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di Christian Montagna
La onlus "Fiori di Loto Aflin" organizzazione no profit che da anni si occupa dell'assistenza e dell'aiuto alle città dell'India, ha inviato una odontoiatra leader nel campo della dentosofia per assistere circa quattrocento bambine. Una missione umanitaria che vede come protagonista una giovane dottoressa napoletana che senza alcuna titubanza ha immediatamente accettato il compito. Isabella De Magistris, laureata all'università Federico II di Napoli con lode nell'anno 1986, ha dapprima eseguito un'opera di volontariato della durata di venti anni presso il reparto di chirurgia maxillo facciale dell'Ospedale Cardarelli di Napoli. Con numerose partecipazioni a corsi di aggiornamento di gnatologia, posturologia e dentosofia ha ottenuto il primato nel settore della dentosofia diventando relatrice in numerosi convegni. L'Osservatore d'Italia l'ha intervistata e con grande piacere ha raccontato la sua esperienza a Pushkar:
Come e quando ha avuto luogo questa missione umanitaria?
– Sono partita l'otto novembre e rientrata in Italia il 21, con destinazione Pushkar, la famosa città sacra in cui risiede il Tempio di Brama. Ho alloggiato presso un albergo e ho operato per tutta la durata della missione presso il Mittal Hospital Ajmer a circa venticinque minuti dalla città di Pushkar. Gli spostamenti tra albergo e ospedale li abbiamo effettuati tramite un servizio navetta che era a nostra disposizione.
Quali sono state le sue mansioni presso l'Ospedale indiano?
– Mi sono occupata di cure odontoiatriche, visitando circa quattrocento bambine. La maggior parte delle pazienti presentava malocclusioni, processi cariosi e scarsa igiene orale. Altrettanto numerosi sono stati i processi infiammatori gengivali. Credo che in India ci sia bisogno di una sensibilizzazione verso l'aumento delle apparecchiature sterili. I classici kit singoli che adoperiamo in Italia per ogni paziente non sono presenti. Il sistema sanitario si è mostrato inoltre carente di materiali adatti alla cura delle diverse patologie. Nonostante ciò però sono riuscita a lavorare egregiamente grazie anche alla disponibilità e alla cortesia del personale.
Come ha trovato la città in linea generale? È riscontrabile qualche analogia con le città italiane?
-Diciamo che sostanzialmente la cultura è diversa. Le città si presentano in condizioni igieniche da noi non contemplate. Mucche e porcellini d'India vagano tranquillamente per le strade instaurando un rapporto di civile convivenza con gli abitanti. Anche l'approccio al paziente è totalmente diverso. Credo che i dogmi imposti dalla cultura soprattutto nei confronti della donna portino ad una scarsa considerazione di essa e di conseguenza ad un estraniamento dalla società . L'Onlus Fiori di Loto Aflin infatti combatte proprio questo e cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica e dare la possibilità anche alle donne di accedere alla cultura con la creazione di scuole sul territorio.
Perché ha scelto di accettare questa missione? Lo rifarebbe?
– Ho scelto di prendere parte a questa missione umanitaria perché da sempre ho sentito la necessità di avvicinarmi alle difficoltà e ai problemi dei bambini. Soprattutto in luoghi come questi diciamo abbastanza problematici. Lo rifarei anche subito ma la prossima volta mi piacerebbe portare con me strumenti e materiali per illustrare ed insegnare ai bambini come poter prevenire le patologie orali. L'esperienza è stata fantastica e dalle foto che ho scattato in compagnia delle bambine lo si può notare poiché i miei occhi non mentono. Spero con tutto il cuore di poter ritornare in India e colgo l'occasione per ringraziare la onlus Fiori di Loto Aflin e la presidentessa per l'Italia Emanuela Sabbatini per questa occasione.
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