NEMI: C'E' UNA (AUTO) STRADA NEL BOSCO… CHI OPERA LO SFREGIO?

 

L’auspicio è che chi è tenuto a vigilare controlli che non accada nulla di grave.

 

di Chiara Rai 

Nemi (RM) – Non si può non rimanere incantanti dai sentieri che attraversano l’incantevole paese di Nemi, una perla incastonata nel verde dei Castelli Romani a pochi passi da Roma. L’etimologia della parola “Nemi” rievoca stranamente lontane assonanze celtiche. La sua radice infatti è la stessa di “nemeton”, termine con cui gli antichi Celti esprimevano il concetto di “bosco sacro” e in senso più generale di luogo sacro.

Prendendo uno qualunque dei vicoli che partono dal Corso, in salita, si entra nella parte più tranquilla del paese. Dopo qualche giro fra le case, si arriva sulle cosiddette Coste, che fra ville e orti portano nel bosco della Principessa, con una visuale sul lago e sui tetti del paese sempre più ampia man mano che si sale.

Il castagneto è la forma di vegetazione più diffusa a Nemi, rappresentato prevalentemente da boschi cedui periodicamente soggetti a taglio ogni 18-20 anni. Sebbene nel sito oggetto della nostra attenzione la varietà di essenze vegetali richiami perlopiù le tipologie presenti nella macchia mediterranea.

Partendo dal Belvedere Ceyrat, nel sentiero che porta a Pontecchio la tranquillità del bosco sembra interrompersi. A segnalare che c’è un rischio di danno ambientale e idrogeologico è proprio Vairo Canterani, leader di "Nemi per Sempre", che in passato ha segnalato altre situazioni ambientali a rischio come ad esempio il caso delle “ville nel Parco”. Stavolta Canterani si ferma a questi sentieri, uno in particolare immortalato dalle nostre fotografie.

Il sentiero, generalmente, è una via stretta in mezzo al bosco di larghezza non superiore a 2 metri, a fondo naturale e tracciata dal frequente passaggio di uomini e animali. Nel sentiero che porta a Pontecchio c’è però una ruspa o trattore o braccio meccanico. Insomma c’è un macchinario da scavo: “siamo in luogo con una pendenza estrema – afferma Vairo – dove è facile che si creino delle vie false per l’acqua che incontrollatamente rischia di disperdersi e imbibire parti di costone che rischia di franare rovinosamente a valle”. Vairo asserisce di non mettere assolutamente in discussione la legittimità degli operatori del bosco autorizzati al taglio ma piuttosto pone l’attenzione ad una maggiore cautela dell’ambiente naturale protetto dove non dovrebbero operare delle ruspe o simili e dove non si dovrebbero creare vere e proprie strade laddove si operano i tagli al bosco ceduo.

“Vorrei porre l’accento – prosegue Canterani – su due fattori importanti che sono il rischio idrogeologico e quello ambientale”. A tale proposito Canterani ricorda che quando era sindaco di Nemi emise una ordinanza che sostanzialmente disponeva che gli addetti al taglio degli alberi in un territorio di tali pendenze avrebbero dovuto trasportare il legname con animali da traino quali asini o buoi. “Sul sentiero in questione – dice Vairo – ci sono dei cartelli che riguardano l’autorizzazione al taglio ma non certo alla realizzazione di queste vie per le quali è necessario il nulla osta del Parco in quanto ci troviamo in zona altamente protetta. Allora mi chiedo perché si debba permettere che delle zone di tale pregio vengano sfregiate in questa maniera. Qui i principi facevano le passeggiate, i romantici si ispiravano per le loro produzioni artistiche basti pensare a Turner e a Lord Byron che immortalò Nemi nel suo Child Harold's Pilgrimage.

Per questi motivi Canterani chiede se la Forestale, l'Ente regionale Parco dei Castelli Romani e il Comune di Nemi siano al corrente di cosa stia succedendo in questo sentiero, se vi siano delle autorizzazioni in merito diverse dal semplice taglio perché, come si evince dalla immagini, una ruspa o simile macchinario è passato di lì e certamente quella è un area dove le ruspe non possono operare perché si tratterebbe di sbanco, azione assolutamente vietata in un ambiente a protezione speciale.

Questi sfregi al bosco sacro a Diana non sono consentiti: “Il Comune è al corrente di questi movimenti? Gli amministratori non hanno paura delle conseguenze che potrebbero riversarsi su una strada fino a due anni fa chiusa al transito e per’altro tutt’oggi oggetto di piccoli movimenti franosi?”. Fin’ora l’unica voce che ha rotto il silenzio rispetto a questa situazione che si profila come una ferita alla macchia nemese è quella di Vairo Canterani, l’auspicio è che chi è tenuto a vigilare controlli che non accada nulla di grave.