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di Christian Montagna
Napoli – Dal crollo ai successivi avvenimenti, fin dall’inizio di questa spiacevole vicenda ci siamo occupati di questo spiacevole caso. Si tratta del palazzo alla riviera di Chiaia crollato il 4 Marzo del 2013 e che ancora adesso si impone nel bel mezzo del quartiere come un mostro. Ebbene, quel palazzo è un simbolo negativo per l’intera città. Indica l’assenza delle autorità e di un comune efficiente ed operativo sul territorio; la triste realtà campana e italiana riguardo la politica e lo scarico di responsabilità a cui siamo avvezzi in questi casi. Il comune scarica le sue responsabilità agli addetti ai lavori della metropolitana che a loro volta le riscaricano su altri. E così all’infinito, come un cane che si morde la coda.
Ma fatto sta, che numerose famiglie hanno perso le proprie abitazioni; un quartiere intero è ancora sotto shock ed è costretto quotidianamente a confrontarsi con la triste realtà dei fatti; numerose attività commerciali hanno calato le saracinesche perché la zona è stata recintata. Chi pagherà le spese di tutto questo? Ma soprattutto quando potranno riavere le proprie abitazioni gli sfollati di Chiaia? Immaginate quanti sacrifici possa aver fatto ogni singolo nucleo familiare, in tempi precari come questi, per acquistare un abitazione in quel palazzo, senza sapere che poi un giorno un crollo gli avrebbe portato via tutto. Non è giusto tutto questo. Una caterva di errori fatti dalla fase progettuale, ai controlli, alle segnalazioni tralasciate.
La solita noncuranza italiana insomma. Il palazzo Guevara di Bovino, resta ancora lì privo della sua ala anteriore. La Procura di Napoli ha inviato ventuno avvisi di conclusione delle indagini agli indagati. L’ipotesi è di disastro colposo per tutta la catena tecnica della realizzazione della Linea del mare della Metropolitana. Condotte dai pm Giovanni Corona e Fabrizia Pavani, coordinati dagli aggiunti Nunzio Fragliasso e Luigi Frunzio, la sintesi della perizia firmata dai consulenti dei pm Nicola Augenti e Paolo Grazioso è stata depositata. Risultano iscritti nel registro degli indagati: Giuseppe Annunziata (responsabile del cantiere), Federico Moccia (Ansaldo Sts project management), Raffaele Imparato (dirigente del Comune), Sergio De Luca (amministratore delegato Ansaldo), Angelo Ribecco (direttore dei lavori Ansaldo Sts), Antonio Liguori (project manager Ansaldo), Ciro De Luca (amministratore delegato De Luca Group), Giorgio Mormone (componente del comitato tecnico esecutivo), Mario Barbati (direttore tecnico), Angiolino Bellizzi (capocantiere), Stefano Aversa (membro del comitato scientifico), Renato Sparacio (membro del comitato scientifico), Ettore Sacco (progettista), Vittorio Pagliarulo (collaudatore statico), Gabriele Santangelo (datore di lavoro della Trevi), Paolo Santangelo (capocantiere Trevi), Luigi Narducci (datore di lavoro della Sop, consorziata con la Trevi), Gino Zanchini (presidente del consorzio Trevi), Pietro Ferrari, Luigi Visconti, Vincenzo Scotti.
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