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Chiara Rai
Un prete può fare politica? La Chiesa condanna gli evasori di tasse? “La bellezza di un prete è quella di essere superpartes, come la fontana del villaggio che da acqua a tutti indistintamente. Sia che ci si presenti con un bicchiere d’acqua che con una tanica, la fontana soddisfa tutti”. Una serata organizzata da Luigi Caporicci, presidente del Rotary Club Castelli Romani, venerdì sera, dove il dialogo aperto ha fatto da padrone con un ospite molto gradito: Il Vescovo di Frascati Mons. Raffaello Martinelli. Sua eccellenza ha presentato una serie di slides, sul tema: “Cristo sì, Chiesa no”, evidenziando anche alcune criticità che caratterizzano anche la sua diocesi: “C’è la fila per fare la comunione ma i confessionali sono vuoti”. Il vescovo di Frascati ha deciso di insistere e rafforzare l’attesa dei fedeli ai confessionali, tanto da mettersi a disposizione, proprio lui, ogni giovedì dalle 17 alle 19 nella cattedrale frascatana: “Da quando sono arrivato in diocesi ho detto a tutti di restare almeno due ore al giorno al confessionale – racconta Martinelli – e quando mi hanno detto che a confessarsi non va quasi nessuno, io ho risposto di rimanere e pregare nell’attesa”. Martinelli ha fatto un breve escursus di quella che è stata la tendenza generale degli ultimi anni delle persone rispetto all’approccio alla chiesa, dagli anni ’60 quando lo slogan era “Cristo sì, Chiesa no”, agli anni ’90 con “Spiritualità sì, religione no” per arrivare al 2000: “Il 2000 è un po’ l’anno del fai da te – dice Martinelli – anche se è bene non generalizzare, ma la mia è una semplice constatazione che ovviamente non condivido. Si tende a crearsi una religione a proprio piacimento”. Eppure la chiesa è ancora una grande casa che esorta tutti a riprendere nuova fiducia verso il cammino della santità. “I mezzi di purificazione sono i sacramenti – ha detto il Vescovo – e la chiesa, come intesa da Paolo, è un organismo vivente in continua conversione. Perciò, potremmo cercare di avvicinarci ancora di più alla luce di Dio certi di esserci almeno confessati, di presentarci più “puliti” senza le polveri che abbiamo trascurato, sicuri di essere privi di peccato.
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