Cronaca
MOSTRO DI FIRENZE: L'ESCLUSIVA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA CHE POTREBBE RIAPRIRE L'INCHIESTA
Tempo di lettura 6 minutiSul duplice omicidio dei francesi le prove che cambierebbero l'intero scenario di uno dei casi più seguiti d'Italia
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10 anni faon
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cmontagna
di Angelo Barraco
Mostro di Firenze – Il duplice omicidio di Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, avvenuto a Scopeti nel 1985, è stato quello del cosiddetto Mostro di Firenze. Una scia di sangue iniziata nel 1968 e continuata senza sosta fino al settembre del 1985. Le novità esclusive de L’Osservatore d’Italia che riguardano questo ultimo assassinio, si contestualizzano nelle campagne della Toscana e forniscono tanti elementi che, oggi, cambiano completamente lo scenario tanto da dover dimostrare oggettivamente che il delitto sarebbe avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 settembre del 1985 e non l’8. Ha voluto condividere con noi questi elementi il celebre documentarista Paolo Cochi. Quest’ultimo si avvale di interviste molto interessanti sia al Dr. Antonio Osculati, che è uno specialista in medicina legale dell’Università di Varese; il Prof. Giovanni Marello –istituto di medicina legale di Firenze, la Dr.ssa. Simonetta Lambiase – entomologa forense – biologa dell’Università di Pavia, il Dr. Sandro Federico – Capo della SAM, Squadra mobile di Firenze dal 1984 al 1989. Tale riscontro scientifico smonterebbe la dichiarazione processuale di Giancarlo Lotti, il pentito dei cosiddetti “Compagni di Merende” che si autoaccusò e accusò Pietro Pacciani, Mario Vanni e Fernando Pucci. Per questo delitto furono condannati, nel 1998, Giancarlo Lotti e Mario Vanni. Pacciani no perché morì il mese prima. Secondo L’Osservatore d’Italia uno tra i punti più significativi e salienti delle testimonianze e relazioni raccolte da Cochi, che danno ancora di più valenza ai riscontri oggettivi che caratterizzano il caso, è nelle dichiarazioni del dottor Sandro Federico – Capo della SAM Squadra mobile di Firenze dal 1984 al 1989.
“Io vidi i poveri corpi dei ragazzi e devo dire che non mi sembravano morti la sera precedente. Anche tra i miei colleghi era presente questa convinzione. Nelle indagini che facemmo, non venne assolutamente trascurato il sabato. L'omicidio venne scoperto il lunedì , io non faccio il medico , ma di cadaveri ne ho visti tantissimi in tanti anni. Pur rimettendomi al parere degli esperti in materia, se vuole sapere la mia opinione, l'omicidio di Scopeti avvenne di sabato”.
Ma ricordiamo i fatti: I corpi dei due francesi sono stati rinvenuti lunedì 9 settembre in via degli Scopeti. Il luogo del delitto è a sud della città ed è in prossimità di Certosa. Il luogo in cui furono rinvenute le vittime è costituito da una radura sopraelevata e si trova in prossimità della superstrada Firenze-Siena e del casello autostradale Firenze-Certosa. I due francesi si erano accampati con una tenda canadese che era stata posizionata vicino la macchina. Il mostro li ha sorpresi e li ha uccisi brutalmente, la donna è stata trovata morta in posizione fetale all’interno della tenda, mentre il giovane si trovava presso l’estremo margine della radura. Il mostro ha sorpreso la coppia, ha lacerato il telo della tenda nella parte posteriore con un coltello con taglio verticale. Gli inquirenti hanno rinvenuto 9 bossoli di cui uno nel cadavere della donna e due nel cadavere dell’uomo e risultano dei bossoli mancanti, che probabilmente il mostro ha portato via. Il mostro poi ha asportato il pube e il seno sinistro alla donna.
