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NAPOLI, DE MAGISTRIS: "ABBIAMO SCRITTO LA STORIA"

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Tempo di lettura 4 minuti De Magistris su Lettieri: "Con lui non ci sarà nessun margine di dialogo in consiglio comunale"

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di Marco Martone

Napoli – Appena eletto aveva incontrato i propri elettori, indossando anche la maglietta del napoli, con il numero 1 sulle spalle. Poi ha rivendicato la propria leaderschip in città bacchettando gli avversari e tendendo la mano al premier Renzi e al governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Un De Magistris raggiante, euforico e anche simpaticamente ironico, quello che ha incontrato la stampa a 24 ore dal successo elettorale che lo ha decretato per il secondo mandato consecutivo come sindaco di Napoli.

«Lettieri ha avuto una sconfitta pesante. Ha fatto di tutto, sia per via istituzionale che giudiziaria, soprattutto nella prima fase del mandato, per farci cadere. Con lui non ci sarà nessun margine di dialogo in consiglio comunale». Ad affermarlo è il sindaco di
Napoli Luigi de Magiatris nel corso della conferenza stampa di commento al ballottaggio che lo ha visto riconfermato per la seconda volta. «Brambilla – spiega de Magistris – si è fatto la sua onesta campagna elettorale. Valente pure, anche se ha schierato il Governo, ma ora si ricomincia da zero a zero e palla al centro. C'è un'opposizione con cui dialogheremo, ma con Lettieri no. Per me può andare a casa, politicamente non lo riconosciamo». «Lettieri – aggiunge – ci dica i soldi che ha messo in campo per la campagna. Certamente non sono quelle centinaia di migliaia di euro che dice. Ci sono manifesti ovunque». «Credo – incalza l'ex pM – che abbia sbagliato la campagna elettorale. Ha scelto di puntare su una comunicazione di una
Napoli come città pessima è sprofondata. Ma è sotto gli occhi di tutti che in 5 anni è migliorata. Mettetevi nei panni di un turista che viene qui e trova quei cartelli, così lo fai scappare». «È stato un errore di comunicazione. Noi – scherza de Magistris – abbiamo i geni guastatori infiltrati, ringrazio i suoi comunicatori. Così come ringrazio il Pd per quelle primarie di Napoli. Se continuano così io divento presidente del consiglio». «Cosa deve fare ora Lettieri? Pensasse all'Atitech, perchè non credo che dopo Berlusconi e Renzi ci sarà un altro premier che gli darà soldi per salvarla. Lo faremo forse noi, con una mano, ma per i lavoratori».

“Lettieri ha messo in campo soldi e manifesti ma anche stavota nun’ te jut buon”, ha detto il primo cittadino facendo riferimento ad uno dei tanti slogan scelti dal suo avversario. “Abbiamo scritto un pezzo di storia”, ha aggiunto De Magistris che ha parlato dei tanti ostacoli politici trovati sulla strada. “Abbiamo avuto tutti contro. Lettieri ha messo in campo di tutto e di più, tranne la politica. Dipingendo una città morta. Renzi e tutto il governo hanno scelto Napoli per evitare che De Magistris potesse vincere. La loro campagna elettorale non era tanto a favore della Valente ma contro di me. Il Partito democratico si schierato a livello nazionale e non è arrivato nemmeno al ballottaggio. Anche Bassolino è stato schierato contro di noi, prima della sconfitta alle primarie e inoltre non abbiamo avuto nessun organo di informazione a sostegno. Il movimento a Cinque Stelle ha fatto la campagna elettorale contro De Magistris e al ballottaggio hanno detto di non votare. La stampa non ci ha risparmiato tutto e questo va bene, siamo stati pungolati”.

Sollecitato anche dalle domande dei cronisti, il sindaco, che ha potuto festeggiare anche il proprio 49esimo compleanno, ha poi rivolto lo sguardo al futuro, ai prossimi cinque anni, di lavoro e di buoni propositi. “Napoli vuole tornare ad essere capitale e ha dato una risposta forte e chiara a chi pensava di fermare la rivoluzione popolare. È un risultato del popolo. Il mio impegno è far diventare Napoli soggetto politico. Detto in poche parole, quello che ci avete tolto per decenni, ora ce lo andiamo a prendere”. Un riferimento anche al dato sull’astensionismo. “La cifra astensione è alta ma va detto che si votava solo domenica e a Napoli l’estate è cominciata. Non è vero che quelli che si sono astenuti erano contro il sindaco. A Napoli ha vinto non la protesta ma un soggetto politico e una militanza”.

Infine un riferimento al governo nazionale “Chiederò a Renzi un incontro per parlare di Napoli e dei suoi problemi. Al momento non sono arrivate telefonate da Roma ma mi interessa che il governo sappia che il popolo ha scelto democraticamente”. Anche su Bagnoli nessuna “guerra” con il governo nazionale. “Vogliamo accelerare. Aspetto un gesto di buona volontà da Renzi. Fissiamo tempi e modi. Il nostro progetto è perfettibile”.

Massima collaborazione istituzionale anche con il presidente della Regione De Luca, “che ha avuto una caduta di stile, intervenendo per aiutare Lettieri ma adesso zero a zero palla al centro e senza polemiche sono pronto a dialogare”.  Anche Gianni Lettieri ha incontrato la stampa. “Ho la coscienza a posto. Sono un imprenditore che ama la sua città e i napoletani, mi sono impegnato per fare qualcosa a prescindere dall’ideologia politica e dai partiti. Posso dire di essermi impegnato per Napoli. Mi auspico che ora lo facciano anche altri, imprenditori e non, come ho fatto io da cittadino e da scugnizzo”, ha detto il candidato del centrodestra. Sul dato relativo alla forte astensione, Lettieri si è detto “molto preoccupato”. “Non si può lasciar decidere cosa accada alla città nei prossimi cinque anni, a tre persone su dieci”, “c’è gente rassegnata che deve smettere di abituarsi alle cose e l’abitudine porta alla rassegnazione e l’indifferenza”.

Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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In evidenza

Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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