Connect with us

Roma

NEMI E LA NUOVA POLITICA: MASSIMILIANO CONTE A TUTTO TONDO

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 5 minuti Conte "Mi sono sempre mosso per evitare la strada degli inciuci e di un modo di far politica che sta rischiando di ledere le fondamenta del Partito Democratico"

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti
image_pdfimage_print

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Massimiliano Conte fino a gennaio 2016 segretario del Partito Democratico di Nemi, poi le dimissioni. Durante la video intervista realizzata lo scorso anno con il nostro giornale ha parlato, anche in vista delle future amministrative che si terranno il prossimo anno a Nemi, del progetto relativo una “aggregazione di sinistra” per il partito Democratico di Nemi, aperta anche ai simpatizzanti del M5s, che doveva trovare al suo interno la figura di un leader.

Massimiliano, durante la nostra ultima video intervista hai detto che non saresti stato mai disponibile a nessun tipo di accordo con l’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci. Il tuo allontanamento può leggersi come una presa di distanza da evidenti movimenti politici locali che vedono il PD o comunque le forze di centrosinistra avvicinarsi alla attuale squadra di governo dell’amministrazione Bertucci?     
La domanda è provocatoria ma precisa e non consente di girare troppo intorno al problema. Merita una risposta onesta e schietta: no, non ho dato le dimissioni da Segretario del PD di Nemi perché ho visto a fine 2015 addensarsi all'orizzonte il rischio di un qualche fantomatico accordo del PD nemese con Bertucci. Come forse saprai, lavoro in un ente di emanazione bancaria che mi porta molto spesso in giro per l'Italia e con responsabilità di un certo peso. Dalla mia investitura alle mie dimissioni, ho tentato il meglio che ho potuto, anche sbagliando, di rimettere in piedi la barca del Circolo che mi era stato affidato. Molto onore e molti oneri, un gruppo di compagni di ventura, anche giovani volenterosi che, nel tempo, hanno avuto altre priorità personali, anche comprensibili. Qualcuno ha resistito, impegnandosi con sacrificio alla propria formazione politica presso la Direzione Provinciale, ma il nucleo storico del mio Direttivo aveva motivazioni e una visione della politica un po' diversa dalla mia. Io ho apprezzato moltissimo il lavoro svolto da Fabrizio Barca sul PD romano e mi sono sempre mosso per evitare la strada degli inciuci e di un modo di far politica che sta rischiando di ledere le fondamenta del Partito Democratico. Io sto dalla parte di quelle persone che lavorano sodo con competenza ed etica verso la cosa pubblica: penso ai molti rappresentanti del Partito della Giunta Zingaretti e in particolar modo ai componenti del Gruppo PD del Consiglio Regionale del Lazio. Non ho avuto mai pressioni e ho agito in totale autonomia. Per questo ringrazio pubblicamente chi ha avuto fiducia in me in quei lunghi due-tre anni di lavoro. Se dal 1° gennaio 2016 "qualcuno" avrà deciso di fare da pontiere verso l'amministrazione Bertucci, beh, immagino che se ne assumerà la responsabilità e sarà ben contento di confermare che a Nemi si è attuata una "democristianizzazione" del PD. Ipotesi che, se vera, confermerà a sua volta la tesi di tutti coloro che, "a sinistra", già guardinghi verso il "mio" PD, avranno gioco facile nel dire "lo sapevamo, no grazie".
Confesso una cosa: non mi scandalizzo di tutto ciò. Il mio compito era ricucire una situazione devastata dalla diaspora nella sinistra di Nemi e dai conflitti ancora latenti tra le varie anime e famiglie nemesi. Le mie dimissioni, oltre al peso del lavoro che mi consente di guadagnare la pagnotta, sono state anche la conseguenza di una sconfitta, non tanto della mia persona, quanto dell'idea che avremmo potuto trovare una alternativa a Bertucci. Si è trovato il pretesto divisivo tra di noi – Facebook è un potenziale strumento di distruzione di massa e non dico altro – senza capire che si faceva il gioco del prode Sindaco Bertucci. La politica che ho sempre avuto in testa ha primariamente una base etica e non biecamente utilitaristica. Permettimi a questo punto di concludere parafrasando Kant: dobbiamo agire, a livello politico, in modo da considerare gli altri sempre anche come scopo e mai come semplice mezzo. Il mio scopo era Nemi, la sua tutela, una nuova stagione della politica, un laboratorio di progetti, la sua gente, palazzo Ruspoli rinato e non un mezzo per diventare sindaco, vicesindaco, consigliere comunale, portaborse o quaquaraquà.

