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di Christian Montagna
Napoli – Non c’è festa che non si rispetti senza una particolare tradizione tramandata di anno in anno, di generazione in generazione. Bastano due semplici chiacchiere con i nonni per saperne di più. La festa di Ognissanti, conosciuta come la festa dei Santi, a Napoli, è stata celebrata ieri, domenica 1 Novembre, in onore appunto di tutti i Santi, anche quelli non canonizzati. Oggi, 2 Novembre, la commemorazione dei defunti, ricorrenza della Chiesa Cattolica, è rappresentata dal colore viola simbolo della penitenza, dell’attesa e del dolore.
Originariamente nate come feste religiose, con il passar del tempo, sono diventate feste consumistiche a tutti gli effetti. A cominciare dal 1 Novembre, giorno in cui si scambiano gli auguri sui social network, per le strade, in chiesa e al bar, per procedere con aperitivi pre- pranzo magari addolciti dal tiepido sole di Novembre e finire poi con pranzi abbondanti che variano da quartiere in quartiere.
Imperativo categorico, soprattutto nella giornata di oggi, è il torrone napoletano che non deve assolutamente mancare.
Soprannominato il torrone dei morti, quella campana è una vera e propria tradizione a cui è impossibile sottrarsi. Un torrone morbido infatti viene accuratamente preparato dai pasticcieri napoletani e venduto a peso d’oro. Farcito oramai con qualunque frutto secco, mandorle, canditi, caffè, nocciola, pistacchi, accompagnerà i napoletani fino al Natale. Sebbene sia molto gustoso e nemico numero uno dei diabetici, nel giorno della Commemorazione, ai napoletani, è concesso questo grande peccato di gola. Tradizione vuole che il torrone dei morti sia preparato per accogliere gli avi che tornano in vita proprio il giorno dei morti.
Altro punto fermo nella tradizione napoletana in questo giorno di commemorazione è la visita al cimitero ai defunti con annesso omaggio floreale.
Antiche credenze. Come è ben noto, a Napoli, la devozione per i morti è una credenza molto viva. A dimostrazione di ciò, le numerose teche a forma di altare seminate ovunque sulle mura esterne dei palazzi, le edicole sacrali adornate di rosari, immagini della madonna, statuine dall’espressione sofferente e immagini dei cari defunti. A chi passeggia nei vicoli di Napoli, tutto ciò non potrà sfuggire. Il defunto, a Napoli, viene considerato come colui che continua a proteggere dall’”alto” il nucleo familiare; colui al quale ci si può appellare ogni istante con richieste e preghiere e a cui sono rivolte le attenzioni soprattutto in giorni come questi. A stabilire questo pedissequo rapporto è la sfera onirica che, attraverso i sogni, instaura conversazioni interpretate a proprio piacimento tra i vivi e i morti e, perché no, in molti casi, anche combinazioni vincenti al lotto.
Credenze, queste, vive soprattutto nel centro antico, da Spaccanapoli ai Tribunali fino all’Anticaglia, per passare poi alla zona portuale fino a via Marina. Qui, infatti, si concentrano le leggende metropolitane della Napoli notturna, dagli incontri con gli spettri a quelli con O’ Munaciello; ed è proprio in questi luoghi che, i nostri nonni, ci sconsigliano di passare soprattutto oggi, 2 Novembre!
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