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Roma

NEMI: C'ERA UNA VOLTA LA PROTEZIONE CIVILE

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Tempo di lettura 2 minutiLa destra nemese ha permesso che venisse chiusa definitivamente la Protezione civile

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Nota a cura di Partecipazione Democratica

Nemi (RM) – All’indomani della vittoria elettorale del centro destra del sindaco Biaggi, nel lontano 1999, a Nemi era operante una delle istituzioni vanto della  nostra comunità: la Protezione Civile. Istituita negli anni ’80 sotto la spinta emotiva seguita al  terremoto dell’Irpinia, guidata sapientemente  dallo storico comandante Franco “Cricchetto” Nicoletti, ha visto crescere e formarsi al rispetto ambientale e alla sua tutela, tantissimi giovani nella storica  sede di corso Vittorio Emanuele.   Un gruppo di concittadini che in modo volontario e con entusiasmo  dedicavano il loro tempo libero   al controllo costante, alla pulizia e alla cura del territorio di Nemi. Tantissimi gli interventi effettuati in quegli anni dentro e fuori i confini del paese,  in collaborazione con i Vigili del fuoco  e la Guardia Forestale,    che  consideravano   la Protezione Civile di Nemi un importante e sicuro  presidio di pronto intervento di zona,  essenziale a risolvere o circoscrivere eventi nefasti.  Dal   1999 le cose purtroppo cambiarono. La destra, vinte  le elezioni, mise in atto  uno spoil system in salsa nemese.  Chiuse,   progressivamente, i rubinetti dei contributi per le quelle associazioni cittadine nate sotto i governi precedenti della sinistra, come la Protezione Civile.  Da allora sono passati quasi   15 anni. La destra ancora è al governo della nostra cittadina. La Protezione Civile storica è stata costretta a chiudere i battenti per mancanza di fondi. Nemi  è rimasta da allora senza un presidio di Protezione Civile. I governi Biaggi, Cocchi e adesso Bertucci non sono stati in grado di riorganizzare questa importante istituzione. Un altro dei tanti guinnes  negativi che la destra ha regalato a Nemi. Così in occasione di eventi cittadini , come la Sagra,  Nemi è costretta a rivolgersi e pagare associazioni private (quanto?) di altri paesi per assicurarsi il servizio.  Risorse della comunità  che, diversamente, potevano essere utilizzate per  continuare a formare giovani generazioni nemesi al rispetto, alla cura e alla tutela del nostro territorio.