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Roma

MONTE COMPATRI ACCOLTELLAMENTO, I MOTIVI DELLA FURIA OMICIDA

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Tempo di lettura 2 minuti "Le bambine gridano molto forte, piangono, si disperano e in pochi istanti intervengono il cognato e la moglie dell’aggredito"

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Chiara Rai

A Monte Compatri avrebbe potuto consumarsi una strage che lontanamente ricorda quella di Erba del 2006, scoppiata per futili rancori di condominio e finita in tragedia con quattro morti tra cui un bambino. Ieri mattina, un pensionato accecato dalla rabbia per presunti dispetti subiti dal vicino di casa ha accoltellato il suo condomine, gli si è sferrato contro, nero di rabbia, pronto a colpirlo al torace di fronte le figlie della vittima. Il quarantunenne è stato portato via in ambulanza e fortunatamente ha riportato soltanto ferite alla gamba destra . L'aggressore è finito nel carcere di Velletri e dovrà rispondere di tentato omicidio. Ecco i fatti. E’ circa l’ora di pranzo quando un pensionato di sessantotto anni si apposta nell’androne del condominio per aspettare la sua vittima, un uomo di 41 anni, impiegato, originario di Frascati ma domiciliato in via Bassani a Monte Compatri. Qui ci sono le case popolari dove nella stessa palazzina vivono sia il pensionato che il quarantunenne con sua moglie e le sue due bambine di quattro e cinque anni. Il clima fra i due si è fatto molto teso, tra loro non è mai corso buon sangue e qualche ora prima, al mattino si è consumato l’ultimo litigio. Nessuna motivazione grave, come al solito si è accesa la miccia sempre per motivi futili: i due avrebbero discusso animatamente per un posteggio. Probabilmente uno non avrebbe posteggiato bene la sua automobile e l’altro si sarebbe arrabbiato. Il pensionato aspetta, dunque, che l’uomo gli si presenti di fronte. Ma quest’ultimo non è da solo, ci sono le sue due bambine insieme a lui. All’anziano questo non importa che due minori assistano alla drammatica scena, tira fuori dai pantaloni un coltello a serramanico lungo ben 25 centimetri e cerca di colpire ripetutamente l’uomo al torace. Inizia la colluttazione, i due cadono a terra. Le bambine gridano molto forte, piangono, si disperano e in pochi istanti intervengono il cognato e la moglie dell’aggredito, assieme a qualche vicino. Parte la chiamata al 112 e dopo qualche minuto i carabinieri della locale stazione, diretti dal comandante della compagnia di Frascati Giuseppe Iacoviello, intervengono e riescono a calmare l’aggressore. “Era furioso –  dicono nel quartiere –  se non fossero intervenuti i carabinieri l’avrebbe ammazzato”. Nel quartiere i due condomini sono noti, soprattutto per le continue litigate per la strada e nel condominio e spesso sono intervenuti i vicini di casa e i rispettivi famigliari per calmare gli animi. Ogni motivo pare buono per attaccarsi e dare vita a strilla per la strada: dal parcheggio, al rumore, alla musica troppo alta, alla mancanza del rispetto del viver “civile” in una palazzina. I due, da diversi anni, hanno continuato a far crescere rancori e dissapori al punto addirittura da querelarsi vicendevolmente. 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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