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Roma

NEMI – CORI: ECCO COME AVREBBE DOVUTO AGIRE NEMI IN PRESENZA DI ACQUA INQUINATA

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Tempo di lettura 3 minutiTommaso Conti ha emesso tempestivamente un’ordinanza di non potabilità delle acque destinate a consumo umano su tutto il territorio di Giulianello.

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Redazione

Nemi (RM) Cori (LT) A Cori si è agito come, a nostro avviso, si sarebbe dovuto agire a Nemi rispetto la tutela della salute dei cittadini.

Ci spieghiamo meglio. Il Sindaco di Cori Tommaso Conti ha emesso tempestivamente un’ordinanza di non potabilità delle acque destinate a consumo umano su tutto il territorio di Giulianello. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA DEL SINDACO DI CORI ]

Il provvedimento si è reso necessario a seguito della nota del Dipartimento di Prevenzione U.O.C. – Servizio di Igiene Alimenti e Nutrizione della ASL Latina che segnala l’improvviso innalzamento oltre la norma del valore di colibatteri presso il Fontanile sulla SP Velletri – Anzio I.

Un guasto al sistema di depurazione presso il serbatoio Madonnella, in via Artena – Giulianello, ha causato la fecalizzazione delle acque alla fonte.

Su tempestivo sollecito dell’Amministrazione comunale, Acqualatina è già intervenuta mettendo a disposizione della cittadinanza l’autobotte per il rifornimento di acqua potabile posizionata in piazza Umberto I. Il gestore idrico ha inoltre provveduto alla sostituzione del dispensatore di cloro per il trattamento microbiologico delle acque in funzione nel pozzo Madonnella.  

Contemporaneamente il Sindaco Conti ha chiesto ulteriori ed imminenti riscontri. Nella mattinata dello scorso sabato 10 agosto, giorno festivo, i tecnici del SIAN ASL – Latina, accompagnati dai funzionari dell’Ufficio Ambiente del Comune di Cori, hanno prelevato altri campioni dal Fontanile all’incrocio di Giulianello che verranno analizzati dai laboratori dell’ARPA Lazio – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – che comunicherà quanto prima all’Ente i risultati delle nuove analisi.

Nel frattempo si raccomanda alla popolazione di Giulianello di non bere acqua corrente e non utilizzarla per qualunque altro consumo umano, a meno che non la si faccia prima bollire a 90° centigradi.  

Anche a Nemi l'Arpa Lazio ha registrato un  innalzamento oltre la norma del valore di colibatteri nella fontanella di piazza De Sanctis. Il comune ne è venuto a conoscenza il primo luglio. Il 15 luglio è stata confermata all'Amministrazione di Nemi la non conformità dell'acqua a causa dell'inquinamento batteriologico causato proprio dalla fecalizzazione delle acque alla fonte.

Il sindaco di Cori, coscienzioso, si è immediatamente attivato e ha allertato addirittura la popolozazione di bollire l'acqua a 90° se si intende utilizzarla per consumo umano. A Nemi sono passati oltre 40 giorni senza che la popolazione dei Castelli Romani fosse stata tempestivamente allertata (perché alla fontanella di piazza De Sanctis si riforniscono anche i residenti di altri Comuni, in particolare Velletri e Rocca di Papa oltre naturalmente a Nemi).

Perché a Nemi, il sindaco Alberto Bertucci, attualmente assente, non ha provveduto ad allertare tempestivamente la cittadinanza rispetto ad un problema così grave: l'acqua con presenza di batteri. 

Ci auguriamo che rispetto a questa vergogna le opposizioni decidano di prendere seri provvedimenti, denunciando l'accaduto. Non avvisare la cittadinanza che l'acqua che si beve dalla fontana pubblica è inquinata è un fatto gravissimo. L'ordinanza è arrivata tardiva (40 giorni dopo la comunicazione della Asl). Nessuno intende andare fino in fondo a questa storia? 

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