NAPOLI SALUTA "GENNY", IL 17ENNE UCCISO DALLA CAMORRA. PADRE ZANOTELLI: "ALZIAMO LA TESTA"

Redazione

Napoli – Palloncini bianchi all'entrata della chiesa e un lungo applauso hanno salutato, alle 7.50, l'arrivo del feretro di Gennaro Cesarano, il 17enne ucciso poco prima delle 5 di domenica 6 settembre in piazza Sanità a Napoli. Folta la presenza di forze dell'ordine all'esterno della basilica nel cuore del quartiere. La cerimonia è pubblica, come richiesto dalla famiglia e concesso dalla Questura di Napoli. Tanti i ragazzi che indossano una maglia bianca con la foto del giovane; un grande striscione bianco con la scritta azzurra «Genny vive» è stato esposto all'interno della chiesa. Presente in chiesa il vicesindaco di Napoli, Raffaele Del Giudice. I funerali sono celebrati da padre Alex Zanotelli.
In una città divisa in due, "spaccata tra la Napoli bene e quella 'malamente', anche le nostre mani grondano sangue" e "Dio non manderà nessuno a salvarci, toccherà a noi dire basta". C'è un'assunzione di responsabilità e un invito a cambiare nelle parole pronunciate da padre Alex Zanotelli durante l'omelia per il funerale di Gennaro Cesarano. Tante lacrime e un dolore composto da parte di tutti i presenti, tantissimi ragazzi, che ascoltano il padre comboniano nel ricordo del 17enne ucciso nel rione Sanita'. "Non ci puo' essere sangue e Dio – aggiunge Zanotelli – non è possibile tanto sangue versato in questi giorni". Invoca quindi l'impegno di tutti, dalle istituzioni alla scuola e alle forze dell'ordine, per "costruire una Napoli pulita, per uscire dal tunnel della droga e della violenza. Tutti insieme – assicura – possiamo vincere". Prima dell'uscita del feretro, il parroco Antonio Loffredo ha sottolineato che "il quartiere resterà in lutto finché non ci daranno delle risposte sulla morte di Genny" e ha ringraziato i genitori e i ragazzi per la compostezza con cui hanno vissuto questi giorni difficili. "Sareste voi i criminali?", ha detto con un sorriso amaro. L'uscita della bara dalla chiesa è stata accompagnata dal rintocco delle campane, da lunghi applausi, palloncini bianchi e le mongolfiere di carta colorata, ognuna con un messaggio scritto a penna, spedito idealmente in Paradiso. "Genny è sicuramente lì – ha assicurato il parroco – perché il Purgatorio lo ha già vissuto qui".