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Roma

NEMI, BIBLIOUP: UN "BIBLIOFLOP" CHE ANDAVA ORGANIZZATO MEGLIO!

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Tempo di lettura 3 minuti E' stata allestita una immensa tensostruttura in piazza del Crocifisso togliendo per una intera settimana i parcheggi ai nemesi.

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di Chiara Rai

Nemi – Anziché BiblioUp, il festival organizzato a Nemi, dal punto di vista organizzativo verrebbe da dire “BiblioFlop”, lo diciamo dopo aver monitorato i tre giorni di evento organizzato dal Consorzio SBCR – Sistema Bibliotecario Castelli Romani, in collaborazione con la Fondazione FCCR – Cultura Castelli Romani, la Regione Lazio, la Provincia di Roma, il Comune e la Pro-loco di Nemi e tutti gli altri comuni dei Castelli Romani. La location prescelta è stata la graziosissima Nemi, una bomboniera di paese che è stato rivoluzionato per l’occasione.

Immaginiamo che il Consorzio abbia dialogato con l’amministrazione comunale per mettere appunto il piano logistico prettamente concreto di come predisporre location, calendario ed orario degli eventi. Di fatto ci sembra si sia verificato un vero e proprio cortocircuito tra il Consorzio e l’amministrazione comunale o Pro loco di Nemi che sia.

Il più grave degli errori, a nostro parere, è stato quell’enorme tendone bianco all’entrata del Paese. Ci spieghiamo meglio: è stata allestita una immensa tensostruttura in piazza del Crocifisso togliendo per una intera settimana i parcheggi ai nemesi. Togliere i pochi parcheggi presenti a Nemi centro significa mandare in tilt la cittadina: tra autobus e macchine con le quattro frecce in giro tondo per piazza Roma si è creata una vera e propria competizione all’ultimo stallo e un caos notevole.

Prima di tutto la tensostruttura è apparsa sproporzionata rispetto le dimensioni della piazza, tant’è che in parte è finita sulla carreggiata in curva, creando non pochi disagi ad una viabilità già compromessa dalle ormai permanenti transenne che hanno occupato metà della via Nemorense, subito dopo l’uscita dal paese in direzione Genzano.

Secondo poi, ancora più assurdo è che la Pro Loco o l’amministrazione comunale di Nemi, con tutta probabilità, non ha fatto presente al Consorzio che di 24, 25, e 26 ottobre nella cittadina delle fragole fa un gran freddo, a tal punto che risulta impossibile per gli ospiti trovarsi a loro agio in una tenda non riscaldata. Figuriamoci se avesse piovuto, l’acqua sarebbe arrivata alle caviglie degli spettatori che avrebbero assistito ai diversi eventi in programma con i piedi letteralmente a mollo.  

Ma fortunatamente non è piovuto e a parte il freddo si sarebbe potuto resistere dentro la mega tenda allestita ma, dulcis in fundo, alcuni eventi tra i quali il più importante e cioè il concerto di Simone Cristicchi è stato trasferito damblé, durante il corso del festival, nella sala pattinaggio del Castello Ruspoli. Una location sicuramente più piccola rispetto al grande tendone bianco ma almeno al coperto.

Domanda: perché non si è pensato prima ad allestire la sala del Castello ed evitare che l’enorme tensostruttura stazionasse vuota, ingombrante e senza utilità in piazza del Crocefisso dove sono stati sacrificati dei parcheggi fondamentali per i residenti?

Senza voler entrare nel merito degli orari del festival, ribadiamo che a Nemi dopo le 19, di solito non gira nessuno di questa stagione che ripetiamo essere notoriamente fredda rispetto ad agosto o settembre, mesi, al contrario, ideali per accogliere questo importantissimo evento che nel merito è degno di avere una accoglienza da red carpet.

A dare manforte alla teoria dell’orario poco azzeccato è anche il fatto che alcuni eventi in programma alle 18 sono stati anticipati di un ora, ciò significa che probabilmente non è stata messa in conto neppure l’entrante ora solare. Dunque ancora confusione.

Questa sera, ovvero intorno alle 22:30 di domenica (quando gran parte delle persone sono in casa perché l’indomani ricomincia lavoro e scuola), Simone Cristicchi metterà piede a Nemi per presentare con chitarra e voce il libro “Magazzino 18”. Non sarebbe stato più opportuno scegliere altro orario?

Ieri sera, sabato, nella tensostruttura ci saranno state si e no 10 persone. Peccato. Peccato davvero. Nel pomeriggio ci sono state certamente più persone, non sarebbe stato meglio concentrare gli eventi di pomeriggio?

Inoltre, sulle varie testate giornalistiche locali e non si è annunciato in pompa magna che Camilleri avrebbe presentato il Festival a Nemi, ma di fatto nessuno lo ha visto perché lo scrittore è stato registrato in un video. Si aspettava il ministro Franceschini: E’ venuto a Nemi? Le idee in proposito sono discordanti e se ha partecipato non ci è dato saperlo, ma comunque in pochi se ne saranno accorti.

L’idea di questo Festival è ottima, il logo è azzeccato, la pubblicità c’è stata e speriamo che ritorni a Nemi ma l’auspicio è che torni con un'organizzazione migliore che permetta di fruire a pieno del ricco calendario proposto.

Come al solito la nostra maniera di fare informazione si diversifica e non a tutti va a genio. Però il diritto di critica è ancora fortunatamente vigente in questo paese. Viva BiblioUp ma bisogna rivedere tempi e modi.   

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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