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Redazione
Napoli / Roma – Gli agenti della polizia ferroviaria di Roma li multavano per abusivismo e irregolarità amministrative, con relativo sequestro di mezzi e patenti, ma dopo qualche giorno tassisti e autisti di noleggio con conducente (Ncc) esibivano una sospensiva del giudice di pace che imponeva il dissequestro del veicolo e la restituzione dei documenti di guida e circolazione.
La cosa si ripeteva troppo spesso, tanto da insospettire i poliziotti che, nel marzo scorso, hanno cominciato a indagare mettendo sotto controllo diverse utenze telefoniche ed effettuando molte intercettazioni ambientali.
L'indagine si è conclusa oggi con l'arresto di 13 persone a Roma e Napoli, sei delle quali sono finite in carcere e sette ai domiciliari, mentre 14 sono quelle indagate. Eseguite anche 40 perquisizioni con 30 persone denunciate in stato di libertà. Tra i fermati anche un avvocato, due giudici di pace e un cancelliere del tribunale di Roma.
Gli arresti effettuati a Napoli sono stati eseguiti in collaborazione con gli agenti della Squadra mobile partenopea.
Tutte le persone coinvolte nell'inchiesta sono accusate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione, falso e corruzione.
Gli arrestati "intervenivano" anche in caso di cartelle esattoriali, sinistri stradali e contravvenzioni, e si facevano pagare con una percentuale sulla somma "risparmiata" dal cliente.
Durante le indagini gli investigatori della polizia ferroviaria sono venuti a conoscenza di un'altra attività illegale che gravitava intorno al Tribunale di Roma. È emerso infatti che al suo interno venivano vendute marche da bollo e contributi unificati (tasse sulle cause civili e amministrative, che si pagano all'inizio del procedimento al momento in cui si va a depositare la causa in tribunale), praticamente identici a quelli originali, ma in realtà tutti rigorosamente falsi.
Questo filone d'indagine ha portato gli agenti fino a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, dove è stata sequestrata una vera e propria stamperia illegale dalla quale, ogni settimana, partiva un corriere per Roma carico di valori bollati contraffatti.
All'interno della tipografia improvvisata i poliziotti hanno trovato rotoli di carta della Zecca, precedentemente trafugati da alcuni corrieri, etichettatrici, inchiostri e solventi utilizzati nella falsificazione dei valori, nonché denaro contante per circa 30 mila euro.
È stato calcolato che la truffa ha procurato all'erario un danno per mancati incassi di circa 300 mila euro.
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