Roma
NEMI: DA "SALOTTO D'EUROPA" A SGABUZZINO
Tempo di lettura 4 minutiLe promesse rivoluzionarie e l’avvento di una nuova era non solo sono state disattese ma addirittura lo scenario è peggiorato.
Tempo di lettura 4 minutiLe promesse rivoluzionarie e l’avvento di una nuova era non solo sono state disattese ma addirittura lo scenario è peggiorato.
Published
11 anni agoon
di Chiara Rai
Nemi (RM) – Ancora riecheggiano dentro le mie orecchie gli strilli in campagna elettorale di colui che avrebbe rivoluzionato un piccolissimo paese di circa tremila anime (contando i quasi 1000 residenti di Villa delle Querce), salvandolo dal degrado.
“Nemi salotto d’Europa” tre parole che messe insieme hanno un effetto straordinario e l’associazione di immagini mi porta ad una macchina amministrativa ben oliata e una comunità che funziona. Una delle poche occasioni di confronto con l’Europa si è avuta con lo scambio culturale dello storico gruppo folkloristico “U Rembombu” di Nemi che si è recato a Cussing in Austria. Qui il gruppo nemese è stato addirittura scelto in rappresentanza dell’Italia.
Ad interrompere questi idilliaci pensieri è il frastuono dei clacson che mi riconducono ad una amara realtà di un paesino meraviglioso però che appare fuori controllo.
Poche cose dovevano essere sistemate da subito ma si fa fatica anche ad approvare il bilancio che per un Comune piccolo e virtuoso come Nemi sarebbe stata un priorità di cui andare fieri. Intendiamoci bene, i problemi non sono nati da due anni a questa parte ma prima dell’avvento di questa giunta tutto andava meglio e verso un progressivo miglioramento. Addirittura arrivo a rimpiangere il commissario straordinario.
Le promesse rivoluzionarie, del sindaco Alberto Bertucci e l’avvento di una nuova era non solo sono state disattese ma addirittura lo scenario sembra peggiorato. Le fotografie ci raccontano di un gioiellino meraviglioso come Nemi che si presenta, nel quotidiano (eccezion fatta per le feste comandate dove almeno si pulisce alla buona) disordinato e trascurato. Ad esempio in piazza Roma, c’era addirittura un benzinaio che funzionava a regime e di cui l’amministrazione di Alberto Bertucci ne ha permesso lo smantellamento. Nessuno spostamento concordato nei tempi e nei modi dovuti e la “burocrazia” che ha fatto da muro di gomma rispetto ad un episodio che poteva essere gestito diversamente.
Adesso non rimane che un gabbiotto bianco, lo spazio prima dedicato alle pompe di benzina completamente occupato dalle macchine, il parcheggio davanti alla chiesa del Crocifisso congestionato, gli autobus che fanno fatica a fare manovra, i vigili pronti a rimettere ordine nel caos, ma spesso e volentieri camioncini si fermano di fronte ai pochi negozi sulla piazza: la visuale è coperta, gli automobilisti vagano come anime in pena in cerca del parcheggio che non c’è.
Dulcis in fundo un punto informativo che, fino a ieri e si spera non più così in futuro, è vergognoso. Perennemente chiuso ed adesso in procinto di trasformarsi in gabbiotto della Polizia Locale misto a punto informazione. Una sorta di torretta di controllo per il caos di auto che fa della piazza un maxi parcheggio “abusivo”. Una torretta chiusa che non è stato sicuramente un bel biglietto da visita di Nemi. Quello che si sarebbe auspicato era di vedere un “welcome” sempre aperto dove si danno indicazioni su orari dei trasporti (che pure questi non funzionano a dovere), visite guidate e dove si forniscono depliant della straordinaria cittadina.
Non solo, non ci sono cartelli turistici che valorizzano questo museo a cielo aperto che è Nemi ma dietro al famigerato punto informativo c’è “monnezza” cartelli appoggiati alla meno peggio, roba lasciata lì come fosse un ripostiglio di casa fruibile anche al turista invogliato a portarsi via una foto ricordo di come si valorizza il “belpaese”.
Persino i manifesti dell’amministrazione sono un pugno nell’occhio. Spesso e volentieri scritti in un italiano maccheronico con “orrori ortografici” e quando ci si vuole lanciare in versioni “straniere” ecco che le traduzioni gridano vendetta. Come l’ultimo manifesto di benvenuto affisso in occasione del gemellaggio, “Il Sindaco e l'Amministrazione comunale danno il benvenuto ai Cittadini di Ceyrat è tradotto in francese maccheronico con le “Commissaire et l'Administration Communale donnent le bienvenu aux Citoyens de Ceyrat”. L’utilizzo di Google avrebbe certamente contribuito a fornire una quantomeno dignitosa traduzione, anche se non eccelsa, in “Le maire et le conseil municipal accueillent les citoyens de Ceyrat”.
Poi ci si affaccia dal belvedere e dopo l’incantevole vista del lago, appena ci si dirige all’interno della piazza Roma c’è l’enorme cantiere della scuola che da oltre vent’anni picchetta il Paesino con la sua mostruosa sontuosità.
Vogliamo parlare della mini discarica vicino al Castello Ruspoli? Perché toglierci l’ebbrezza di dire che anche piazza Umberto risente dell’eco della confusionaria piazza Roma che potrebbe essere di nuovo minacciata dalle obsolete giostrine che lo scorso anno sono state fatte posizionare proprio all’ingresso di Nemi, regalando ad uno scenario da cartolina, l’ immagine di un sottoborgo romano di altri tempi e pasoliniane memorie.
Vogliamo addentrarci nella grande rivoluzione della Sagra delle Fragole? Tutto sempre uguale, si vive di rendita. Degna di nota, è da dire però, quest’anno la storica fanfara dell’Arma dei Carabinieri in occasione del bicentenario.
Ciò che di positivo rimane è l'eredità delle passate amministrazioni sia di centrodestra che di centrosinistra. Lasciato il centro storico, il verde è per la maggiore incolto, c’è un modulo della Protezione Civile abbandonato dietro il campo sportivo, le sterpaglie in via della Radiosa stanno per coprire il cartello con il nome della strada e a Valle Petrucola tra segnaletica e interventi mancati tutto è fermo.
“Venghino signori venghino” questo è il paese dove la raccolta differenziata non è stata estesa a tutto il territorio, dove mancano i parcheggi, dove il decoro urla vendetta, dove l’isola ecologica è desaparecida prima ancora di nascere, dove un l’unico benzinaio è stato smantellato e ne rimane un brutto e triste ricordo, dove del salotto d’Europa resta solo un pallido slogan.
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