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Redazione Lazio

MONTI, I PENSIONATI E LA BEFFA DEL PRINCIPIO DI EQUITA’

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Tempo di lettura 5 minuti Pensionati d’Italia, oggi è il momento giusto per ricordare ieri.

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Emanuel Galea

Roma – In questo carnevale che impazza, truccati da “new entry” della politica con un maquillage da fare invidia alle signore più agée, cercano di camuffarsi quei personaggi, tutti indistintamente, che alla Camera ed al Senato, votarono il decreto, così detto, “salva Italia “.

I pensionati faranno bene a ricordarsi che quel decreto, fra i vari guai, contempla il blocco dell’indicizzazione delle pensioni con importi superiori al doppio di quella sociale. Partiti di destra, di sinistra, di centro ed affini hanno fatto finta di protestare contro questo provvedimento.

I sindacati hanno indetto un paio d’ore di dimostrazioni di rito e tutti vissero felici e contenti, all’infuori dei malcapitati pensionati.

Tutti questi partiti, oggi, stanno cercando di chiamarsi fuori e credendo che i pensionati siano ormai “una classe di rimbambiti” tentano di dare qualche pacca sulle spalle salutando con il solito cliché ipocrita di “ciao bello, ciao bella”, tentando di imprimere nella mente dell’anziano, tra un salamelecco e l’altro, la propria preferenza sperando che il pensionato oggi possa dimenticare la ferita che gli è stata inflitta assieme al Governo tecnico dei professori.

Fortemente imbarazzato, il Professor Monti, che ha ormai perso la faccia e tutta la credibilità soprattutto dopo la  patacca della “seconda fase”, vorrebbe far digerire agli italiani di aver fornito indiscussa prova di equità. E’ stata una colossale debacle per lui e una delusione per tutti gli ingenui che ci credevano.

I presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani braccati dall’opinione pubblica
, avevano anche loro dichiarato di voler partecipare ai sacrifici comuni per il bene del paese e avevano promesso di tagliare i loro stipendi e quelli dei deputati entro il 31 gennaio 2012. Volevano solidarizzare con i pensionati.
Sono stati di parola. Quale parola?  La loro parola , s’intende!
.
Il 30 gennaio 2012 hanno rilasciato un comunicato stampa in cui si diceva che i tagli agli stipendi non ci sarebbero stati. In sostituzione avevano deciso di rinunciare all’aumento di circa 700 euro netti derivanti dal cambio di sistema, da vitalizio a contributivo.
 
La beffa e l’insulto all’intelligenza dei pensionati italiani si aggravava perché i parlamentari stabilivano che gli importi derivanti dal passaggio al sistema contributivo andavano conferiti in un fondo speciale.

A questo punto si è consumata la lacerazione al principio d’equità di cui il professor Monti andava fiero. Si dubita che lo sia ancora.

Il pensionato è stato costretto (con atto imperio) a rinunciare ad un aumento derivante dall’indicizzazione, impoverendo il suo già magro reddito; Il parlamentare, ritenendo di essere sopra la legge, ha stabilito che l’importo della rinuncia,  congelato,  andava a conferire in un fondo a sua disposizione.

Questo decreto smentisce, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la legge è uguale per tutti.

Il pensionato davanti alla legge non ha alcuna voce, si è visto depauperare i miseri 16-21 euro annui, logorando il proprio potere d’acquisto ma deve stare zitto e non parlare perché non conta niente. Purtroppo, triste a dirlo, sembra di ripiombare nei tempi del Marchese del Grillo. Ancora echeggia nell’aria la fatidica frase: “ io so io e voi non siete un ……………..” Sii indulgente onorevole e perdona l’ardire dei vili pensionati!!

Morale della favola che poi, tanto favola non è. Questa è una triste vicenda italiana dei tempi nostri. Le cose da fare erano due, o lei caro Professor Monti , così amante dell’equità, faceva in modo di istituire un fondo dove conferire gli importi dei pensionati bloccati dall’indicizzazione, tenendoli a loro disposizione e così facendo,  si sarebbe instaurata la parità con il trattamento dei parlamentari, oppure  faceva in  modo da far sparire quella targa dalle aule di giustizia : “La legge è uguale per tutti”, per lo meno il civilmente debole sarebbe stato perennemente  conscio del suo destino.

Pensionati d’Italia, oggi è il momento giusto per ricordare ieri. Il vissuto dei giorni passati dovrebbe servire da lezione per il domani. Nessuno si deve dare per vinto! Si può fregare tutti per un certo periodo, qualcuno per sempre, ma non si può fregare tutti in eterno. Infine, ci si deve fidare di tutti, ma mai lasciare agli altri il compito di tagliare il mazzo.  Il 24-25 febbraio prossimo, il mazzo è in mano al cittadino. Il pensionato ha un’occasione d’oro. Chiuso nella cabina elettorale può condurre il gioco. Ci si augura che lo faccia davvero  perché altrimenti c’e’ sempre il detto: chi è causa del suo mal pianga se stesso.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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