Napoli, omicidio imprenditore, ordinanza di arresto per il fratello. Caccia ll'uomo

 
di Angelo Barraco
 
 
Napoli – Svolta nelle indagini sull’efferato omicidio di Vittorio Materazzo, l’ingegnere/imprenditore  ucciso con 35 coltellate. E’ stato emessa un’ordinanza di arresto nei confronti di Luca Materazzo, 36enne nonché fratello della vittima e accusato di omicidio premeditato e aggravato. Le indagini hanno sin da subito mirato all’individuazione del colpevole mediante l’ausilio delle apparecchiature scientifiche e precisamente lo scorso 9 dicembre è stata effettuata la comparazione del DNA. Ma non appena gli inquirenti hanno eseguito tale esame, Luca Materazzo ha fatto perdere le sue tracce. Gli inquirenti si sono immediatamente mobilitati alla ricerca dell’uomo e hanno perquisito le abitazioni della famiglia Materazzo in Lombardia, Abruzzo e Sardegna. Nei giorni scorsi gli inquirenti si erano recati direttamente a casa dell’uomo e avevano bussato a quella porta che però dall’altro lato non aveva fatto pervenire risposta alcuna. Dalle indagini si apprende inoltre che gli investigatori avrebbero trovato in una discarica – come riporta Il Mattino di Napoli- il casco integrale che ha protetto il volto del killer e gli abiti che lo stesso avrebbe usato per compiere l’efferato gesto. Tra i reperti rinvenuti ci sono due coltelli da sub, di cui uno insanguinato, una maglietta e un paio di pantaloni, due paia di calze e due giubbini. A dare una svolta alle indagini è stato un testimone oculare che ha seguito l’assassino, che era armato, fino ad un vicolo. 
 
E’ dato l’incarico ad un consulente informatico che esaminerà computer, pen drive e telefonini della vittima e dell’unico indagato. I pm  Figliolia e De Renzis che coordinano l’inchiesta con il procuratore aggiunto Fragliasso hanno dato l’incarico ad un consulente informatico che esaminerà le apparecchiature tecnologiche della vittima e dell’indagato. L’attenzione dell’esperto verrà concentrata su un computer e quattro pendriveche sono state rinvenute nella casa della vittima e inoltre verrà analizzato un cellulare che portava con se nel momento in cui ha subito l’agguato. Verranno analizzati anche le pendrive e il portatile dell’indagato. Un delitto in cui il killer ha colpito per assicurarsi che la vittima fosse morta e non potesse più proferire parola con nessuno, 35 coltellate inferte senza pietà e con una ferocia inaudita, tutti colpi andati a segno eccetto alcuni che sono stati attutiti dagli abiti ma che non hanno purtroppo potuto contrastare una morte di tale entità. Chi ha ucciso lo ha fatto per rabbia e non per rapina con l’obiettivo di impossessarsi di un bene materiale. L’uomo ha opposto resistenza al suo aggressore ma la coltellata alla vena giugulare è stata fatale. Erano le 19.30 di lunedì 28 novembre quando l’ingegnere imprenditore 51enne è stato ucciso da un ignoto sconosciuto con un casco e un giaccone e un coltello in mano. Un testimone avrebbe assistito alla scena, avrebbe cercato di inseguire l’aggressore. Immediato l’intervento dei soccorritori che avrebbero tentato di rianimare l’imprenditore, ma le ferite erano troppo profonde e il tentativo è risultato vano. Le immagini di videosorveglianza non hanno portato elementi di rilievo agli inquirenti, si apprende di frame che Materazzo parcheggia la sua autovettura e si dirige verso casa. In merito al possibile movente che avrebbe spinto Luca ad uccidere il fratello Vittorio c’è la morte del padre: emerge infatti che la vittima nutriva sulla morte del congiunto avvenuta nel 2013 e sembra che l’Ingegnere/imprenditore avesse consegnato una documentazione alla Procura di Napoli chiedendo ulteriori accertamenti in merito al decesso del padre. Tra le carte consegnate si parlava anche di alcuni dissapori con il fratello Luca sfociate in aggressioni.