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di Christian Montagna
Napoli – Una città sempre più violenta. A Napoli un poliziotto rischia la vita, "colpevole" di aver fatto il proprio lavoro in una città sempre meno sicura e in balia dei criminali. Eppure, tutto tace…nessuna fiaccolata, nessuna manifestazione, nessuna indignazione espressa nei salotti televisivi, nessuna sceneggiata ai tg. Eppure, una famiglia è in pena per Nicola, padre, zio, figlio e marito. Una famiglia (a cui va tutta la mia stima) che sta vivendo un dolore enorme con la massima riservatezza. A Napoli, un uomo lotta tra la vita e la morte per aver cercato di "allontanare" i criminali dalla città.
E’ in un letto di ospedale Nicola Barbato,46 anni, poliziotto ferito due giorni fa in una sparatoria a Fuorigrotta. Non si è ancora svegliato ma anzi si aggrava sempre di più. Succede ancora in una città violenta come questa che un uomo, intento a svolgere il suo lavoro, si trovi a rischiare la vita per mano di spietati killer. I colleghi del poliziotto in fin di vita senza mezzi termini hanno espresso solidarietà alla famiglia di Nicola che in queste ore è in grande tensione. Sui social, da ogni luogo, dure sono state le condanne verso l’aggressore. Messaggi forti, diretti e senza mezzi termini: l’uomo che ha sparato deve pagarla.
La voglia di vendetta. All’indomani di una sentenza della Cassazione che a Napoli ha lasciato allibiti tutti in merito all’omicidio di BacioTerracino immortalato in diretta da una videocamera di sorveglianza, si chiede a gran voce giustizia. “Spero di trovarti io personalmente. Poi vediamo quanta voglia hai di sparare e se hai il tempo per farlo! Pezzo di m… Ti devo scassare dalla testa ai piedi”, si legge sui social. Questo, è solo uno dei tanti messaggi di solidarietà per fare onore al collega che rischia la vita tuttora. Sulla pagine della sezione anti estorsioni della Squadra Mobile di Napoli, resta alta la tensione. Ieri pomeriggio, il capo della Polizia, Alessandro Pansa, si è recato a Napoli per incontrare, in ospedale, la famiglia dell'agente, in particolare la moglie.
La solidarietà sui social. E’ partita una vera e propria caccia all’uomo sui social network in cui, tutti si rendono partecipi e disponibili. Qualcuno, ha già postato le foto con il nome del ricercato numero uno. C’è invece chi fornisce utili particolari nella ricerca informando sulle modalità di fuga del malvivente. “ Sappiate che R. R. è fuggito unitamente alla consorte a bordo di una Daewoo Matiz targata BL582DL. In caso di rintraccio notiziate immediatamente le Forze di Polizia fornendo esattamente il luogo ove vi trovate!”, scrivono i testimoni.
Il primo fermato. E’ Roberto Gerard il primo delinquente ad essere stato fermato con l’accusa di tentata estorsione anche se, dalla Questura, non è ancora arrivata la conferma. Ventisette anni, di Quarto, con un curriculum alle spalle che vanta numerosi reati. Il complice invece sarebbe colui che per ben otto avrebbe sparato contro il poliziotto.
La ricostruzione dei fatti. Ancora molti dubbi, molte incertezze e molte perplessità riguardo la dinamica dei fatti. Dalla Questura di Via Medina pare non trapelare alcuna informazione utile. Anche il nome del primo uomo fermato, sarebbe ancora tenuto segreto, nonostante, i giornali lo abbiano già diffuso. Sono le voci e le testimonianze di chi quella sera per una pura fatalità non si è trovato nel bel mezzo della sparatoria ma che, dalla cumana o dai negozi della zona, ha assistito ad una scena da far west. Era giovedì sera quando, i due poliziotti in borghese sostavano all’esterno del negozio “Il Capriccio” di via Leopardi aperto da poche settimane, in attesa di incastrare gli estorsori. Proprio il proprietario del negozio infatti si era rivolto all’anti racket perché vittima, subito dopo l’apertura, di richieste da parte dei clan, denunciando in Questura il tentativo di estorsione.
L’appello della famiglia. “ Papà, parlami, parlami… Papà, svegliati”,urla Giovanna, la figlia di Nicola Barbato mentre tenta di abbracciarlo scavalcando gli agenti che lo proteggono. In ospedale molte persone hanno recato un saluto a Nicola tentando di incoraggiare la famiglia affranta dallo strazio. Scene di dolore, di angoscia al pronto Soccorso di Loreto Mare. Ci sono tanti poliziotti, falchi e donne in divisa a simboleggiare la vicinanza a quel collega che oggi tutti sperano possa stare meglio. La pallottola che ha provocato danni al cervello potrebbe essergli fatale. Le operazioni finora effettuate sono andate a buon fine ma, ripete la moglie, “Solo lui mi può togliere l’angoscia, solo lui…Quando si sveglierà e potrò parlargli…solo allora sarò sollevata”.
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