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Roma

NEMI, ADESSO PARLA IL BOSCO: "VERBA VOLANT NEMUS AUDIT"

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Tempo di lettura 2 minuti"Sono il Bosco nemorense e mi rivolgo a Lei poiché ultimamente ho sentito alcune corbellerie che mi riguardano (verba volant nemus audit), e a cui mi sento in dovere di rispondere".

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Il bosco di Nemi scrive alla redazione de L'osservatore laziale, in risposta all'articolo del 02/08/2013 CASTELLI ROMANI: ECOSISTEMA, SPORT, TURISMO E SENTIERI PROTETTI.  relativo la nota del Consigliere Regionale Fci Federico Campoli

 

Riceviamo e pubblichiamo.

Nemi (RM) – Gentilissima Direttrice

sono il Bosco nemorense e mi rivolgo a Lei poiché ultimamente ho sentito alcune corbellerie che mi riguardano (verba volant nemus audit),  e a cui mi sento in dovere di rispondere.

Egregio Consigliere Regionale FCI Federico Campoli, il punteruolo rosso attacca  le palme e non i castagni. Il parassita dei castagni è il Cinipide galligeno, conosciuto come Vespa cinese, che è giunto in Italia da circa un decennio ed è difficilissimo da debellare poiché non si possono usare insetticidi e non è possibile usare la confusione sessuale con feromoni in quanto si riproduce per partenogenesi: l’unico modo per sconfiggere il cinipide è attaccarlo con il suo antagonista naturale, che è il Torymus sinensis. E vuole sapere che cosa ne pensa il Parco dei Castelli Romani di tutto ciò? Ne impedisce il lancio considerando l’introduzione dell’antagonista una alterazione del sistema biologico.

Lei mi dirà: meglio, così togliamo l’intruso (il castagno) dal bosco. Ma sbaglia di nuovo perché il castagno (come da Lei ricordato) è stato introdotto più di 400 anni fa è quindi è ormai una specie autoctona.

La devo correggere anche riguardo ai funghi. Per la raccolta, da oltre 25 anni (L.R. 5 agosto 1998 n° 32), è necessario l’ottenimento di un tesserino regionale (previo corso curato da esperti micologi), bisogna sottostare a tutta una serie di norme, e una volta raccolti, i funghi vanno riposti in appositi canestri, per lasciar cadere le spore fungine.Per quanto riguarda le ortiche, sono sempre state grandi (dipende dal substrato su cui si sviluppano) e tremendamente urticanti, e mi permetta, vorrei dire due cosette sul Kiwi. Sono assolutamente contrario al Kiwi, specie alloctona depauperatrice delle nostre falde acquifere, che non ha assolutamente trovato un habitat naturale tanto che, per portarne a maturazione un ettaro, occorrono da 7 a 9 milioni di litri di acqua all’anno!!! Alla faccia dell’adattamento.

Allora, ben vengano i pedoni, i ciclisti, i cavalli (hanno il pregio di concimare), ma a condizione che l’approccio non sia agonistico, che il passeggiare nel bosco sia occasione di vivere ed ammirare la natura, e non sprizzare sudore e disturbare la fauna con ansiti o rantoli di fatica.

Mi venga a trovare con la sua famiglia, si goda il fresco delle mie fronde, e mi consenta, non dia retta agli pseudo ambientalisti, sono la rovina del mondo.

Sempre suo, se non m’incendiano, Bosco nemorense

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