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Redazione
E' stato colpito duramente il "clan degli zingari". Sono più di 30 le persone fermate oltre a tre tonnellate di droga sequestrate tra cocaina, eroina e marijuana per un valore di 45 milioni di euro; numerose armi (tra cui kalashnikov) sottratte ai clan; un pericoloso latitante catturato. Questo il bilancio dell'operazione antidroga denominata "Gentleman", condotta dalle fiamme gialle della sezione Goa del Gico di Catanzaro, della sezione Goa del Gico di Brescia, della compagnia di Policoro (Mt), del servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma (Scico), con l'interessamento della direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa).
Al termine di un'attivita' investigativa durata quasi due anni, all'alba di oggi oltre 400 finanzieri, con l'ausilio dei baschi verdi in tenuta da ordine pubblico, delle unita' cinofile e del supporto degli elicotteri ed unita' navali, hanno circondato e perquisito in ogni angolo la localita' "Timpone rosso" di Cassano allo ionio (Cs), da anni ritenuta la roccaforte del clan degli zingari ed hanno eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di 33 persone tra Calabria, Puglia, Pasilicata, Piemonte, Emilia-Romagna e Lombardia. Le indagini, coordinate dal procuratore distrettuale di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo, in collegamento con le Procure di Brescia e Matera, hanno delineato l'attivita' delittuosa dei sodalizi criminali riconducibili a Filippo Solimando e Luigi Abbruzzese, ritenuti rispettivamente i capi clan di Corigliano Calabro e della 'ndrina degli zingari di Cassano, compagini, sottolineano gli inquirenti, storicamente dotate di autonomia ed accertata operativita' criminale nell'ambito del traffico internazionale di stupefacenti. Nel corso degli anni "gli zingari" si sono emancipati da una situazione di dipendenza che li relegava ai margini delle associazioni 'ndranghetistiche sino ad assurgere alla preposizione di un "locale" di 'ndrangheta dotato di autonomia.
L'organizzazione aveva accesso ai mercati sudamericani per la cocaina ed a quelli dell'est europeo per l'eroina e la marijuana, così da importare a prezzi assolutamente concorrenziali ingenti partite di stupefacente. Le indagini hanno svelato l'esistenza di una fitta rete di pericolosi narcotrafficanti internazionali in grado di movimentare grossi quantitativi di marijuana dall'Albania verso l'Italia, avvalendosi di collegamenti marittimi in mano all'organizzazione, nonche' di cocaina ed eroina, mediante l'impiego di automezzi modificati nella struttura al fine di ricavarne appositi vani funzionali all'occultamento.
La complessa attivita' ha consentito di identificare la totalita' dei personaggicoinvolti, legati per lo piu' da "vincoli di sangue" nel rispetto della tradizione 'ndranghetistica, e di individuare, tra l'altro, i differenti ruoli svolti da ognuno di essi in seno al sodalizio criminoso.
L'operazione ha permesso di infliggere all'organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che, soprattutto, dei mancati guadagni. Colpito anche il patrimonio accumulato dai principali arrestati, costitutito da beni immobili, quote societarie, autovetture di lusso, ed imbarcazioni. xxxx 'Ndrangheta: i traffici degli zingari intercettati dai satelliti = Ai risultati dell' operazione "Gentleman", condotta dalla Guardia di Finanza che ha eseguito 33 fermi in diverse regioni italiane, si e' giunti grazie a sofisticate intercettazioni satellitari, che hanno individuato alcune chat sulle quali gli indagati si scambiavano informazioni. E' uno dei particolari emersi nel corso della conferenza stampa che si e' tenuta questa mattina a Cosenza, presenti i vertici della Dda di Catanzaro e ufficiali della Guardia di finanza della Calabria, tra cui il generale Gianluigi Miglioli, della Basilicata e di Brescia, nonche' dello Scico di Roma. Carichi di marijuana e di eroina transitavano dall'Albania a Corigliano, su due grossi pescherecci, sequestrati, il "Maestrale" e il "Grecale". La cocaina arrivava invece dal Sud America. Nel corso dell'operazione e' stato anche intercettato un grosso carico proveniente dal Paraguay, per il quale era stato pagato un acconto di centomila euro, sequestrati in Spagna. A Corigliano ci sarebbe stato un vero centro di stoccaggio per lo stupefacente. Il traffico era coperto da attivita' apparentemente lecite. L'operazione e' partita da un'indagine svolta a Brescia, dalla quale si era visto come siano gli albanesi a gestire lo spaccio finale della droga, che proveniva dalla Calabria.
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