Connect with us

Roma

NEMI CASO DE SANCTIS, SEQUESTRATE DUE STALLE ABUSIVE…. E SI ATTENDE L'ESITO DELLA VERIFICA "ARCHEOLOGICA"

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 5 minuti L’osservatore Laziale è anche l’autore di un esposto in Procura, anticipato per mezzo di un articolo, che è stato consegnato per conoscenza ai Carabinieri di Nemi e alla Forestale.

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti
image_pdfimage_print

Il 1 settembre nell’azienda De Sanctis c’è stata una manifestazione dalle 15:30 in poi. Si è ballato, si è mangiato e ascoltata musica il tutto per 13 euro ma di ricevute non se ne parla. Il 1 settembre c’era del fumo nell’area archeologica (è normale?), ci sono state delle esibizioni musicali senza permesso Siae ne agibilità Enpals, numerose persone hanno mangiato:  ma l’azienda De Sanctis è un ristorante? E poi il famoso basolato appare sconvolto, c’è addirittura un basolo sopra all’altro è normale? Lo hanno progettato così i romani?

 

Chiara Rai

Blitz delle forze dell’ordine, questa mattina, nell’azienda di Gino De Sanctis che si trova nell’area archeologica del santuario di Diana Nemorensis. Presso il centro di apicoltura De Sanctis, sono state al momento sequestrate due stalle abusive, ma altri accertamenti al patrimonio archeologico sono ancora in corso. Sul posto, nella Valle del lago nemese, per i controlli sono intervenuti i Carabinieri di Nemi, l’ufficio tecnico del Comune, la Polizia Municipale e il reparto dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale oltre alla soprintendente ai beni archeologici Giuseppina Ghini, direttore del museo delle navi di Nemi. Quest’ultimi dovranno stilare un parere tecnico per quanto riguarda la presunta manomissione dei reperti archeologici ad opera di Gino De Sanctis. Infatti è lo stesso De Sanctis ad aver diffuso in internet un video dove lui stesso dichiara di aver “scalzato, tagliato” dei basoli che formano una sorta di viale nella sua azienda. I basoli sono nient’altro che la caratteristica pavimentazione delle antiche strade romane e dal video si capisce che il signor De Sanctis ha spostato queste pietre antiche e ne ha realizzato un viale. Solo il reparto speciale per la Tutela del Patrimonio Culturale è dunque in grado di accertare se questi basoli sono stati o meno tagliati e per questo si è in attesa del loro parere tecnico. L’osservatore Laziale è tornato a monitorare questa vicenda dopo le ultime dichiarazioni della soprintendente Ghini, la quale sostanzialmente oltre ad avere espresso sconcerto per le esternazioni di De Sanctis ha evidenziato che lo stesso “di recente ha realizzato, senza alcuna  autorizzazione, due maneggi per cavalli, una stalla e due manufatti per  l'accoglienza delle scolaresche e che in diverse occasioni ha organizzato  riunioni e feste sul podio del Tempio”. E tra l’altro Ghini ha evidenziato che più  volte De Sanctis è stato sollecitato dalla Soprintendenza, verbalmente e con comunicazioni  scritte, a rimuovere le suddette strutture, ma quest’ultimo avrebbe avuto “reazioni a dir poco  discutibili, sostenendo che, essendo il proprietario dei terreni, non ha  bisogno di alcun permesso”.

Non è tutto, perché L’osservatore Laziale è anche l’autore di un esposto in Procura, anticipato per mezzo di un articolo, che è stato consegnato per conoscenza ai Carabinieri di Nemi e alla Forestale.


Considerazioni, fatti collaterali e commenti
Motivo d’interesse potrebbero suscitare le seguenti dichiarazioni, commenti e fatti che si sono susseguiti nel mese di agosto e primissimi giorni di settembre.

