di quella regionale e solamente lo 0,00004 (zero virgola zero zero zero zero quattro) di quella nazionale. Per carità di patria, e anche perché abbiamo terminati gli zeri, ci asteniamo dal commentare il dato relativo al numero delle aziende. Tra l’altro nessun vino viene rivendicato come IGT o DOC.

L’Associazione Città del Vino raggruppa i comuni, italiani e non, che danno nome ad un vino o nei quali si producono vini a denominazione di origine o a indicazione geografica, o che documentino un’adeguata tradizione enologica connessa a valori di carattere ambientale, storico e culturale o produttivo, e ne fanno parte soltanto 560 Comuni italiani con spiccatissima vocazione vitivinicola: solamente 13 sono laziali e tra questi, mancano per esempio, comuni che possono vantare una tradizione vitivinicola più che millenaria come Albano laziale, Ariccia e Velletri.

Ci domandiamo: con questa situazione come si può pensare di chiedere l’adesione alle Città del Vino? Perché andare incontro ad una sonora bocciatura? Meglio fare un passo indietro che incassare una figuraccia e poi dovremmo ampliare la già nutritissima cartellonistica turistica che si trova all’ingresso della cittadina. Insomma Nemi è “città un po’ di tutto”: dal nuoto, alle biciclette, alle fragole… adesso ci manca il vino e facciamo poker poi potremmo pensare di riassumere tutti questi sostantivi in un nome soltanto BAZAR. Scherzi a parte, non è forse meglio, anche in considerazione che il Comune di Nemi è depositario del marchio registrato “Fragolina di Nemi”, valorizzare ed incentivare la coltivazione della fragolina, prodotto per cui Nemi è famosa in tutto il mondo? Ogni città punta su una caratteristica e la sviluppa al meglio, perché non proviamo a concentrarci sul prodotto tipico del Paese e promuoverlo con la lettera maiuscola?

Anche in questo caso vale il vecchio adagio popolare: ad ognuno il suo mestiere, ed al lupo le pecore.