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Editoriali

Negoziato con l’UE sul fronte del coronavirus: non demoliamo casa nostra, perché in dissidio col vicino del terzo piano. E non diamo etichette politiche all’unità europea

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Tempo di lettura 3 minuti

di Alessandro Butticé

Capisco che i governi contrari alle proposte italiane, e non solo, hanno bisogno del tempo necessario a ottenere il consenso politico e dell’opinione pubblica nazionale a misure apparentemente contrarie al loro interesse. Ognuno ha questioni domestiche da regolare.

Ma è più che legittima l’irritazione italiana verso il rinvio di addirittura due settimane della decisione del Consiglio Europeo sulle misure economiche europee per fare fronte, con la massima urgenza, al carattere senza precedenti dello shock causato dal Covid-19 in tutti i Paesi europei.
Ciò nonostante, tanti articoli e commenti letti sulla stampa ed i social mi sembrano testimoniare una grande confusione nel nostro Paese, che rischierà di fare molto male a tutti. Ad esempio quella che continua a identificare l’UE (l’«Europa», come viene maldestramente chiamata dalla narrativa nostrana) in alcuni governi di Stati che, come l’Italia, ne fanno parte e che possono anche avere visioni ed interessi diversi dai nostri. Come succede in tutti i condomini. E certi commenti mi fanno pensare al condomino talmente esasperato che si dichiara pronto persino a fare demolire tutto il palazzo in cui abita. Solo perché il vicino del terzo piano non vuole autorizzare la riparazione del suo appartamento allagato, e chiede un rinvio della decisione condominiale. Senza tenere nemmeno presente che l’Amministratore del Condominio (la Commissione Europea), supportata da altri condomini, sta invece sostenendo il finanziamento di quelle riparazioni.

Ma stiamo diventando matti?

Io temo che chiunque dica di voler arginare la nostra crisi più grave dalla Seconda Guerra Mondiale seminando vento, rischierà di fare raccogliere la tempesta della storia a tutto il nostro Paese.
Facciamo quindi lavorare il governo, sia sul piano dei rapporti e del negoziato con l’UE che sul fronte del virus.
Durante una manovra complicata e pericolosa è sempre insano urlare e distrarre continuamente il manovratore.
Poi, quando sarà cessato il pericolo, ci sarà il tempo per trarre conclusioni ed eventuali insegnamenti.
Ma ora siamo in situazione di grande emergenza e pericolo, che richiede quindi massima serietà ed impegno da parte di tutti. Governo, opposizioni e Unione Europea. Non disgustosa propaganda elettorale che porterebbe solo alla gestione delle macerie.

Guido Pettarin, deputato goriziano di FI, ci ha ricordato proprio oggi che non esiste solo il vicino del terzo piano, ma anche quello del pianerottolo. E che da Gorizia e Nova Gorica arriva ancora una volta un grande esempio dell’autentico spirito europeo. Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ha raccontato del bellissimo gesto di solidarietà ricevuto dal sindaco di Nova Gorica, Klemen Miklavic, che ha messo a disposizione uomini della protezione civile slovena, piatti caldi e respiratori per ambulanze”. Così. Pettarin ha giustamente ricordato che “questo è il vero spirito europeo. Gorizia e Nova Gorica hanno scritto insieme una pagina importante per riscaldare il sentimento europeo che oggi rischia di essere sopito e addirittura messo da molti in discussione. Questi gesti possono apparire poco significanti, ma in essi si nasconde l’anima autentica dell’Unione europea e dei cittadini europei”. Senza dimenticare inoltre che la pandemia non sta falcidiando solo l’Italia, ma tutti i paesi europei. Cui stanno facendo tutti fronte. Ognuno secondo i propri mezzi e le proprie capacità, in mancanza di una vera politica europea della salute che ne attribuisca una competenza operativa sovranazionale all’UE.

Agli amici che continuano a credere come me nell’Europa unita (per le ragioni ed anche per i timori espressi e i limiti indicati nella mia recente lettera aperta ai presidenti delle Istituzioni UE) chiedo di non dare mai nessuna etichetta politica, e tanto meno partitica, all’UE.

L’Europa è e deve essere infatti la casa di tutti. Senza colori partitici, siano essi a favore o contro.

Così come il Coronavirus è il nemico di tutti, e tutti dovremmo pertanto contribuire alla sua lotta per sconfiggerlo. Senza colorarlo politicamente come sembra farsi solo in Italia.

Il peggiore servizio che potremmo infatti offrire all’Unità Europea, unica salvaguardia dalle tragedie dei secoli scorsi – nonostante le tante modifiche auspicate, anche dei processi decisionali, come dimostrato in questi giorni – è quello di darle una connotazione politica. Sia essa progressista, conservatrice, di centro, di nord, di sud, ecc. . E di confondere il palazzo di casa nostra, con le idee di altri condomini. E per questo decidere di distruggerlo, invece che ristrutturarlo e migliorarlo. Dimenticandoci che all’interno c’è anche la nostra casa, ed in essa i nostri figli.

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