Noi de L’Osservatore d’Italia abbiamo intervistato Paolo Cochi, che qualche anno fa ha realizzato un documentario dal titolo “i delitti del mostro di Firenze”. Successivamente, dopo aver fatto un’attenta analisi sulla documentazione, ha deciso di approfondire l’ultimo delitto del 1985 a Scopeti poiché presentava maggiori spunti investigativi.
– Il mostro in questo delitto nasconde i corpi e compie un gesto che ha sorpreso molti e tutt’ora suscita degli interrogativi. Il mostro ha inviato una lettera alla Dott.ssa Della Monica contenente un lembo di pelle del seno asportato. Secondo lei quali potrebbero essere i motivi che hanno spinto il mostro d agire in questo modo?
L’assassino nasconde i corpi per ritardare il ritrovamento, come in realtà fu e spedì la famosa lettera da San Piero a Sieve, paesino del Mugello dove il Magistrato Silvia Della Monica aveva in quell’anno la sua residenza estiva, come Lei stessa mi confermò in una mia intervista. Una sfida all’unico Magistrato donna che si era occupata del caso . Un gesto esplicito di sfida nei confronti degli inquirenti . Inoltre in questo ’ultimo delitto uccise due stranieri, quindi nessun allarme dai familiari e conoscenti. Una scelta premeditata e studiata, secondo me. L’intento dell’assassino era quello di creare un’allarme generale, recapitando il lembo di seno prima del ritrovamento dei cadaveri . Il piano non gli riusci’ per poco, in quanto la lettera arrivo’ in Procura il martedi, ossia il giorno seguente al ritrovamento dei corpi dei poveri ragazzi francesi.
– Come è ben noto a molti che hanno seguito il caso del Mostro di Firenze; il collegamento al delitto del 1968, con gli altri delitti, avvenne molti anni dopo e vi erano ancora i bossoli conservati nel fascicolo che permisero la comparazione. Allo stato attuale, vi sono ancora gli elementi repertati durante i delitti? La tenda che è stata squarciata dal mostro esiste ancora? Quella tenda, alla luce delle nuove tecnologie e delle importanti novità emerse, potrebbe essere analizzate per cercare tracce di dna?
I reperti, a quanto mi risulta, sono ancora presso , l’ufficio corpi di reato a Firenze. Sarebbe attualmente possibile esaminarli con moderne tecnologie. Il DNA dell’omicida in teoria potrebbe essere presente sui tessuti della tenda dei francesi, in ipotetiche traccie di sangue dell’assassino, in quanto sappiamo che nell’ultimo duplice omicidio , vi fu una sorta di colluttazione tra la vittima maschile e il suo aggressore. Se si trovasse il DNA di Pacciani o Vanni sulla tenda, tutti i dubbi attualmente discussi sulla loro colpevolezza sarebbero definitivamente chiariti.
– La busta inviata alla Della Monica esiste ancora?
Si , per quanto ne so.
– I presenti sul luogo del delitto che opinioni ebbero in merito alla morte dei francesi?
Sia l’ex capo della Sam , Sandro Federico che altri appartenenti alle forze dell’ordine presenti, ricordano di aver notato il medio stato di decomposizione dei corpi, come anche l’ispettore Giovanni Autorino della Polizia scientifica nel suo rapporto dell’epoca.
Ringraziando Cochi per l’intervista, proponiamo alcuni estratti degli importantissime parti di interviste che lo stesso ha voluto fornire in maniera esclusiva al nostro quotidiano. Ecco perché l’omicidio non sarebbe avvenuto l’8
La tesi di Antonio Osculati – specialista in medicina legale presso l’Università di Varese
“Possiamo ipotizzare, alla luce di tutti i dati a nostra disposizione, un intervallo tra decesso dei due giovani e primo sopralluogo (ricordiamo, avvenuto alle 17 del 9 settembre 1985) stimabile in circa due giorni e mezzo. In particolare, a nostro avviso l’omicidio è avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 settembre 1985”.
“Possiamo escludere pressoché con certezza che il decesso sia avvenuto la sera precedente il primo sopralluogo (ossia domenica 8 settembre 1985). Possiamo affermarlo sulla base dei fenomeni trasformativi presenti al momento del primo sopralluogo (ore 17 di lunedì 9 settembre 1985): enfisema, reticolo venoso putrefattivo ed epidermolisi, per quanto il clima fosse caldo, suggeriscono che non possono essere trascorse meno di ventiquattro ore. Inoltre, sebbene il rigor fosse presente al momento del sopralluogo, la sua risoluzione completa il giorno seguente (martedì 10 settembre 1985) suggerisce che il decesso sia avvenuto nel terzo giorno precedente l’autopsia”.
“Al tavolo anatomico, il giorno dopo il ritrovamento, dove è disponibile iconografia relativa anche al cadavere dell’uomo, possiamo apprezzare come i fenomeni trasformativi non abbiano grosse differenze tra l’uomo e la donna. Da ciò si può desumere che la permanenza all’interno della tenda non abbia modificato in maniera sensibile l’andamento dei fenomeni post mortali.
la presenza dei fenomeni trasformativi più avanzati (enfisema, epidermolisi, reticolo venoso) e la presenza del rigor al momento del primo sopralluogo consente di formulare l’ipotesi di un intervallo tra decesso dei due e primo sopralluogo (ricordiamo, avvenuto alle 17 del 9 settembre 1985) stimabile in circa due giorni e mezzo. In particolare, a nostro avviso l’omicidio è avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 settembre 1985.”
Prof. Giovanni Marello – istituto medicina legale di Firenze :
“ Mi occupai dei delitti del cosiddetto mostro fin dal 1974 e nell'85 ero in sala autoptica solo in maniera molto laterale , tuttavia posso confermare che quel caso fece molto discutere per quanto riguarda la cronologia della morte. Ci fu una grande discussione, non soltanto tra i periti , ma anche fra di noi della medicina legale. L'aver attribuito la morte alla domenica fu una spinta del Prof. Maurri che era il più esperto tra di noi ed ha avuto l'ultima parola in proposito, ma in realtà le persone che hanno partecipato all'autopsia non erano del tutto sicure, perché c'erano alcuni elementi che la facevano anticipare.
Le foto che ho potuto riesaminare dei cadaveri sono abbastanza significative per anticipare la data dell'evento alla sera del sabato, perche ci sono fenomeni putrefattivi molto avanzati e c'e' uno sviluppo di larve notevole, anche sul cadavere dell'uomo che a differenza della ragazza si trovava all'esterno della tenda, nel bosco e quindi non esposto all'eccessivo calore che fu attribuito alla tende stessa. Sull'entomologia cadaverica non avevamo una preparazione sufficiente , adesso la situazione è molto cambiata in questi ultimi anni.”
Cochi ha inteso rivolgere una domanda a Marello: Quanto può essere valido , effettuare una valutazione sulla base di fotografie e delle relazioni ?
“Consideriamo due fattori. Le relazioni medico legali hanno la caratteristica di essere descrittive di quello che si sta esaminando, quindi l'operatore descrive la situazione che sta constatando e non fa diagnosi, che viene riportata solo alla fine della relazione ,per cui già la descrizione può essere utilizzabile al fine di una rivalutazione…. in più le foto che rievocano visivamente di quello che si é descritto servono in maniera preponderante a dare un quadro molto obbiettivo della situazione”.
dr. SIMONETTA LAMBIASE entomologa forense – biologa dell 'Universita di Pavia
“Ipotizzando di trovarci di fronte a delle specie di mosca comuni presenti in quell'area geografica , con quelle condizioni metereologiche e considerando che la temperatura media di quei giorni era di 23 gradi, secondo i dati meteo, ritengo , esaminando le foto dei soggetti e leggendo la relazione dei CTU, bisogna necessariamente retrodatare l'evento delittuoso. Ci sono tuttavia dei limiti nella valutazione che riguardano il mancato rilevamento della specie di larva e la situazione microclimatica all' interno della tenda, ma comunque il tempo attribuito dai CTU è troppo stretto, in ogni caso”.
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