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di Christian Montagna
Secondigliano (NA)– Il giorno dopo la tragedia Napoli piange i suoi morti e fatica a risanare le ferite. La strage della follia è stata nominata, quella che ieri pomeriggio dopo una lite per i panni stesi ad asciugare, ha visto morire per mano di Giulio Murolo, infermiere 48 enne dell'Ospedale Cardarelli di Napoli, la cognata, il fratello, un passante ed un ufficiale della polizia municipale. Altre sei persone tra cui due poliziotti, due carabinieri, un vigile ed un passante sono rimasti feriti. E' un bollettino da guerra quello che ieri è stato scritto a Secondigliano: un raptus di follia che è costato caro e amaro. Il Sindaco di Napoli De Magistris ha proclamato il lutto cittadino commentando con queste parole l'accaduto :" E' una tragedia enorme per Napoli e per il Comune". Cancellate tutte le manifestazioni, inaugurazioni di metrò, appuntamenti elettorali e incontro con il Premier che chiama il sindaco per esprimergli la sua solidarietà. Oggi, a Napoli, è solo il momento del dolore.
Giulio Murolo, incensurato e dipendente del reparto di chirurgia toracica del Cardarelli viene descritto dai colleghi come una persona introversa ma equilibrata e che mai avrebbe imbracciato fucile e pistola per sparare all'impazzata in strada. Il questore di Napoli ha accertato alcuni elementi importanti: l'omicida non soffre di alcuna patologia psichica e le armi utilizzate per la strage sono regolarmente detenute. Le prime vittime di questa strage sono state Concetta Uliano, 51 enne, cognata dell'assassino e Luigi Murolo, 52 enne, il fratello, uccisi all'interno della palazzina a Via Miano. In seguito, l'infermiere si è spostato sul balcone e ha cominciatto il "tiro al bersaglio su chiunque si muovesse" uccidendo gli altri due, il tenente della polizia municipale Francesco Bruner 60 anni e il fioraio Luigi Cantone 59 anni alla guida di uno scooter. Secondo i racconti dei vicini, i rapporti tra l'infermiere e il fratello che abitava vicino a lui, erano da tempo molto tesi; tanti erano i dissapori e le antiche diatribe protratte nel tempo.
La notizia che più di ogni altra ha lasciato sconcertati è stato il racconto della lucidità di Murolo durante la strage: ha chiamato il 113 dicendo "Sono quello del macello di Miano". L'operatore lo ha tenuto al telefono per quaranta minuti convincendolo ad arrendersi senza opporre resistenza. E' perciò uscito dal palazzo spontaneamente e si è consegnato ai militari che nel frattempo avevano circondato la sua abitazione. A quel punto però incontenibile è diventata la folla che ha inveito con veemenza sull'uomo. Caricato immediatamente sull'auto, prima di riuscire ad abbandonare quella via, la folla si è addirittura scagliata sull'auto chiedendo ai militari di poter fare giustizia. A far rabbrividire ancora sono le testimonianze raccolte sul luogo e in rete: persone che per scampare alla furia omicida si sono nascoste ovunque, fuggendo come se fossero in una guerra. Non si riusciva a capire in quella interminabile ora e mezza di follia quali fossero gli obiettivi prescelti. E' stato necessario l'intervento del blindato dei CC accorso sul posto che ha protetto i feriti in strada. Al momento le indagini vanno avanti in collaborazione tra Polizia di Stato e militari dell'Arma.
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