Siamo venuti casualmente a conoscenza di questo “blitz” in quanto questa mattina ci siamo recati presso l’area archeologica per riprendere gli scavi appena cominciati dagli studenti dell’università di Perugia. Arrivati all’ingresso ufficiale dell’area archeologica, vediamo che il cancello in legno è chiuso con un lucchetto. Chiediamo gentilmente di farci entrare nell’area archeologica (in quanto ci troviamo all’ingresso di competenza della soprintendenza) per poter scattare qualche fotografia, ma ci rispondono che le chiavi le ha il signor Gino De Sanctis. Ma chi è Gino De Sanctis per possedere le chiavi del cancello di accesso all’area degli scavi archeologici? Dopodiché ci invitano ad entrare dalla parte dell’azienda di De Sanctis per poter accedere al sito archeologico (si può visionare la ripresa video in fondo all'articolo riferita a quanto appena dichiarato).

Il 1 settembre nell’azienda De Sanctis c’è stata una manifestazione dalle 15:30 in poi. Si è ballato, si è mangiato e ascoltata musica il tutto per 13 euro ma di ricevute non se ne parla. Il 1 settembre c’era del fumo nell’area archeologica (è normale?), ci sono state delle esibizioni musicali senza permesso Siae ne agibilità Enpals, numerose persone hanno mangiato:  ma l’azienda De Sanctis è un ristorante?
E poi il famoso basolato appare sconvolto, c’è addirittura un basolo sopra all’altro è normale? Lo hanno progettato così i romani?

Il 1 settembre circolava nell’azienda De Sanctis un volantino che promuoveva cena e ingresso a 10 euro ciascuno. E' lecito che non venga rilasciata ricevuta? Può De Sanctis esercitare simili attività?
Sempre il 1 settembre passeggiando nella zona archeologica, il cui ingresso accessibile è soltanto l’azienda De Sanctis (perché l’altro cancello è chiuso con il lucchetto) abbiamo notato una sorta di manufatto usato come magazzino dove sono state accantonate porte e altro materiale. E forse uno sgabuzzino o siamo noi che vediamo male?

Durante una pausa di “silenzio stampa” ho ricevuto ben due comunicazioni da parte del Signor De Sanctis. Nella seconda comunicazione mi dice che persone come e me “prima o poi dovranno guadagnarsi il pane onestamente” e  il fatto che io non rispondessi alle sue e-mail lo ha così interpretato: “Probabilmente pensava  – mi scrive il De Sanctis – di giocare come il gatto con il topo, ma credo che potrebbe essere proprio lei a fare la fine del topo”.
Ebbene egregio “Dottor De Sanctis”, perché è così che si firma, le dico che mi pare che sia evidente che qui non si tratta ne di gatti e neppure di topi, qui non sono io a giocare e neppure a prendermi gioco delle autorità e delle persone tutte. L’agire con arroganza a volte porta ad esiti infausti.

Mi ha scritto anche un amico di De Sanctis, tramite messaggio su Facebook, pensando di fare la parte dell’architetto (si presentò così personalmente tempo fa) superpartes e invitandomi a non “gettare fango sul territorio credendo di difenderlo”. Un sermone che non voglio riproporvi. Peccato  che  lo stesso, partecipava ai divertimenti che si sono tenuti presso l’azienda De Sanctis lo scorso primo settembre. E quindi, quale credibilità può avere in questa vicenda? Mi riferisco ad un messaggio ricevuto da Giuliano Di Benedetti al quale posso soltanto dire che è evidente che non sono io a gettare fango sul territorio ma sono le persone che vanno a braccetto con chi crede che a “casa sua può fare tutto senza permessi” che dovrebbe farsi un esame di coscienza. Intanto mentre i cittadini onesti chiedono permessi a destra e a manca e si guadagnano il pane onestamente il signor De Sanctis si è realizzato due stalle abusive, tanto che importa “io entro il mese di settembre – ha detto De Sanctis rivolgendosi oggi ai Carabinieri di Nemi – risolviamo tutto perché l’autorizzazione da parte del Comune c’era”.  

tabella PRECEDENTI:

 

 


 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti