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NEMI, CACCIATORI SELEZIONATORI: UNA NUOVA LETTERA SEGNALA AL SINDACO ALTRE SPECIE DA ABBATTERE.

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Tempo di lettura 4 minuti La Bertuccia dal capello riccio perde il carattere ridens e diviene Macaca municipalis hirta attapirata L.

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Redazione

Nemi (RM) – Una nuova lettera, circola  nel paese delle fragole. E' una piacevole nota satirica che tiene viva quella giusta ironia che viene utilizzata per parlare verosimilmente di fatti e personaggi.

Per una migliore comprensione del lettore si suggerisce di leggere l'articolo precedente: [ NEMI, CACCIATORI SELEZIONATORI: UNA LETTERA SEGNALA AL SINDACO LE SPECIE DA ABBATTERE.]

Ecco la lettera che 'gira' per Nemi:

"Nella fretta di sollevare il Sindaco – Alberto Bertucci – dall’onere del censimento delle specie, non abbiamo preso in considerazione le altre specie presenti sul territorio nemese. Ci scusiamo con il lettore e prontamente rimediamo alla dimenticanza.

Intanto, alla luce dei recenti avvenimenti, dobbiamo doverosamente registrare delle sostanziali modifiche del carattere della Bertuccia dal capello riccio: il carattere ridens, che già si era evoluto verso l’istericus, è definitivamente scomparso. E’ subentrata la fronte aggrottata ed il labbro imbronciato, per cui la nuova classificazione è Macaca municipalis hirta attapirata L.

Si ritiene opportuno riportare anche le caratteristiche peculiari della femmina. Si prende cura amorevolmente della numerosa prole e del fedele compagno, cucinando per tutti prelibati manicaretti: sovente stazione nella stanza dell’augusto compagno cingendo protettiva la spalliera dello scranno istituzionale e non disdegnando, qualora sia necessario, l’allattamento dell’ultimogenito. Provvede personalmente alla pulizia dell’Ufficio, districandosi leggiadra tra sedie e scrivanie. A questo punto ci sembra già di sentire i commenti del lettore: Che palle! Abbiamo capito è brava e amorevole. Possibile che non ha un difetto? Il lettore si rassicuri, c’è là, c’è là. Ha un carattere volitivo, tanto che passa in un batter d’occhio, dal ridanciano all’incazzoso e viceversa. Potentemente automunita, la utilizza anche per minimi spostamenti parcheggiandola con ineffabile noncuranza dove capita, in barba ai divieti, a volte sotto l’occhio bonario e deferente del Fido Braccio Destro. Provetta guidatrice, impegna con rara maestria perigliose discese (ad altre proibite) allo scopo di prelevare dalle fatiche scolastiche l’adorata prole: Lei può, Lei è la Prima Domina.

Mentre eravamo impegnati nella faticosa opera di censimento, ci siamo imbattuti in una antica pergamena che riportava tra l’altro, la presenza nella valle del lago di animale dalle caratteristiche molto interessanti. Accurate ricerche ci hanno permesso di risalire ad una specie ormai estinta, il Bradypus tridactylus nemus sacrum L. (Bradipo tridattilo del bosco sacro), che si aggirava pigramente tra i rami della quercia sacra. Facile è stata l’individuazione dei diretti discendenti, più parassitari che perniciosi, che sono rappresentati da tre biotipi: il Bradypus pentadactylus veliternum candidus L. (Bradipo dal pelo bianco), il Bradypus pentadactylus cinthianum necrofori L. (Bradipo degli alberi pizzuti) ed il Bradypus pentadactylus nemus nemus L. (Bradipo mimetico). Quest’ultimo ha la singolare capacità di sparire in un attimo e di rendersi introvabile per ore: giri gli occhi e non c’è più. Di abitudini prevalentemente mattutine, sono caratterizzati (quando operano pro domo sua) da una notevole vivacità e alacrità. Immediatamente dopo l’entrata in servizio piombano in una apatia assoluta, accompagnata però da un bisogno smisurato di cibo, che solitamente viene consumato avidamente nei bar cittadini e talvolta, anche in quelli del Paese di fronte.

Allo scopo di sfuggire ai predatori (segnatamente la Bertuccia dal capello riccio, il Gorilla di Vigna Grande ed il Tricheco volante, che tentano inutilmente di aumentare la loro produttività) si spostano in branco, a bordo dei potenti mezzi in dotazione (consumando enormi quantità di carburante), nella perenne ricerca dell’attrezzo o del materiale (fondamentale per l’esecuzione del lavoro assegnato), puntualmente dimenticato. Dotati un orologio biologico precisissimo, un’ora prima della fine della giornata di duro lavoro (duro?! lavoro??!!), si avvicinano lentamente, in ordine sparso, al timbra cartellini, allo scopo di riconquistare l’agognata libertà e tornare più vivaci e più alacri che pria.

Nel concludere il censimento, segnaliamo una specie altamente perniciosa appartenente alla famiglia dei Sirenidi: il Dugon dugon Mary of half a million L. (Dugongo del lago). In questo caso, l’uso dell’inglese nella classificazione è d’obbligo poiché, il Dugongo del lago si crede un sosia di Elvis Presley the Pelvis: per questo motivo da alcuni studiosi è classificato come Dugongo pseudo elvis. Sempre di nero vestito, uso guatar tacendo e tacendo rosicar, per l’altrui virtude (chiediamo venia alla Benemerita per la contaminazione dell’antico motto), scorazza ad ogni ora del giorno e della notte per le vie del paese a bordo di residuati bellici della Seconda Guerra mondiale. Predilige quello del Sol Levante, verde e puzzolente come una scardafella, con il quale percorre innumerevoli volte il Corso, emettendo ad intervalli regolari un potentissimo verso: Vroom! Vroom!! Da abbattere assolutamente.

Nel congedarci definitivamente dobbiamo confessare al lettore un rovello che negli ultimi tempi ci assilla. È vero che il Cinghiale è un timoroso suino dalle abitudini notturne e sostanzialmente innocuo, per cui merita di vivere e prosperare indisturbato nella valle del lago, ma è altrettanto vero che è saporitissimo. Che fare? Cedere o non cedere alle tentazioni della carne? Accontentarsi del solito maiale (Sus scrofa domesticus)? Ma sì, magari solo un cosciotto arrosto, però gli compro una protesi …si si, una bella protesi. Cara, faccio un salto alla valle, accendi il fuoco.

L’amico del giaguaro"

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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