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Roma

NEMI CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO, NAUFRAGA ANCHE QUESTA SEDUTA…. SALVAGENTI A LARGO: VIETATO CONOSCERE LO STATUTO COMUNALE

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Tempo di lettura 5 minuti Il Comune non si costituirà parte civile nella causa che vede imputato il proprio attuale sindaco Alberto Bertucci per turbativa d’asta e frode nelle gare pubbliche.

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Chiara Rai

Noi de L’osservatore laziale avremmo voluto non infierire, almeno per questa volta. Eravamo indecisi anche se scrivere un articolo, ma purtroppo la cronaca riportata da altri giornali online (i cui giornalisti non erano presenti ieri sera in Consiglio comunale), frutto di una telefonata più bicchiere d’acqua e pillola dolce, ci ha spinti ad imbarcarci nell’apertura dei fuochi sulla croce rossa.
Appena si è aperto il Consiglio la preoccupazione del sindaco Bertucci è stata di leggere lo statuto al punto in cui si specifica il divieto di fotografare e riprendere il consiglio comunale ricordando altresì che bisogna chiedere l’autorizzazione almeno 48 ore prima. In aula era presente una sola giornalista: la sottoscritta.  Noi de L’osservatore laziale l’autorizzazione ci eravamo preoccupati di chiederla immediatamente in occasione della prima seduta, ma purtroppo verbalmente, a Giovanni Libanori di fronte al segretario comunale, e lo stesso Libanori mi disse (a me Chiara Rai) “non ti preoccupare” e rivolgendosi al segretario comunale disse: “ci pensi tu per la prossima volta? Grazie”. Insegnamento di vita: mai fidarsi delle promesse. La prossima volta faremo richiesta scritta, sicuri che ci verrà accolta. Il sindaco avrebbe potuto dimostrare più “savoir faire” ma non si può chiedere ad un anatroccolo di sembrare un cigno.

Sproloqui di Libanori durante il Consiglio e per le scale a fine seduta, frasi inopportune dell’attuale vicesindaco che 9 volte su 10 ha sbagliato i verbi dimenticando i congiuntivi e utilizzando per successiva approssimazione verbi surrogati e mal accostati, mutismo dei consiglieri di maggioranza (Frison, Ibba e Pazienza), mancanza di professionalità e conduzione corretta della seduta hanno reso il Consiglio Comunale un’approssimazione inidonea e casereccia di ciò che potrebbe apparire uno spettacolo di animazione turistica di ultima categoria.

In primo luogo di fatto a Nemi non c’è ancora un presidente di Consiglio comunale e vicepresidente. All’unanimità e senza batter ciglio i consiglieri hanno votato il ritiro all’ordine del giorno “ratifica della nomina del presidente e nomina del vicepresidente del Consiglio Comunale” proposto dal consigliere Cocchi.
A dare lezione di come si guida un consiglio comunale è stato infatti l’ex sindaco e attuale consigliere d’opposizione Cinzia Cocchi, la quale ha giustamente ravvisato che, dato che nella prima seduta (insediamento) non si sono raggiunti i due terzi di sette (e per di più il sindaco non ha voluto ascoltare l’eccezione della Cocchi di eleggere un vicepresidente), nel consiglio straordinario di ieri sera, si sarebbe dovuto riportare l’ordine del giorno tale e quale al primo, cioè “elezione del presidente del Consiglio comunale e del vicepresidente”. Perché si sarebbe dovuto ratificare un'elezione che non si è consumata? Ancora fumata nera, dunque, per Giovanni Libanori che non è riuscito ad essere eletto (lui stesso si è reso per primo favorevole a ritirare il punto e riproporlo testé come dettato dalla veterana Cocchi). Intanto il sindaco ha espresso il “fortissimo e democraticissimo” desiderio di eleggere vicepresidente l’insegnante Stefania Osmari che onestamente (e non me ne vorrà per questo, perché siamo osservatori) non ha condotto una dura opposizione in occasione della seduta di ieri sera, bensì si è dimostrata pacata, puntuale e forse un po’ acerba come consigliere d’opposizione, nonostante gli si debba dare atto che abbia argomentato diversi “contrario”.

Secondo fatto: Il Comune non si costituirà parte civile nella causa che vede imputato il proprio attuale sindaco Alberto Bertucci per turbativa d’asta e frode nelle gare pubbliche. Quindi ricordando che il giudice ha ravvisato un conflitto di interessi tra sindaco e Ente e per questo ha nominato un commissario ad Acta (Edy Palazzi ) che prendesse decisioni al posto del sindaco su questo caso penale, purtroppo dobbiamo prendere atto che il commissario ad acta non ha preso una decisione in favore della tutela dell’immagine dell’Ente, ma in accordo con la giunta, ha deliberato la non costituzione civile dando la seguente motivazione: il parere legale dell’avvocato Alessandra Capozzi, in occasione della sua perizia giurata, avrebbe evidenziato che non si sarebbero verificate ipotesi concrete di danno per l’Ente e comunque il Comune non perde alcun diritto e può costituirsi parte civile in qualsiasi momento.

Osmari ha precisato che nulla osta nel dare parere favorevole all’eleggibilità del sindaco ma per quanto riguarda la sua situazione giudiziaria “apre una pagina nella storia del Comune di Nemi” un po’ particolare.

Cocchi ha detto: “Mi sembra che in questa sede il Consiglio comunale voglia sostituirsi al Tribunale, lasciamo che la Magistratura faccia il suo corso e comunque tanto per essere precisi il PM ha ravvisato che si sono consumati due reati prima della procedura di affidamento del pulmino.

A questo punto Edy Palazzi ha iniziato a mantenere un comportamento poco consono alla sua veste facendo una digressione rispetto alle modalità che avrebbero portato i carabinieri al sequestro del fascicolo ecc..Palazzi si è giustificata dicendo a Cocchi. “E’ che ce so' rimasta male!”. Questo perché nell’immaginario l’attuale gruppo di maggioranza forse pensa o crede che se “in casa” succede qualcosa di poco chiaro, le persone pulite devono rimanere silenti e conniventi rispetto ad un presunto torbidume che poi ha portato ad una richiesta di rinvio a giudizio a carico dell’attuale sindaco. 

Anche Libanori, secondo il parere de L’osservatore, è andato fuori tema come la Palazzi iniziando a parlare di altri fatti che assolutamente non riguardavano i punti all’ordine del giorno. Addirittura lo stesso Libanori, rivolgendosi al segretario comunale ha detto: “non sapevo che fosse avvocato”.

L’unica cosa che ha fatto il sindaco è proporre una mozione (lo spirito dell’iniziativa è positivo) per promuovere la scuola di Nemi in quanto istituzione essenziale che deve continuare ad esercitare e salvaguardare la sua funzione nonostante si sia verificato un accorpamento tra le classi prima e seconda media. Bertucci però, dimenticando di essere stato assessore alla Scuola per sette anni consecutivi, ha attribuito tutte le colpe dell’accorpamento e pluriclasse all’ex sindaco che in due mesi circa avrebbe fatto definitivamente colare a picco la scuola. A ricordare al sindaco Bertucci il suo trascorso di assessore alla Scuola è stato ancora una volta il consigliere Cocchi che ha giustamente rivendicato la paternità della mozione presentata sotto la sua legislatura, tal quale, senza che Bertucci ne avesse modificato neppure l’incipit.

C’è sempre una prima volta, ma purtroppo come giustamente sottolineato da un cittadino in un altro articolo siamo in balia di soggetti che s’improvvisano e si reinventano e che alle spalle non hanno un trascorso professionale e lavorativo da poter raccontare sul sito istituzionale del Comune. 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
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il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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