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Cronaca

NAPOLI, ROMA E IL VIRUS DI "SAN SILVESTRO"

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Tempo di lettura 3 minutila verità è che in Italia dobbiamo imparare ad essere corretti, ad accettare il fatto che una legge esiste e va rispettata!

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di Christian Montagna

Napoli – Oggi, 4 Gennaio 2015, primo appuntamento con la rubrica "Notizie in breve dalla Napoli violenta" dell'anno nuovo. Verso la fine del 2014 nasce questo appuntamento settimanale con lo scopo di commentare ed informare su quanto accade a Napoli. Uno spazio del genere dedicato agli scandali e alle illegalità non poteva non affrontare quello di Capodanno dell'astensionismo al lavoro di vigili urbani a Roma e di netturbini a Napoli. Roma, capitale d'Italia, diventa la notte di San Silvestro il peggior esempio di tutta Italia: settecento sessantasette vigili urbani non si presentano a lavoro. Il 75% di questi invia un certificato medico, il 10% usufruisce della legge 104 per assistere un familiare malato, l'8% dona il sangue, il 4% usufruisce di permessi per visite mediche e il 3% accudisce figli minorenni malati.

Tutto ciò è quanto è accaduto quella notte. E per le strade di Roma, chi ci è stato? Se dei cinquemila settecento poliziotti municipali una gran parte si è assentata,per le strade vi è rimasto il caos, vi sono rimaste le persone ubriache che la notte di Capodanno prese dalla gioia e dall'enfasi si abbandonano alle guide più spericolate degne degli autodromi che hanno ospitato il pilota tedesco più famoso al mondo. Traffico paralizzato e impazzito a causa dei furbetti che caso strano, in più di settecento hanno avuto altro da fare proprio quella notte di festa! Ma come a Roma così accade a Napoli: sempre quella famosa notte, evadono il lavoro duecento netturbini e Napoli ridiventa caput- munnezza. Anche qui, il caso ha voluto che la grande epidemia di furbetti si diffondesse a raffica proprio quella notte! E a pulire le strade di Napoli chi c'era? I pochi, stanchi e anziani colleghi. In un secondo, Napoli si ritrasforma in discarica a cielo aperto: botti sparati e lasciati al suolo, quantità industriali di rifiuti organici e tanto altro per le strade ma la maggioranza degli operatori ecologici noncurante della situazione,decide di disertare il lavoro. Possibile che chi in Italia ha un lavoro si comporti in questo modo? Di certo non è la prima volta che si registrano dati così eclatanti nel passaggio dal vecchio al nuovo anno. Lo scorso anno ad esempio è toccato all'azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo ma mai con questi numeri. Il passaggio tra il 2014 e il 2015 è stato storico ma grandi corresponsabili sono stati i medici che hanno avallato le richieste dei dipendenti concedendo come fosse pane certificati medici e contribuendo a creare un'assenteismo giustificato.

E poi c'è chi ha il coraggio di dire che quì non si trova lavoro e c'è chi lavora e non è soddisfatto del proprio operato e del proprio introito: la verità è che in Italia dobbiamo imparare ad essere corretti, ad accettare il fatto che una legge esiste e va rispettata! Il danno di immagine che i mille furbetti romani e napoletani hanno creato al nostro sistema lavoro è a immane! Un'offesa nei confronti di chi un lavoro lo desidera ma non riesce a trovarlo; di chi lavora assiduamente rispettando le leggi; di chi si ammala veramente e viene incluso automaticamente nella massa dei furbetti. Se il fenomeno di Capodanno è stato così eclatante il problema è alla base: quis custodies custodiet? Mi verrebbe da dire, chi controlla i controllori? Possibile che circa mille medici tra Napoli e Roma abbiano concesso, per modo di dire in buona fede, così tanti certificati medici e nessuno abbia effettuato le dovute verifiche? Se una cosa del genere è accaduta è perchè i controlli fiscali ormai sono diventati sporadici o addirittura inesistenti e i lavoratori, quelli disonesti, hanno capito di potersi prendere gioco delle istituzioni. Ma, ricordate che, mentre vigli urbani e netturbini festeggiavano il Capodanno allegramente, Roma, diventava una pista di go-kart a cielo aperto e Napoli affogava nei suoi cumuli di immondizia.

 

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