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Roma

NEMI, CASO DE SANCTIS E PENTIMA PIZZUTA: IL COMUNE EMETTE LE ORDINANZE

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Caso Gino De Sanctis: ci chiediamo se l’altra struttura in legno, dove nell’immagine allegata all’articolo figurano decine e decine di persone che mangiano, è risultato tutto regolarmente costruito con concessioni

Caso Pentima Pizzuta: nel caso venisse in seguito accertata l'eventuale inottemperanza all’ingiunzione a ripristinare nel termine assegnato di 90 giorni, si potrebbe disporre l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area nelle misure, modi e tempi concessi dal diritto in materia.

[ORDINANZA – DE SANCTIS GINO – Demolizione e Rimessa in Pristino dello stato dei luoghi]

[ORDINANZA – RENZO CAVATERRA – Rimessa in Pristino dello stato dei luoghi]

 

Angelo Parca

Il responsabile dell’area Tecnica del Comune di Nemi Rosanna Galanti ha firmato due ordinanze molto importanti su fatti che abbiamo seguito in questi ultimi mesi e per uno presentato un esposto in Procura. Le ordinanze riguardano il caso di Gino De Sanctis e le sue strutture abusive e il caso dello sbancamento a Pentima Pizzuta.  Il primo atto di cui si parlava redatto del Comune di Nemi, riguarda l’ordinanza di demolizione e rimessa in ripristino dei luoghi a carico del signor Gino de Sanctis. Insomma a sue spese ed entro 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza, Gino De Sanctis dovrà demolire le opere abusive costruite e “ripristinare lo stato dei luoghi”.   Qualora non provvedesse nei termini sopraindicati, l’Amministrazione comunale dovrà provvedere direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando a De Sanctis l’importo di duemila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre allo stesso le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori. De Sanctis dovrà demolire un manufatto destinato a ricovero di animali, costituito da otto pilastrini in legno e tamponato in parte con pannelli in trucioli di legno della superficie coperta di ml 5,50 x 4,00 ed avente una altezza media di mt. 3 e un altro manufatto sempre destinato al ricovero di animali costituito da pilastrini in legno e tamponato per metà da tavolato in legno della superficie coperta di ml. 8,00 x 3,50 ed avente una altezza media di ml. 2,5. Mentre ci chiediamo se l’altra struttura in legno, dove nell’immagine allegata all’articolo figurano decine e decine di persone che mangiano, è risultato tutto regolarmente costruito con concessioni. La curiosità sorge dal fatto che anche questa struttura, così come le due stalle, ricade su un terreno con vincoli:  Paesaggistico-ambientale, sismico, archeologico nonché è inserito all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani. Dunque, probabilmente, l’attenzione dell’Ufficio Tecnico (che ha redatto l’ordinanza) si è concentrata maggiormente sulle stalle, anche se di fatto c’è un’altra struttura di simile adibita al "mangereccio” che potrebbe essere passata inosservata.

Per quanto riguarda Pentima Pizzuta si legge nell’ordinanza che “si evince che sono stati effettuati movimenti di terreno, anche se finalizzato alla attività agricola, con conseguente creazione di terrazzamenti e allargamenti di quelli esistenti con relativi percorsi di collegamento tra i diversi spazi in alterazione dello stato dei luoghi e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale da parte della ditta.  Vengono altresì elencati i numerosissimi vincoli presenti e ordinato a Renzo Cavaterra e Cristina Cavaterra la remissione in pristino dello stato dei luoghi, a sua cura e spese, entro 90 giorni dalla notifica della presente ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo. Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di diecimila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori.

L’osservatore lazialecontinuerà a vigilare sulle due vicende. Torneremo sull’argomento non appena vedremo che ai pezzi di carta del Comune saranno seguiti dei fatti. Inoltre, riguardo Pentima Pizzuta, augurandoci che venga ripristinato lo stato dei luoghi, ricordiamo che c’è anche un’altra facoltà che potrebbe mettere in atto il Comune. E cioè, nel caso venisse in seguito accertata l'eventuale inottemperanza all’ingiunzione a ripristinare nel termine assegnato di 90 giorni, si potrebbe disporre l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area nelle misure, modi e tempi concessi dal diritto in materia.

tabella PRECEDENTI CASO GINO DE SANCTIS:

 

tabella PRECEDENTI CASO PENTIMA PIZZUTA: