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di Angelo Parca
NEMI (RM) – La cattiva informazione può giocare un ruolo pericoloso se non si conosce bene il sistema di accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo nei Comuni d’Italia. Nel Lazio ci sono circa 15 mila migranti, un numero molto alto se si pensa che sopra di noi c’è solo la Lombardia che ne accoglie circa 24mila. In Italia ce ne sono oltre 175 mila in totale. Solo nel periodo dal primo al 27 gennaio del 2017 sono sbarcati circa 3 mila immigrati.
Lo scorso 25 gennaio si è tenuto l’incontro tra il Prefetto di Roma e alcuni Comuni del territorio per parlare della ripartizione dei migranti. Il problema di sovraffollamento o di mancata equa distribuzione nei Comuni in base al numero di abitanti e capacità di accoglienza è, in questo momento, una responsabilità in capo alle amministrazioni locali che già avrebbero dovuto affrettarsi a dichiarare se vogliono far parte del progetto Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che garantisce una distribuzione di richiedenti asilo sul territorio attraverso un sistema più che proporzionale.
Attraverso il progetto Sprar si parla di numeri ragionevoli: 2,5 rifugiati ogni mille abitanti per i capoluoghi di provincia e di 3,6 per ogni mille per gli altri Comuni.
Ma che succede se i Comuni non manifestano la volontà di aderire allo Sprar? Il prefetto ha spiegato che qualora il Comune non accettasse le condizioni proposte dal progetto, anche se di fatto nessun ente è obbligato ad attivare uno “Sprar”, già nella prima settimana di aprile si aprirebbe il bando per l’assegnazione dei migranti nelle strutture private come alberghi o altre strutture, che potrebbero in futuro decidere di destinare la loro struttura all’accoglienza dei migranti, senza limiti imposti, se non quelli della capienza degli immobili.
Dunque, nel caso di Nemi la questione appare molto chiara: la prefettura potrebbe valutare di destinare Villa Rospigliosi (vicino ai Verbiti) all’accoglienza dei migranti senza limiti imposti se non quelli della capienza di questo grandissimo immobile di 49 stanze.
A gestire il tutto si dovrebbe incaricare una cooperativa che al costo di circa 35 euro al giorno per migrante dovrebbe garantire tutte le necessità primarie degli ospiti.
Non ci risulta ad oggi, che il Comune di Nemi abbia aderito allo Sprar. Inoltre il prefetto ha parlato di un ulteriore budget di 500 euro a profugo annuo da dare ai Comuni, al di fuori del progetto, da investire, a discrezione del Primo Cittadino, sul territorio.
Lo Sprar rappresenta quindi , ad oggi un grande strumento per garantire una accoglienza dignitosa ai richiedenti asilo e rifugiati. Per attivare il sistema, gli enti locali possono utilizzare le risorse finanziarie messe a disposizione dal ministero dell'Interno attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Con questo strumento, vengono assegnati contributi in favore degli enti locali che presentino progetti destinati all’accoglienza per i richiedenti asilo, rifugiati e destinatari di protezione sussidiaria.
Per fare un esempio: al Comune di Caserta è stato assegnato un contributo di oltre 2 milioni e 400 mila euro per l’assegnazione di 200 posti.
Tutto questo sta a significare che per Nemi la preoccupazione che possano arrivare centinaia di migranti in un territorio che conta circa 2 mila anime appare fondata per il semplice fatto che ad oggi non risulta nessuna adesione del Comune di Nemi al progetto Sprar, che oltre a garantire trasparenza prevederebbe al massimo 7 / 8 richiedenti asilo sul territorio. C’è l’ipotesi che la Prefettura possa valutare la struttura di Villa Rospigliosi e immobili vicini idonea all’accoglienza. Ma che tipo di accoglienza si andrebbe a garantire a delle persone in difficoltà che hanno diritto ad essere ospitati in maniera dignitosa? Al momento si può soltanto asserire che dalle immagini scattate nell’area, sono stati fatti alcuni lavori di pulizia e bonifica del sito.
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