NEMI, DOPO 5 ANNI RIAPRE LA STRADA DEL LAGO.

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo da "Insieme per Nemi"

Nemi (RM) – Nel 2008 l’Amministrazione provinciale di Roma, a seguito di un evento franoso, verificatosi in occasione di intemperie, ordinò la chiusura della Strada del Lago per garantire la pubblica incolumità, atteso che, a parere dei tecnici della Provincia era in atto uno stato di dissesto geologico di tutta la collina sovrastante la strada, fino al displuvio della zona di Fontan Tempesta.
 
Il quadro appariva veramente apocalittico. Le indagini geologiche successivamente attivate anche dall’allora Amministrazione comunale di Nemi, confermavano la necessità di un intervento di bonifica e di risanamento di importante rilievo.
 
Nel periodo autunno – estate del 2012, la Regione Lazio con il Dipartimento Tutela del Territorio, dopo anni di richieste da parte dell’Amministrazione comunale di Nemi, impegnava l’importo di euro 206 mila comprensivo di tutto: opere, progettazione, Iva ecc.
 
A fronte di questo intervento, la strada del lago viene riaperta. Intendiamoci, come cittadini siamo ben lieti che questo servizio di importanza capitale per l’economia e turismo di Nemi venga ripristinato dopo ben cinque anni.  Possiamo pure essere certi, che le opere eseguite siano in grado di garantire in modo assoluto l’incolumità di tutti, compresi quelli che abitano nella zona.
 

Tuttavia sentiamo il dovere, ritenendo anche di avere il diritto di saperlo, di domandare alle Autorità preposte, tutte e nessuna esclusa, se gli interventi effettuati forniscono le risposte adeguate alle indicazioni tecniche sollevate dall’amministrazione provinciale di Roma nel 2008 e che portarono da allora alla chiusura della strada.
 
A fronte, infatti, della relativa modestia della somma impiegata, euro 206 mila, e della circostanza che le opere hanno interessato soprattutto via Roma (strada comunale) ed alcune proprietà private confinanti con essa, qualche dubbio appare legittimo.
 
Delle due l’una: o nel 2008 l’amministrazione provinciale di Roma gettò un allarme sovradimensionato, ed in tal caso, come cittadini ci sentiamo presi in giro; oppure l’allarme era corrispondente allo stato dei luoghi e, in tal caso, ci sentiremo ancora di più presi in giro con l’aggravante di coltivare un legittimo sospetto sul fatto che lo stato di pericolo non sia per nulla cessato.
 
In ogni caso l’Amministrazione provinciale di Roma, in questi cinque anni, non ha investito un centesimo per la riapertura della strada e, probabilmente, avrebbe potuto agevolmente impiegare, in questo lungo periodo, la modesta somma di euro 206 mila, oggi impegnata con apparente successo. 

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