Napoli, omicidio imprenditore: sotto esame PC e cellulari

 
di Angelo Barraco
 
Napoli – Importanti novità sull’omicidio dell’imprenditore napoletano, è stata conferito l’incarico ad un consulente informatico che esaminerà computer, pen drive e telefonini della vittima e dell’unico indagato. Continuano senza sosta le indagini per far luce sul misterioso omicidio dell’ingegnere e imprenditore Vittorio Materazzo, ucciso  sotto casa sua in viale Maria Scristina di Savoia il 28 novembre scorso con numerosi colpi di coltello che gli sono stati fatali. A sferrare quei colpi è stato un misterioso uomo con il volto coperto da un casco. L’unico indagato per questo atroce delitto è Luca Materazzo, fratello della vittima. I pm  Figliolia e De Renzis che coordinano l’inchiesta con il procuratore aggiunto Fragliasso hanno dato l’incarico ad un consulente informatico che esaminerà le apparecchiature tecnologiche della vittima e dell’indagato. L’attenzione dell’esperto verrà concentrata su un computer e quattro pendriveche sono state rinvenute nella casa della vittima e inoltre verrà analizzato un cellulare che portava con se nel momento in cui ha subito l’agguato. Verranno analizzati anche le pendrive e il portatile dell’indagato. 
 
Un delitto in cui il killer ha colpito per assicurarsi che la vittima fosse morta e non potesse più proferire parola con nessuno, 35 coltellate inferte senza pietà e con una ferocia inaudita, tutti colpi andati a segno eccetto alcuni che sono stati attutiti dagli abiti ma che non hanno purtroppo potuto contrastare una morte di tale entità. Chi ha ucciso lo ha fatto per rabbia e non per rapina con l’obiettivo di impossessarsi di un bene materiale. L’uomo ha opposto resistenza al suo aggressore ma la coltellata alla vena giugulare è stata fatale. Erano le 19.30 di lunedì 28 novembre quando l’ingegnere imprenditore 51enne è stato ucciso da un ignoto sconosciuto con un casco e un giaccone e un coltello in mano. Un testimone avrebbe assistito alla scena, avrebbe cercato di inseguire l’aggressore. Immediato l’intervento dei soccorritori che avrebbero tentato di rianimare l’imprenditore, ma le ferite erano troppo profonde e il tentativo è risultato vano. Le immagini di videosorveglianza non hanno portato elementi di rilievo agli inquirenti, si apprende di frame che Materazzo parcheggia la sua autovettura e si dirige verso casa. In merito al possibile movente che avrebbe spinto Luca ad uccidere il fratello Vittorio c’è la morte del padre: emerge infatti che la vittima nutriva sulla morte del congiunto avvenuta nel 2013 e sembra che l’Ingegnere/imprenditore avesse consegnato una documentazione alla Procura di Napoli chiedendo ulteriori accertamenti in merito al decesso del padre. Tra le carte consegnate si parlava anche di alcuni dissapori con il fratello Luca sfociate in aggressioni.