Definivi, tempo fa, Azzurra Marinelli, persona intraprendente capace. Sembrerebbe che anche questo clima sia mutato. Come commenti questa situazione nonchè l’entrata di Marinelli nel PD e una sua ipotetica candidatura a primo cittadino?
Non vorrei sbagliare, ma la definizione che tu mi attribuisci era stata detta, se l'ho detta, molto tempo fa, durante qualche conversazione in libertà e tra amici! A parte Bertucci, che ha un ruolo comunque istituzionale e va citato non fosse altro come avversario politico, non mi piace fare nomi in questa sede, soprattutto su una persona che ho perso di vista da mesi. Ad ogni modo, anche qui non mi sottraggo e ti rispondo. Da quando ho dato le dimissioni credo che lei sia diventata una sorta di "coordinatrice" del Circolo. Le auguro il meglio in questo specifico ruolo che le si addice a pennello e che, nei fatti, le avevo già assegnato durante la mia segreteria e il suo avvicinamento al PD da transfuga SEL. Che dire? Ha studiato marketing, è un fulmine di guerra sui social network, è una apprezzata imprenditrice locale, assiste una importante ex Deputata SEL ora PD, è conosciuta come una sveglissima e introdotta negli ambienti che contano del Partito. E' pure nemese Doc!! Cosa si può volere di più per una futura neo-segretaria 2.0 del Circolo PD di Nemi ?  Sono riuscito a darti una risposta ?

Dunque nel ringraziare Massimiliano Conte per aver risposto alle nostre domande dovremmo forse rimarcare dei passaggi che, se saputi leggere, fanno emergere uno scenario da noi già pronosticato. Inutile quindi rimarcare con veemenza: “l’avevamo detto”. Sì l’odore di “inciucio” se così si vuol chiamare, perché in fondo è anche un termine improprio, lo avevamo sentito già con l’Aria di Nemi e le prime piacevoli ospitate durante feste e sagre nemesi, ormai consuete, del capogruppo della lista Zingaretti in Regione Lazio direttamente invitato dal sindaco Bertucci. Il primo cittadino infatti, ormai, è palesemente e attivamente partecipe alla politica del consigliere regionale Michele Baldi. E non c’è nulla di male in questo se non varrebbe fare la cronaca di questo mutamento politico o come dice Conte “democristianizzazione” e oggi con la crisi dei valori e una destra e una sinistra che non esistono più è il momento dei dialoghi e accordi e al livello nazionale Verdini è un esempio brillante e lampante di come mantenere in piedi determinati equilibri.

Nella piccola Nemi, Conte ha ammesso: “ho visto a fine 2015 addensarsi all'orizzonte il rischio di un qualche fantomatico accordo del PD nemese con Bertucci” dunque anche lui avrebbe notato la metamorfosi ed è chiaro che questi movimenti politici non sono altro che un’affermazione dell’esito elettorale del sindaco Bertucci che ha vinto grazie a molte defezioni del Partito Democratico di Nemi e ad altrettante della sua ex squadra di centrodestra che lo ha visto crescere politicamente. Al sindaco il merito di aver saputo camminare con l’asta tra Forza Italia, Pd e Udc per poi prendere da ognuno il vantaggio migliore e questi movimenti sono comprensibili se fatti nell’interesse del proprio paese. E il fotofinish politico locale è che l’attuale sindaco esce sempre più rafforzato senza grossi antagonisti in grado di raccogliere tanti trasversali consensi. Conte si è dimesso da segretario del PD di Nemi, qualcuno si prepara a sostituirlo e fare il salto democratico, altri, saccenti e d’esperienza, stanno in finestra e intanto cercano di mettere su una squadra pentastellata.

Noi non possiamo far altro che continuare a commentare l’evolversi e il mutarsi dei personaggi politici: sempre più poliedrici e camaleontici perché sono gli attuali tempi storici che lo richiedono. 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti