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Redazione
Mortara (PV) – Lo scorso 11 aprile 2014, a Mortara in provincia di Pavia, alle ore 14.00, i carabinieri della locale Stazione, coadiuvati da personale del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato del lavoro di Pavia, procedevano al controllo di un opificio gestito da cittadini cinesi, specializzato nella produzione di calzature e denunciavano in stato di libertà per i reati ascritti ed a fianco di ciascuno indicati, i sottonotati:
• J. X., nata nella Repubblica Popolare Cinese cl. 1975, residente a Mortara, imprenditrice (d.lgs. 81/2008, art. 12 d.lgs 286/1998 – tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, art. 44 dpr 380/2001 in relazione all’art. 37 – interventi eseguiti in assenza o in difformità dalla denuncia di inizio attività e accertamento di conformità);
• J. X. F., nato nella Repubblica Popolare Cinese cl. 1990, domiciliato a Mortara, coniugato (art. 10 bis d.lgs 286/1998 – disposizioni contro le immigrazioni clandestine);
• Z. Y., nata nella Repubblica Popolare Cinese cl. 1989, domiciliata a Mortara, coniugata, incensurata (art. 10 bis d.lgs 286/1998 – disposizioni contro le immigrazioni clandestine);
poiché, al termine di una mirata attività avviata d’iniziativa dal reparto operante, finalizzata al contrasto del cosiddetto fenomeno “del lavoro nero” in relazione ai lavoratori irregolari ed all’emersione, veniva accertato che la summenzionata J. X., in qualità di legale rappresentate dell’omonima azienda con sede a Mortara ed operante nel settore manifatturiero della produzione delle scarpe, ometteva, in relazione norme che regolano la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro:
• di nominare il medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria (art. 18 c.1 lett.a);
• di inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste (art. 18 c.1 lett. g);
• di adottare idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare l’incolumita’ dei lavoratori (art. 46 c.2);
• di effettuare la valutazione dei rischi e di adottare il relativo documento di valutazione dei rischi (art. 29 c.1).
durante il controllo, all’interno della struttura venivano identificati i suddetti Z. Y. e J. X. F. che venivano deferiti all’A.G. per la mancanza del permesso di soggiorno, ai sensi dell’art. 10 bis del d.lvo 286/1998, con conseguente deferimento in stato di libertà dell’imprenditrice cinese per aver favorito l’immigrazione clandestina dei due connazionali, ai sensi dell’art.12 del d.lvo 286/1998. Nello stesso contesto emergeva inoltre, che il citato j. X. F., sorpreso dagli operanti intento ad attendere ad alcune mansioni specifiche, non era stato regolarmente assunto dall’azienda, ovvero veniva impiegato come lavoratore “in nero”, per tale motivazione, gli operanti procedevano:
• alla contestazione di violazioni amministrative per un valore di circa 7.000 (settemila) euro;
• al recupero contributivo di circa 300 (trecento) euro;
• ad elevare ammende contravvenzionali per circa 16.000 (sedicimila) euro;
nella circostanza veniva altresì disposta la sospensione dell’attività oggetto del controllo con il contestuale sequestro di parte della struttura operato ai sensi dell’art.44 del dpr 380/2001 in relazione all’art.37 per gli interventi eseguiti in assenza o in difformità dalla denuncia di inizio attività e accertamento di conformità, essendo lo stabile accatastato come “casa agricola”. Indagini in corso anche in relazione a moltissimi prodotti già confezionati e pronti per essere immessi sul mercato, in particolare in relazione all’autenticità dei marchi rinvenuti e riportanti note griffe della moda “made in Italy”.
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