Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
Angelo Parca
La mission Senato a Monti probabilmente in cambio di voti per il Quirinale già suscita numerose critiche nel centrosinistra, soprattutto dall'interno stesso del Pd dove si teme che un possibile accordo Bersani – Monti, e quest'ultimo ha bocciato una possibile intesa Pd – M5s, possa far implodere lo stesso partito dove i dissidenti di un governissimo crescono ad ogni ora che passa.
Bersani non può e non dovrebbe svendersi in favore di un tecnico prestato alla politica che, come detto più volte, si è sfilato il loden per fornirci un quadro ben chiaro di cosa non ha fatto durante il suo governo tecnico, sostenuto da tutti, responsabili solidali dei sacrifici degli Italiani.
Questa nuova legislatura sarà inevitabilmente breve, sei o dodici mesi e si tornerà alle urne. Grillo non sente nulla, non scende a compromessi e il Pd? Il Pd se mai dovesse cedere al diktat di Monti che mira al governo di larga intesa senza Grillo, rischierebbe durissime ripercussioni.
Paolo Quinto, già candidato alle primarie Pd 2013 liquida così l’ipotesi di Monti al Senato: “Sarebbe un suicidio per il Pd pensare ad un esecutivo di larga intesa – dice Quinto – vorrebbe dire riproporre di nuovo quel governissimo bocciato clamorosamente dall’intero elettorato. E’ inaccettabile dare credito ad una politica sbagliata e mi auguro che il Pd non cada nell’ennesima trappola dei montiani che hanno saputo soltanto infliggere misure drammatiche e di estrema iniquità al Paese proprio contando sul dovere di responsabilità di chi l’ha sostenuto, tra cui il Pd. Ma adesso, dato che Monti si è trasformato in soggetto politico attivo, sostenerlo significherebbe deludere la stragrande maggioranza dell’elettorato del Partito Democratico”. Votare sia alla Camera che al Senato due esponenti Pd sarebbe la ricetta migliore per reagire alla morsa di Grillo e Monti.
Correlati