Costume e Società
Moda, Chiara Ferragni e le altre: chi sono le influencer?
Tempo di lettura 2 minuti Spiegherà come sia riuscita a creare un impero di soldi partendo solo da un blog
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Fra le piu famose fashion blogger a livello mondiale è Chiara Ferragni, ha guadagnato cifre vertiginose, terrà lezioni con un corso opzionale di Marketing all’Università di Harvard fra i più prestigiosi atenei d’America, spiegherà come sia riuscita a creare un impero di soldi partendo solo da un blog. Ma, le blogger hanno veramente un dominio totalitario nel mondo della moda? Il quotidiano Daily Mail ha stilato la classifica a livello mondiale degli influencer maschili, nella classifica sono elencati i più belli ultra cinquantenni, nella lista c’è anche l’italiano Gianluca Vacchi; l’altro giorno il giornale “Il Corriere della sera” per i suoi cinquant’anni gli ha dedicato un pagina intera. In passato chi influiva sulla moda e sui comportamenti erano le donne nobili, come ad esempio fra le influencer del passato c’è Caterina de’ Medici, basti pensare che alla morte del marito, il bianco era il colore del lutto, lei decise che sarebbe stato il nero e indossò abiti con questo colore fino alla morte, da allora questo colore nel mondo occidendate è il simbolo del lutto. Fra gli influencer più recenti degli anni settanta furono diversi, come ad esempio David Bowie, mitica la frase che disse “I miei pantaloni hanno cambiato il mondo”, era consapevole dell’influenza che poteva avere sulle masse, e Patti Smith con la sua camicia bianca dal taglio maschile venne molto emulata.
Negli anni ottanta ad influire fortemente la moda furono i conuigi Regan chiamati i “Red Regan” perché il rosso era il loro colore preferito che usavano molto spesso negli incontri ufficiali. Fin dall’antichità il colore rosso essendo un colore ” estremo” è sempre stato usato come medium per comunicare forza, coraggio e potere, una testimonianza la troviamo sulle carte da gioco antiche, ad esempre, il mantello del re è quasi sempre di colore rosso. In tutto il mandato del Presidente Regan sua moglie Nancy consapevole del grande ruolo che aveva in qualità di First Lady usava la moda per fini politici, per dare un chiaro messaggio alla luminosità, speranza ad un futuro migliore e alla forza. Teniamo presente che negli anni ottanta le forme delle fogge femminili erano fortemente mascolinizzate, grazie all’uso di spalline molto alte che venivano inserite nelle giacche, ma anche nelle t-shirt. Il colore rosso era un colore molto usato negli anni ottanta che influì anche al cinema, come ad esempio il film “T’he woman in red” del 1984 di Gene Wilder con Kelly le Brock, la protagonista indossava uno splendido vestito rosso, il modello rievocava un vestito di Marilyn Monroe. Oppure verso la fine del decennio Giulia Robert sfilò nella scena più importante del film “Pretty Woman” con uno splendido vestito di colore rosso in stile Vittoriano (alla Worth) per recarsi all’opera per vedere “La traviata” di G. Verdi.
Le elezioni di un Presidente e l’abbigliamento delle First Lady nelle cerimonia del giuramento e all’inauguration Ball sono sotto l’occhio d’ingrandimento dei Brand più importanti perché influiscono notevolmente la moda. Fra le influencer ci sono anche le regine, infatti al matrimonio di William e Kate la Regina Elisabetta ha indossato un tailleur di colore giallo canarino, e lo stesso colore è stato visto sfilare addosso a Top model dei Brand più famosi, ad esempio, Chanel propose il colore giallo abbinato al nero.
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Costume e Società
Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario
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15 Luglio 2024![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2024/07/IMG_5243.jpeg)
Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.
Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.
L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione
Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.
Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”
L’Umanità di Francesco Tagliente
Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.
La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.
Un Esempio di Vita
La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.
Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.
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