NAPOLI, TERZO INCENDIO AL CAMPO ROM NEL GIRO DI POCHI MESI

Di Christian Montagna

Napoli – La paura era quella che potessero ritornare nel campo. Già era accaduto il mese di Marzo, nel giro di pochi giorni due volte il campo rom della zona di Capodichino era stato incendiato. Non c’è due senza tre: nel campo domenica notte è scoppiato il terzo incendio doloso. Dopo 18 ore di lavoro per domare e poi spegnere le fiamme, non rimaneva più nulla. In attesa di essere collocati negli edifici da edificare a Scampia, girava la notizia che i rom sarebbero stati ricollocati in quel campo.

E così qualcuno ha pensato di renderlo di nuovo invivibile. A bruciare copertoni di auto accumulati, masserizie abbandonate e resti di baracche. Inestimabile il danno ambientale: l’area dell’incendio non era stata ancora bonificata e continua ad essere altamente nociva. Ma perché così tanta ostilità nei confronti del diverso? Un fenomeno che potrebbe essere definito con il termine razzismo ma che in realtà non è sempre così. La paura del diverso nasce dall’inconsapevolezza e dall’ignoranza ma a volte anche dall’esasperazione di chi non può più vedere la propria in terra in mano ad altri. Non c’è una legge che tuteli veramente le immigrazioni clandestine; vengono nel nostro paese, senza pagare le tasse e fanno i padroni.

Nella maggior parte dei casi, senza lavoro e senza casa, alimentano la già folta schiera di criminali. Un sistema fallimentare quello italiano sulle integrazioni degli immigrati, siamo l’unico paese che tollera situazioni simili di degrado. Molto spesso ad esempio, i rifiuti provenienti da questi alloggi rom invadono le carreggiate costringendo gli automobilisti ad inversioni di marcia. Senza pensare al fatto che la città sia sotto una cappa di polveri sottili. La crescita dei tumori soprattutto in Campania è alle stelle ma le istituzioni se ne infischiano altamente. Una sola cosa voglio dire: meditate, non pensate che ciò non possa tangere anche voi …